BASSANO DEL GRAPPA – IL MONUMENTO AI RAGAZZI DEL 1899

BASSANO DEL GRAPPA

IL MONUMENTO AI RAGAZZI DEL ’99

a cura di Vasco Bordignon

QUESTO LIBRO

  RACCONTA LA STORIA DEL MONUMENTO DEDICATO AI RAGAZZI DEL ’99

A coronamento della inaugurazione del Monumento nazionale ai ” Ragazzi del ’99” – eretto a Bassano del Grappa per pubblica sottoscrizione – da ogni parte d’Italia –  mi è stata sollecitata la pubblicazione di un  “Numero Unico” che illustrasse non solo il monumento nel suo insieme e nel suoi particolari ma tutto quanto potesse riguardare la più giovane leva della Guerra 1915/1918 … Questo libro, nato dal desiderio di precisare quali furono i sentimenti dei ” Ragazzi del ’99”, ha preso I’avvio dal 1917, anno di speranza, di seria ed intensa preparazione, di una grande fede nella riscossa e nella vittoria finale; sì,  perché i “ragazzu ” raggiunsero il fronte in un momento cruciale per le sorti della Patrla; la propaganda aveva avvilito I’animo degli anziani e Caporetto aveva finito per dividere I”Eserclto dal Paese……La pubblicazione….. dà ampio spazio alle cerimonie della posa della prima pietra (1° ottobre 1972), della inaugurazione del monumento (14 ottobre 1973) e della consacrazione della cripta (23 giugno 1974). Particolare rilievo viene dato alla Scuola Materna ed Elementare Speciali e Centro Occupazionale per il ricupero di bambini disadattati provenienti da famigiie di qualsiai regione d’Italia; un’opera altamente umana e sociale che i “Ragazzi del ’99” intendono realizzare il monumento – che “Il Tascapane” ha ideato e realizzato in meno  di tre anni –  opera del toscano Alberto Sparapani che si è attenuto ai temi fissatigli; esso sorge in un grande parco di 45 mila mq., in località Prato Santa Caterina della eroica Bassano, e rappresenta: – un “Ragazzo” in tenuta di guerra, fuso nel bronzo, che guarda il massiccio  del Grappa (basamento di pietra del Grappa); – un’ampia “spalletta” degradante, da sinistra a destra, in quattro sezioni in bronzo: la chiamata (1917),  la battaglia di arresto (10 novembre-fine dicembre 1917), la battaglla del solstizio (15-24 giugno 1918,  la battaglia di Vittorio Veneto (24 ottobre- 4 novembre 19181;  segue la riproduzione incisa nel marmo,  dell”Ordine del Giorno 18 novembre 1917 del Comando Supremo dell’Esercito col quale il Generale Diaz annunciava che i ” Ragazzi del “99 ” avevano avuto il battesimo del fuoco; – alla base del monumento, al centro, la dedica.   Nel retro della “spalletta”: – il plastico in bronzo al  50.000 dall’Adamello al Mare, le zone, cioè ove hanno combattuto i “Ragazzi del ’99” con a lato, incisa nel marmo, la descrizione delle più importanti località della zona di operazioni; – alla base del monumento, dietro la “spalletta”, 11 cespugli ed altrettanti massi di pietra del Grappa sui quali si leggono i nomi delle undici medaglie d’oro conferite ai “Ragazzi del ’99” nella Guerra 1915-1918. Il monumento vuole significare un tributo di ammirazione e di amore verso coloro che morirono in nome dell’onore e della Patria, consapevoli di tener fede alle leggi di questi supremi ideali e costruire  un invito ai giovani d’oggi perché rivivano quei tempi e quella passione. L’opera non sarebbe stata eretta se non ci fossimo richiamati alla memoria del passato di una classe eroica che ha dato alla prima guerra mondiale un contingente di circa 300 mila combattenti e diecine di migliaia di Caduti;  in quei “giovanissimi” balenarono gli ideali di libertà e di indipendenza nazionale fino alla vittoria finale delle nostre armi alla quale essi dettero tanto contributo di sangue, di sacrificio, di sofferenza, di coraggio, di valore………
Genova, ottobre 1974
Arnaldo Liguori – Direttore de ” Il Tascapane”.

PERCHE’ IL MONUMENTO A BASSANO DEL GRAPPA?

Quando il Tascapane – Organo ufficiale dell’Associazione nazionale dei Ragazzi del ’99 – decise che era giusto e doveroso affidare il ricordo della presenza di questa classe nella guerra 1915 -18 a qualche segno tangibile che richiamasse sì gli episodi bellici ma anche la disponibilità, la generosità e lo spirito di sacrificio dei “Ragazzi”, vennero posti due interrogativi: cosa fare e dove. Alla prima domanda fu più difficile dare una risposta. Chi voleva una lapide, chi un monumento, chi – invece – pensava che si poteva affidare il compito del ricordo ad un’opera sociale. Prevalse la soluzione del buon senso quando si decise di costruire il monumento, senza sprechi e senza retorica, ed accompagnarlo ad un impegno per i ragazzi subnormali, in modo che il ricordo fosse chiaro e continuo e nello stesso tempo richiamasse il concetto che la generosità e la disponibilità dei “Ragazzi” non era un fatto episodico e legato alla guerra, ma superava questa limitazione di tempo e di luogo per affermarsi come visione di impegno civile nei giorni nostri, verso una categoria di persone fra le più bisognose. Se una qualche discussione (doverosa e giusta) ci fu sul cosa fare, una volta presa la decisione, l’unanimità si raggiunse presto sul nome del luogo: Bassano del Grappa. Molti si saranno chiesti il perché di questa scelta che evidentemente è stata presa in piena libertà dal direttore de « II Tascapane e dalla Presidenza Nazionale dell’Associazione. A questo punto non spetterebbe a me, quale Sindaco di Bassano, dare una risposta. Vorrei però provare a dare una interpretazione di questa decisione che nello stesso tempo impegnava i «Ragazzi del ’99″ed i bassanesi: gli uni a dare e gli altri a ricevere. Perché Bassano e non altri luoghi, parimenti o forse più degni, a ricevere questa testimonianza? lo credo che nella scelta sia prevalsa una constatazione di carattere generale, ossia che fosse giusto in qualche modo riconoscere e premiare una disponibilità della popolazione locale verso i “Ragazzi del ’99“• ed il sentimento patrio, allora ed oggi. E questo per affermare il concetto che sempre deve esistere un legame fra chi si batte in prima linea e la popolazione che sente di dovere la sua sicurezza e la sua libertà a chi si sacrifica per lei. Questo sentimento era ben presente e vivo alle popolazioni del Bassanese, della Pedemontana del Grappa e dell’Altopiano di Asiago quando vedevano arrivare nel lontano 1915 e negli anni seguenti i soldati delle più diverse provincie d’Italia, unlti da un solo proposito ma bisognosi di una solidarietà che li aiutasse ad affrontare meglio la lontananza dei loro cari, l’asprezza della lotta ed il rischio continuo. Questa solidarietà ci fu ed ebbe una parte non indifferente nel ruolo che i nostri soldati svolsero nei mesi terribili.
Sono convinto che si volle premiare questo atteggiamento di simpatia e questa partecipazione nel dolore. Sono anche convinto però che si è voluto, oltre questo, affidare in mani sicure, non solo il ricordo ma anche il messaggio che il monumento ai “Ragazzi del ’99” intende perpetuare. Occorre continuare a ricordare che con l’impegno, il sacrificio, la dedizione si possono compiere le più grandi imprese. Che con la generosità e la solidarietà si posono abbattere  le barriere fra gli uomini, anche se provengono da luoghi e tradizioni diverse. Che non si deve affidare alla guerra la risoluzione dei problemi dei rapporti umani e che in ogni caso, se si deve combatterla, non lo si deve fare con odio. Questo mi pare sia quello che il monumento vuol dire, quello che affermano i tanti “ragazzi” che vengono qui in pellegrinaggio nel luogo ove sono ricordate le loro gesta e la loro storia.
Questo è quello che pensano i cittadini bassanesi che l’hanno ricevuto e certamente lo custodiranno con l’affetto e la solidarietà di sempre. E’ stato forse per la consapevolezza di tutto questo che è stato deciso di costruire a Bassano questa testimonianza di impegno, di valore e di pace, vicino all’altro monumento, che ripete con la sua canzone un analogo invito di fraternità: ” Sul ponte di Bassano noi ci darern la mano …”. E’ presunzione questa? Forse sì, ma è anche soprattutto un richiamo a tutti perché cI ricordiamo che in questi anni difflcilim non ci dobbiamo dimenticare di quali mezzi, di quale spirito, di quanto impegno generazioni precedenti si sono valse per affrontare le più gravi difficoltà. Che il loro esempio continui e ci giovi.
E grazie ai “Ragazzi del ’99″• (e soprattutto alla Presidenza, al Dott. Liguori ed al Cav. Radici che hanno propiziato tale richiamo.
Pietro Fabris, Sindaco di Bassano del Grappa

BASSANO DEL GRAPPA – 1° OTTOBRE 1972

POSA DELLA PRIMA PIETRA DEL MONUMENTO AI “RAGAZZI DEL ’99 con immagini tratte dal libro  citato

 LA PRIMA PIETRAla pergamena IL TUBO CONTENENTE LA PERGAMENA VIENE IMMESSO DALL’ONOREVOLE RUMOR NELLA PRIMA PIETRA DEL MONUMENTOIL MINISTRO ON. RUMOR FIRMA LA PERGAMENAILSINDACO  DI BASSANO FIRMA LA PERGAMERNAFIRMA IL COMANDANTE LIQUORI

BASSANO DEL GRAPPA – 14 OTTOBRE 1973

INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO NAZIONALE 

AI “RAGAZZI DEL ’99”

ALCUNE IMMAGINI TRATTE DAL LIBROIL SALUTO DEL SINDACO COMM. FABRIS

UNO SCORCIO DELLA GRANDE SALA DEL CINEMA TEATRO “ASTRA” GREMITISSIMA DI PUBBLICO

PARLA IL COMM. LIGUORI DIRETTORE DEL “Tascapane”.

L’ALLOCUZIONE UFFICIALE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ON. M. RUMOR

UBICAZIONE

Il monumento si trova all’interno di un grande parco intitolato prorio ai “Ragazzi del ’99”, in località Prato Santa Caterina. Questo parco ha u      na estensione di circa 45.000 mq.

Il LATO EST

immagine complessiva

IL RAGAZZO DEL ’99 Si trova nella zona più bassa e antistante al complesso riguardante le fasi della Guerra 15-18. Su base di pietra del Grappa  si eleva nel cielo la grande statua in bronzo, alto 3 metri e 60 cm  con lo zoccolo in pietra, di un Ragazzo del ’99, in tenuta di combattimento, con il braccio alzato e lo sguardo  rivolto al massiccio  del Grappa. Il bronzo è opera dello scultore Alberto Sparapani ( Nato a Casale Marittimo (Pisa) il 14 maggio 1911 – Morto a Carrara Avenza il 10 gennaio 2004 – Suoi sono i bronzi presenti nella spalletta)  .

Da notare inoltre la scritta “SEI LA MIA PATRIA” sulla base del monumento e la scritta a grandi dimensioni “AI RAGAZZI DEL ’99” posizionata  centralmente alla fascia marmorea che circonda il basamento di tutta la struttura.

seguono altre immagini

LA SPALLETTA ANTERIORE La “spalletta”, anch’essa in pietra del Grappa, si sviluppa per circa 18 metri con un movimento ascendente ellettico  e con altezze variabili da due metri a circa sei metri. Su questa spalletta anteriore  sono applicati quattro grandi pannelli  contigui in bronzo con una superficie di 16,30 mq, che raffigurano quattro episodi salienti della Guerra: la chiamata, la battaglia di arresto, la battaglia del Solstizio, la battaglia di Vittorio Veneto.  

LA CLASSE 1899 – LA CHIAMATALa figura simbolica dell’Italia riassume il sacrificio compiuto da tutti i cittadini per la Patria comune. Le famiglie salutano i giovanissimi  del ’99 partenti per partecipare direttamente alla guerra combattuta, mentre tutte le attività agricole ed indistriali compiono nuovi e maggiori sforzi per sostenere più efficacenebte le forze armate operanti.   Visione quasi realistica dello schieramento delle fanterie italiane sul Piave per arrestare su queste sponde la tracotente avanzata austro-ungarica e germanica, potuta ottenere  in seguito alla dodicesima battaglia dell’Isonzo a Caporetto   La massiccia presenza delle bocche da fuoco d’artiglieria rievoca l’azione decisiva svolta da quest’arma dapprima con il tiro di contropreparazione, poi con il tiro a difesa di tutti settori impegnati dalla offensiva austro-ungatica. E’ ricoradato l’intervento dell’aviazione italiana culminato nel sacrificio di Francesco Baracca.

I fanti italiani, dopo cinque giorni di violenta offensiva e per la generosa opera dei pontieri, sono riusciti a forzare il Piave, gonfio di piena. Le divisoni di cavalleria, precedento il grosso dell’esercito, si lanciano all’inseguimento per prevenire il nemico ai passaggi del Tagliamento ed impedirgli qualsiasi successuva resistenza.

IL BOLLETTINO DI GUERRA n. 1268 DEL GENERALE DIAZ           4 novembre 1918La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re – Duce Supremo –  l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabiel  e tenace valore condusse, ininterrotta ed aspissima, per 41 mesi, è vinta.
La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte 51 divisioni italiane, 3 britanniche, 2 francesi, una czecoslovacca ed un reggimento americano contro 73 dlvisioni austro-ungariche, è finita.
La fulminea arditissima avanzata del XXIX Corpo d’Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino,  travolte ad occidente dalle truppe della Settima Armata,  ad oriente da quelle della prima, sesta e quarta, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria.
Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della Dodicesima, dell’Ottava, della Decima Armata e delle divisioni di cavalleria,  ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.
Nella pianura S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua lnvitta Terza Armata,  anelante di ritornare sulle postetonr da essa già vittoriosamente conquistate,  che mai aveva perdute.
L’esercito austro-ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento; ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e presso che per intero i suoi magazzini e i depositi; ha lasciato finora nelle nostre mani circa 300.000 prigionieri con interi stati maggiori e non meno di 5.000 cannoni.
I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.  4 novenbre 1918 – Diaz

Il LATO OVEST visione d’insieme

sono le princopali località della zona d’operazione bellica (1917-1918)

IL PLASTICO “DALL’ ADAMELLO AL MARE,  è in bronzo, le cui dimensioni sono  di  metri 3,55 x 1,75.

I DECORATI DI MEDIAGLIA D’OROIn questa immagine vediamo un’ampia area degradante caratterizzata da un verde tappaeto dal quale emergono delle macchie bianche rappresentate da massi del Grappa. Su questi massi sono stati incisi i nomi degli undici  ragazzi medaglie d’oro al valor militare.

Due di questi massi sono  invisibili essendo ricoperti da una eccessiva  vegetazione, che dà una colorazione  verdognola ai bianchi massi del Grappa. Vedi immagine sottostante

BARTOLOMEi UGOCADLOLO ALBERTOCARABELLI RODOLFOCITARELLA CARLOLIPELLA GIOVANNILUSI GIULIOMICCINESI ARDUINOMICHELINI TOCCI FRANCESCOPARILLA ANGELOPONZIO DI SAN SEBASTIANO MARIOVITALI DARIO

LA CRIPTAIn corrispondenza del punto più elevato del monumento è stata ricavata una cripta semicircolare. Ad essa si accede attrarverso una breve scalinata. Al centro vi è un semplice altare in pietra con base cilindrica incisa  realizzata da Danilo Andreose (nato ad Agna (PD il 9 agosto 1922 e morto a Bassano del Grappa il  19 marzo 1987. Oltre a questa opera Andreose è stato consulente per le opere in marmo e in pietra).  Le pareti curvilinee sono completamente ricoperte di tessere marmoree, recanti i nomi di tutti i “Ragazzi”. La cripta è stata consacrata il 23 giugno 1974

NB. Oltre il suddetto monumento sorto a Bassano del Grappa per tener desta la memoria dei “Ragazzi del “99”, si progettarono vari progetti quali – una scuola materna speciale a favore di bambini subnormali o disadattati  – un centro occupazionale – un centro di riabilitazione motoria. Di questi progetti non sono in grado di sapere se sono stati realizzati.

FONTI

I RAGAZZI DEL ’99 – Autori vari – Grafica L.P. di Genova, dicembre 1974

MONUMENTO AI “RAGAZZI DEL ’99” in Notiziario degli Amici del Museo e dei Monumenti di Bassano del Grappa, pagg. 109-112, a cura di Flavia Casagranda, Dicembre 2007

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pubbicato 27 giugno 2023

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