BASSANO DEL GRAPPA – LA CHIESA DI SAN FRANCESCO

LA CHIESA DI SAN FRANCESCO  

LA STORIA

In varie pubblicazioni viene scritto, sostanzialmente, che secondo una tradizione risalente alla fine del sedicesimo secolo o inizi del secolo successivo la Chiesa di San Francesco, posta al lato sud della Piazza Garibaldi, fu costruita tra il 1158 e il 1183 da Ezzelino il Balbo, al ritorno dalla Terrasanta, a compimento di un voto e dedicata alla Vergine Maria. Questa tradizione viene riportata anche dal Brentari (Storia di Bassano, 1884) che scrive ” Quando, a causa delle discordie fraterne e dei tradimenti, gli avanzi dell’esercito cristiano sfuggiti al ferro, alla fame e alle malattie dovettero fare ritorno in Europa, anche Ecelino che, al dir del Sale, era andato colà ”accompagnato da un numero riguardevole de’ suoi fedelissimi Bassanesi” , ritornò in patria, coperto di gloria, ed accolto dai suoi cittadini con grandi feste. Narra una antichissima tradizione, riferita da tutti i cronisti bassanesi, che Ecelino, durante il tragitto di mare, fu colto da fiera burrasca, e fece allora voto di innalzare, se arrivasse salvo alla spiaggia, un tempio in onore di Maria. Giunto a Bassano, per sciogliere il voto, fabbricò, al di fuori delle mura, presso l’argine della fossa esterna della città, vicino ad una cappella, ora distrutta,di Sant’Antonio, un chiesa che era sacra a Maria, prima che i monaci di San Francesco, quando vennero ad officiarla, la dedicarono al loro istitutore e patrono”. Tuttavia lo stesso Brentari esprime un forte dubbio su quanto da lui stesso descritto perché andando alla ricerca di fonti documentali non trova alcuna certezza, anzi citando nella nota (2) il Michaud (che aveva scritto nel 1831 una “Storia delle Crociate” ) il Brentari riferisce che parlando della II crociata non fa il “menomo cenno di Ecelino”. Ma ancora prima il Verci nella sua Storia degli Eccelini del 1775 parla della questione della presenza o meno di Ezzelino il Balbo in Terrasanta e della successiva costruzione della Chiesa votiva. Scrive “Noi non vogliamo entrare in questa discussione, poiché non v’è prova autentica e sufficiente a convincerne pienamente. E’ vero che tutti i Cronisti delle cose di Bassano ciò fermamente asseriscono, ma questi essendo per ordinario scrittori di poca fede non osiamo noi colla sola loro autorità assicurare un fatto di tempi così remoti.” Tuttavia poi il Verci e anche il Brentari propendono certamente che Ezzelino il Balbo sia stato veramente in Terrasanta e che tale presenza sia accaduta durante la seconda crociata, che come scrive il Brentari “così promettente nei suoi apparecchi, così disastrosa nella sua esecuzione, così misera nella sua fine, predicata da San Bernardo di Chiaravalle, e diretta da Corrado III imperatore e da Luigi VII re di Francia” (op. cit. pag 86).  Infatti continua il Verci “Certo è che fin ne’ primi anni di questo secolo esistevano ancora in quella Chiesa alcune antichissime pitture, che tutte annunziavano con chiarezza i fatti di sopra esposti. E molti vecchi, che le hanno cogli occhi propri vedute prima che quella Chiesa fosse rifabbricata, ce ne hanno fatto testimonianza”.
La soluzione di quanto sopra comincia a dipanarsi negli ultimi decenni dello scorso secolo di cui fa un’ampia disamina la studiosa Giuliana Ericani nel suo scritto “La Chiesa di San Francesco a Bassano. Il restauro come momento di conoscenza, a pg.9 ” nel bel libro “La Chiesa di San Francesco. Il Restauro” a cura della Città di Bassano del Grappa e della Parrocchia di Santa Maria in Colle. Scrive la studiosa dopo aver citato precise documentazioni “La Chiesa di San Francesco venne costruita sul fondo occupato dalla ca’ di Dio, eretta nel 1270, secondo i dati in nostro possesso e com’era consuetudine per i primi insediamenti francescani, da terziari o “fratres de penitentia”, che appartenevano alla comunità di San Donato a capo del Ponte, comunità lì documentata nel 1227”. Altri documenti vengono citati tra cui quello in data 21 giugno 1300 “quando Cecilia, vedova di Guido Scanafede, detta il proprio testamento “in ecclesia Sancti Francisci” e dispone un lascito “in ausilio edificationis ecclesiae Sancti Francisci”. E ancora sempre la Ericani “Il completamento della facciata dell’edificio può collocarsi nell’autunno del 1306… quando viene completato ad opera di Buoninsegna, uno dei più eminenti cittadini di Bassano, il “capitellum”, un’edicola retta da 4 colonne, … a copertura della sua tomba, proprio al centro della facciata della chiesa.”
Nel 1713 e seguenti anni la chiesa fu trasformata in una struttura barocca che riguardò l’interno, e anche l’esterno per l’apertura di nuove finestre, perdendo la sua configurazione originale.
Nel 1771 il complesso chiesa-convento – con la soppressione da parte della Repubblica Veneta della comunità religiosa – fu messo in vendita e di volta in volta divenne ospedale, magazzino, caserma, scuola. Nel 1840 il convento fu trasformato in museo e in biblioteca e la chiesa fu riaperta al culto religioso. Ebbe successivamente altri ampliamenti e restauri che diedero vita all’attuale manufatto, con il ripristino dell’originale impianto di stile gotico tra il 1926 1 il 1928.  Nel 1981 fu eseguita una pulitura generale interna e sistemato il coro. Nel periodo 2003-2006 furono necessari altri inventi di restauro in particolare con rifacimento completo del tetto e della pavimentazione del soffitto e delle pareti sia interne che esterne.
  

STRUTTURA ESTERNA

L’involucro esterno (il paramento murario) della Chiesa  (come possiamo vedere dalle immagini soprastanti che evidenziano dall’alto al basso il lato nord e il lato est)  è realizzato con pietre e ciottoli del fiume Brenta alternati a liste di mattoni. interrotto da lesene (strutture architettoniche a funzione decorativa, non portante, consistenti in un fusto a pianta rettangolare appena sporgente dalla parete stessa) di mattoni a vista, legate sotto gronda da archetti pensili. 

La facciata ha una struttura a capanna con uno sviluppo verticale che viene accentuato dall’esile e agile  protiro (termine architettonico che individua un piccolo portico con volta a botte sostenuta da una coppia di colonne, posto a protezione e copertura dell’ingresso principale di una chiesa). Già intravediamo gli affreschi ad esso collegati (i numeri associati si riferiscono alla loro localizzazione nello schema più sotto).

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All’interno del protiro un affresco del 1613 opera del ppittore Andrea Martinelli che raffigura La Madonna con Bambino tra i Santi Antonio e Francesco (12)

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Scostato verso il lato dx della facciata, a ridosso dell’entrata del Museo Civico di Bassano, un altro affresco, più grande del precedente, raffigurante l’Annunciazione attribuita al pittore Battista da Vicenza (secolo XV). Seguendo il Brentari si dice ispirata all’eresia dei Valentiniani , eresia che vuole il Figlio di Dio sia sceso nel grembo di Maria già formato, gia completo in cielo, come si evince dalla immagine (13).

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A Sx del protiro troviamo alcune lapidi in marmo quali stemmi funerari del Trecento (14).

INTERNO DELLA CHIESA

Stilisticamente la chiesa può essere inserita nei modelli conventuali romanico-veneti con inserimenti decorativi di stile gotico. 

L’interno è a croce latina con una grande navata centrale, priva di altari laterali, originariamente occupata in parte dal coro dei frati, con breve transetto , dal quale attraverso alcuni gradini si apre nelle tre cappelle absidali.

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 Utilizziamo uno schema per localizzare più facilmente gli elementi più importanti, indicati coi numeri dall’1 al 14.

A = NAVATA e  B = TRANSETTO

C = PRESBITERIO CON ALTARE MAGGIORE con il Crocefisso ligneo stazionale attribuito al Guariento

D = ALTARE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO

E = CAPPELLA CON L’ALTARE del crocefisso romanico legno dipinto XII secolo

F = ALTARE DELL’IMMACOLATA 

G = CAPPELLA DEGLI UGUCCIONE

H = PORTA MURATA CON ALA NORD DEL CHIOSTRO

 I =  PORTA MURATA CON ALA EST DEL CHIOSTRO  L = CHIOSTRO   M = SACRESTIA

I CROCEFISSI

  IL CROCEFISSO attribuito al GUARIENTO (1)

A riguardo di questo Crocefisso opera di Guariento (vedi più avanti),  Francesca Flores d’Arcais scrive confrontando questo Cristo con quello presente nel Museo Civico e realizzato dal Guariento, giovane artista legato al linguaggio giottesco “… il segno è diventato più incisivo e tormentato; la figura di Cristo raggiunge una esilità di sapore più spirituale; nei volti della Madonna e di San Giovanni, è una maggiore accentuazione drammatica, ottenuta con un segno che sembra scavare i lineamenti;  il colore è diventato plumbeo e scuro: si veda ad es. la roccia color verde oliva, su cui poggia la Croce; sono tutti elementi che caratterizzano il linguaggio tardo di Guariento …” 

[GUARIENTO di ARPO nasce a Piove di Sacco (Pd) nel 1310 circa  e muore prima del 1370. La sua attività artistica è’ documentata dal 1338 al 1367. Le sue opere principali sono, oltre a questo qui illustrato, il Crocifisso (Bassano del Grappa, Museo Civico, 1332 circa, che riecheggia lo stile di Giotto, ma con accenti gotici, nell’uso della luce e nell’arricchirsi dei panneggi); il Polittico dell’Incoronazione datato 1344 su commissione dell’arciprete di Piove di sacco, Alberto, amico dei Carraresi dei quali diverrà poi come pittore di corte (attualmente al Pasadena, Norton Simon Museum of Art): la  decorazione della cappella privata della reggia carrarese nel 1354  dove compare un avvicinamento dell’artista al linguaggio della pittura veneziana e in particolare a quello di Paolo Vene¬ziano (Padova, Accademia Patavina di Scienze,Lettere e Arti); gli  affreschi per la sala del Maggior Consiglio  tra 1365 e 1368 (Venezia,Palazzo Ducale)]   

IL CROCEFISSO LIGNEO ROMANICO (4)

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Questo crocefisso è stato conservato per secoli nel Duomo di Santa Maria in Colle. Viene datato nei primi decenni del XIII secolo e sarebbe opera di un intagliatore operante nell’ambito della Marca trevigiana, anche se il primo documento relativo è del 1681. La rappresentazione spaziale del corpo di Cristo sicuramente è stata calcolata per essere ammirata dal sotto in su e probabilmente, come risulta da una cavità nel retro, veniva issata su un supporto per innalzarlo alla vista di tutti. La testa con l’aureola intagliata tutta d’un pezzo  come pure il resto del corpo (che è senza braccia) sono di legno di pioppo.  Alle estremità del braccio orizzontale abbiamo un sole ed una luna dal volto umano circondate da una raggiera: una interpretazione francescana riferibile alla bellezza del creato da parte del Cantico delle Creature  in contrapposizione alla eresia del Catari che avevano repulsione per la natura e per la vita in quanto dominate dal demonio, da Satana. Tutte le forme sono intagliate a punta a cresta acuta. Mancano le braccia. Sottoposto nei secoli a vari restauri sia nella struttura plastica che nel rivestimento cromatico.

 LE PITTURE MURALI

 Madonna con bambino con sottostante iscrizione funeraria a Giovanni Von Wernaw (3)

Madonna in trono ((6)

Città medioevale (7).

Cristo tra la Madonna e San Giovanni, affresco del XV secolo.(8)

 San Michele Arcangelo nella cappella absidale sx (D) di pittore guarientesco

Madonna in trono con Sant’Antonio abate e santa Caterina a destra dell’altare della Immacolata Concezione (F) 

Le pareti della chiesa nel corso dei primi due secoli furono decorate con numerosi affreschi di cui rimangono interessanti vestigia. In questi secoli la presenza di pitture murali è assai numerosa, per la necessità della Chiesa di illustrare alle genti in genere analfabete le vicende della Bibbia e del Vangelo, e nel contempo dimostrare la grandezza e l’ opulenza della chiesa stessa.

internet_-_MADONNA_IN_TRONO_E_7_CITTA_MEDIOEVALE_-_DSCN0008  Madonna in trono ((6)

internet_-_citt_medioevale_-_DSCN0640    Città medioevale (7). 

_03__-_MADONNA_CON_BAMBINO_E_ISCRIZIONE_FUNERARIA_-_DSCN0009Madonna con bambino con sottostante iscrizione funeraria a Giovanni Von Wernaw (3)

internet_-_cristo_tra_madonna_e_san_giovanni  Cristo tra la Madonna e San Giovanni, affresco del XV secolo.(8)   _san_michele_arcangelo_DSCN0633San Michele Arcangelo nella cappella absidale sx (D) di pittore guarientesco   DSCN0675_-_affresco_accanto_altare_madonna_immacolata  Madonna in trono con Sant’Antonio abate e santa Caterina a destra dell’altare della Immacolata Concezione (F) attribuito a Battista da Vicenza

ALTARE DELLA IMMACOLATA CONCEZIONE 

Spostandoci nel transetto (B) e guardando verso nord (5) , il nostro sguardo incontra l’altare della Madonna Immacolata, opera di Luigi Bizzotto (vedi più avanti) Ammiriamo il grandioso altare barocco ideato da Bernardo Tabacco di cui fece il basamento e  il bellissimo paliotto in marmo e legno che rappresenta il Sogno di Giuseppe. (per “ paliotto”, dal latino pallium, “velo”, si intende il pannello decorativo che viene usato in alcune chiese come rivestimento della parte anteriore di un altare, e può essere di vari materiali)

 [LUIGI BIZZOTTO nasce a Rossano Veneto il 17 Luglio 1903 da Gregorio ed Elisa Scapin. Il padre è sarto, ma è anche pittore autodidatta per diletto. Si accorge presto dell’inclinazione artistica del figlio: lo asseconda e gli permette di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Venezia, nonostante le difficoltà ed i disagi del primo dopoguerra. Gigi è coetaneo ed amico di Fratel Venzo. Per un breve periodo insegna  disegno presso la Scuola Media di Bassano, ma dopo aver vinto un concorso per un’opera di carattere sacro, la pala di Santa Brigida attualmente nella chiesetta del cimitero di Roncegno, per non prendere la tessera del partito, lascia il lavoro statale e da quel momento si dedica esclusivamente all’arte. Nel 1932 sposa Lina Zamperla, la sua amata Odilla, da cui avrà cinque figli. Di carattere schivo e modesto, si dedica solo al suo lavoro, lasciando numerosi lavori specie in Bassano, e nelle province di Treviso e di Padova. Lavora a Ginevra e opere sue sono, o sono state anche in altri Paesi, anche se gli eventi storici ne hanno cancellato le tracce. Luigi Bizzotto affresca, dipinge, disegna vetrate fino alla seconda metà degli anni Sessanta, poi viene colpito da paresi: muore nel 1969 a Rossano Veneto]

  LA CAPPELLA UGUCCIONE    _crocefisso_della_cappella_uguccione_-_DSCN0642

La cappella Uguccione  (G) ora della Riconciliazione (sede de Confessionali) già altare di S. Antonio da Padova e di S.Rita da Cascia, fu costruita lungo il lato settentrionale unita alla navata con un grande arco ogivale nel 1446 e rifatta nel XVI secolo. Nella parete nord un Cristo crocefisso del 1600 (immagine).  

  IL TETTO    

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Il tetto è a capriate lignee; la soffittatura è data da tavole di larice naturale con listelli coprigiunto decorate (‘cantinelle’) .

  ALTRO

(10) Monumento marnoreo sepolcrale a  Francesco Dal Ponte il giovane del 1592

  (11) Monumento  marmoreo sepolcrale ai fratelli Baldassare e Antonio Compostelladel 1710.

 

 

DA VIVERE
Importante per chiunque sia entrato nella Chiesa di San Francesco è fermarsi e aspettare qualche secondo: piano piano inizierà a percepire sensazioni e atmosfere completamente diverse da quelle lasciate oltre la vecchia porta d’ingresso: una luce soffusa che confluisce verso il centro dell’abside illuminando il Cristo in croce immerso nelle ampie fonti luminose finestrate; un silenzio melodico ritmato dal respiro tranquillo e dai passi degli altri visitatori che va ad infrangersi nel grandioso tetto a capriate; una incognita sorpresa per i resti di grandi affreschi, che appaiono quasi morsicati dal tempo e forse dall’incuria; un’ atmosfera di dignitosa, quale regale, povertà delle superfici, degli addobbi come poteva essere per dei veri discepoli del santo di Assisi o comunque discepoli di quel Cristo crocefisso  (che a me suscita sempre grande emozione) detto romanico, intagliato in un rozzo pezzo di legno,  dal quale pare voglia esplodere un grido di dolore, e una grande sensazione di pace che poi ti coglie incontrando la dolcezza del volto della Madonna Immacolata Concezione… Non uscire…  Resta ancora …

PRINCIPALI FONTI BIBLIOGRAFICHE DOCUMENTALI

AA.VV. Bassano nei secoli della sua formazione. Città e teritorio tra Duecento e Trecento. Comitato per la Storia di Bassano,1991. (da leggere in particolare “Le arti figurative a Bassano nei secoli XIII e XIV” di Francesca Flores D’Arcais, pp 113-122)

AA.VV. Il  Crocefisso ligneo di S.Maria in Colle. Comitato per la Storia di Bassano.Società Editoriale G,B.Verci, Bassano, 1986. (da leggere in particolare “Il quadro storico” di Gina Fasoli, pp 11-13; e “Appunti critici” di Michael Semff, pp 17-27).

AA.VV. Guida di Bassano del Grappa. Edizioni Scrimin, 1981.

BARAGLI SANDRA. Il Trecento. Collana i Secoli dell’Arte. Mondadori Electa, Milano 2005.

BRENTARI OTTONE. La storia di Bassano e del suo territorio. Bassano, Sante Pozzato, 1884.

BRENTARI OTTONE, Guida storico-alpina di Bassano-Sette Comuni. Bassano, Sante Pozzato,1885.

ERICANI GIULIANA (a cura di). La Chiesa di San Francesco. Il restauro. Città di Bassano del Grappa, Parrocchia di Santa Maria in Colle, 2007. (da leggere in particolare “La Chiesa di San Francesco a Bassano. Il restauro come momento di conoscenza” di Giuliana Ericani, pp 9-25).

PARROCCHIA DI SANTA MARIA IN COLLE. Le chiese. Stampato informativo.

PROVINCIA DI VICENZA. COMUNE DI ROSSANO VENETO. Luigi Bizzotto 1903 – 1969, a cura di Francesca Brandes. 2009

 REMONATO RUGGERO. Spigolature bassanesi. A spasso per la città di ieri e di oggi. Editrice Artistica Bassano, 2010..

 VERCI GIAMBATISTA. Storia degli Ecelini, Bassano, Remondini, 1775 .

VERCI GIAMBATISTA. Notizie intorno alla vita e alle opere de’pittoriscultori e intagliatori della città di Bassano. Venezia, Giovanni Gatti, 1775.

Per nomi tecnici ho consultato www.treccani.it , www.sapere.itwww.wikipedia.it

BASSANO DEL GRAPPA – LA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

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