BASSANO DEL GRAPPA – IL PARCO “ANTONIO ROCCA”

 

IL PARCO  “ANT0NIO ROCCA”

POLMONE VERDRE DEL QUARTIERE FIRENZE “

                                                           a cura di Vasco Bordignon

CENNI STORICI

(A) Ricordo che 45 anni fa; quando venni ad abitare in questa zona, il Quartiere Firenze non esisteva ancora. La sua superficie era allora rappresentata da un terreno agricolo situato in una posizione periferica rispetto al centro storico della Città, con un grande condominio centrale con alcune abitazioni sparse qua e là nel territorio. Si trattava comunque di una zona abitativa attrezzata molto richiesta che nel corso di qualche anno trovò il suo pieno e confortevole sviluppo. Ricordo ancora che un gruppetto di residenti, su iniziativa spontanea si attivò per affrontare ” IN PRIMIS” i problemi del territorio sotto l’aspetto sociale, logistico e ambientale. Nel 1975 ebbe luogo l’elezione del primo Comitato di Quartiere denominato “FİRENZE” ufficialmente riconosciuto dall’Amministrazione Comunale della nostra Città. ALESSANDRA GIUSEPPE, ANDREOZZI MARIO, CADO GILBERTO FERRARI ALFREDO, GEREMIA SERGIO, GIACETTI ARMANDO, MARIN ANTONIO, MILANI MARIO e SILVESTRI FRANCA furono i primi componenti eletti del Comitato di Quartiere. La loro attività operativa fu inizialmente alquanto impegnativa dovendo essi fare attenzione a sorprese nel campo edilizio e ad iniziative varie molto spesso fuori programma. Faticoso fu il loro lavoro svolto in relazione alla progettazione del parco che doveva diventare, e come di fatto è avvenuto, il gioiello , la vera ricchezza del Quartiere Firenze. Fu il risultato di una intensa attività lavorativa che vide all’opera decine e decine di volontari guidati da personale esperto e da tecnici di primordine, A proposito, un elogio particolare va fatto all’architetto Maria Luisa Mazzotti progettista del parco, guida insostituibile sempre in prima linea. Il parco, realtà dinamica, divenne nel tempoil luogo più frequentato per le molteplici attrattive a disposizione: giochi per bambini, settori riservati agli sport, piste pedonali, spiazzo per il pattinaggio. Molto apprezzata la collocazione di numerose panchine ideali per il relax delle persone specie se anziane, e per chi desidera trovare refrigerio all’ombra delle fronde arboree. … (di Antonio Marin, da Info Firenze, dicembre 2016)

(B)  – QUARTIERE FIRENZE : questo sconosciuto

Ogni tanto si pensa al tempo che passa veloce e, in rapida successione, scorrono nella memoria immagini che appartengono ai ricordi. A volte questi ricordi si affacciano discreti quasi per non disturbare,e cosi è successo a me in questi giorni, mentre riordinavo, in una vecchia scatola di latta, delle foto del parco giochi e del quartiere. Ho cercato di fare lentamente questa operazione proprio per gustare quegli attimi lontani, fissati in una foto, carichi di entusiasmi, di speranze, di amore civico. Entusiasmo di chi crede che fare qualche cosa per la società sia un dovere. Speranze, perché impegnarsi, per migliorare I’ambiente in cui si vive, ha come obiettivo consegnare ai posteri un ambiente bello, curato, armonico, protagonista che merita rispetto e di cui accorgersi per non lasciarlo in abbandono. Amore civico, perché frutto e sintesi di una educazione che aveva molto riguardo alle cose di tutti, volute da tutti, fatte col sacrificio di tutti. Da allora è passato parecchio tempo 1980, altro secolo ! Maggio 1980, inaugurazione del Parco Giochi ! Per me è vivissimo il ricordo di quando i “Padri Fondatori”, ovvero il Consiglio Costituente, che ancora si riuniva al bare non nella sede, perché anch’essa è frutto di impegno sociale per ottenerla, si riunivano con un obiettivo: bonificare un campo di granoturco ai margini del quartiere, ricettacolo di drogati e farne un parco pubblico in grado di dare un’identità positiva al quartiere e offrire uno spazio di aggregazione nel tempo libero per tutte le età.
Cosi fummo incaricati del suo progetto, eravamo tre giovani professionisti: la sottoscritta, l’ingenere Andreozzi, il perito Baggio. Lavorammo al progetto diversi mesi per non trascurare nulla nemmeno l’espressione delle stagioni nella vegetazione, ma alla fine ci sembrò un bel lavoro in cui tutte le età e le diverse esigenze venivano soddisfatte. Fu presentato al comune tutto il progetto nelle sue tavole grafiche e subito fu approvato, non solo, ma anche “adotato”. Infatti il Consiglio comunale deliberò all’unanimità a favore del Comitato Quartiere una soma di lire che andava coprire parzialmente le spese. II resto fu pagato da tutti gli abitanti volenterosi con offerte, con I’organizzazione delle Feste di Primavera e con lavoro manuale nella piantumazione delle piante, la formazione con reperimento di terreno per realizzare i rilievi, nel lavoro edile per l’esecuzione del manufatto dei servizi e quant’altro occorresse. Dei Padri Fondatori ci sarà memoria perpetua e gratitudine per il loro amore verso il bene pubblico come se fosse di proprietà, con la stessa attenzione e spirito di abnegazione. Primo fra tutti è doveroso ricordare Antonio Rocca, poi il Rag. Milani, il maestro Antonio Marin, Franca Silvestri, Urbano Jonoch, l’ingegnere Andreozzi , il rag Luigi Rebesco, vera colonna logistica.. Molti altri sono intervenuti nel tempo per sostenere questa opera, unica a Bassano, realizzata dagli abitanti, a tutti loro va la nostra viva riconoscenza. Per quanto mi riguarda sono pervasa da un velo di malinconia che diventa tristezza nel riporre queste foto e richiudendo la vecchia scatola di latta mi viene spontaneo di recitare una preghiera per quelli che hanno dato tanto e non ci sono più.
Arch. Maria Luisa Mazzotti

UNO  SCRITTO DA LEGGERE 

… una finestra sulla storia del Parco

di M.L. arch. MAZZOTTI

Appartiene alla memoria tutto quello che si è vissuto e la memoria è come un luogo dove rifugiarsi. L’orgoglio di tutti i residenti di questa zona di Bassano era costituito dal gioiello del Parco. Fu nel 1981 che prese la forma armonica che si vede, perché prima – è bene ricordarlo ai nuovi abitanti – non era altro che un terreno di circa 8000 mq coltivato ciclicamente a granoturco, pianeggiante ma con un dislivello verso nord in prossimità della statua. Nel 1980, grazie all’interessamento dell’allora comitato in essere, fu presentato un progetto che intendeva valorizzare quest’area a favore di tutti gli abitanti e che nessuno si potesse sentire estraneo. Una sorta di casa-giardino del q.re accogliente a tutti di tutte le età. Voglio ricordare chi tanto si adoperò e che era nel gruppo dei “padri
fondatori” : il maestro Marin Antonio, il rag. Milani Mario, il sig. Ferrari Alfredo, il geom. Andreozzi Mario, il sig. Geremia Sergio, il sig. Cadò Gilberto, il sig. Rocca Antonio, il sig. Jonoch Urbano, il dott. Celotto Antonio, il sig. Giacetti, il sig. Ciffo “Plinio”, la sig. Franca Silvestri, poi la sottoscritta e il rag. Rebesco Luigi e altri ancora che allungherebbero di molto la lista.Il progetto nacque proprio camminando sul sito, secondo gli insegnamenti della architettura organica di F.L.Wrigt, immaginando percorsi e spazi di sosta, di gioco, di spettacolo misurati proprio lì.Vorrei dire che fu un’esperienza bellissima vedere la trasformazione di quell’area agricola. Dopo le approvazioni di rito da parte del Comune, che elargì un  finanziamento di circa ventisette milioni di lire, tutti gli abitanti – chi con contributo in denaro, chi col lavoro manuale – collaborarono per la realizzazione al meglio del progetto.  lavori durarono qualche mese con ritmo intenso e talvolta febbrile.Ricordo la “questua” di terreno che feci io stessa nei vari cantieri dei dintorni dove vedevo movimento terra: cosi si poterono realizzare tutti i terrapieni, i rilevati, le collinette che possiamo vedere. Altre forniture ci capitarono in modo gratuito cosi da poter far fronte a tutte le spese. Anche le piante furono scelte col criterio di offrire scorci e colori in ogni stagione; queste non sono certo né poche, né casuali, né spontanee perché nessun albero era all’epoca presente. Infatti tutte le piante, gli arbusti, i cespugli, le siepi sono state scelte per essenza, per altezza, per prospettiva visiva. Per giorni e giorni, metro dopo metro i rastrelli pettinavano la terra e le squadre di volontari si avvicendavano con spirito di servizio a tutti. Sembrava quasi un sogno : stava nascendo il cuore del nostro quartiere. Ora questo luogo, il PARCO, non vorremmo fosse solo un luogo di ricordi, o meglio un luogo che non ci appartiene più, dove sono altre le persone che lo vivono anche di provenienza la più svariata, ben vengano, che si ritrovano. Cosi pratichiamo la dimenticanza di tutto quanto è costato in termini di affetto e sacrificio; cosi realizziamo il tradimento verso chi ha creduto in questo progetto e per questo ha sofferto nel vedere talvolta l’abbandono , il disinteresse nella sua cura, il distacco nell’uso di quanto di bello offire. Nel 1996 si costituì perfino un gruppetto di ragazzi che aderirono ad una iniziativa: difendere il Parco dalla maleducazione e dall’incuria di chi non lo amava facendosi presenti li il più possibile e allo scopo fu redatto anche un Regolamento. Quali altre iniziative sono possibili oggi? In questo spazio è in funzione un certo autocontrollo sia nei campi di bocce che negli spazi del gioco e di passeggio… ma non è sufficiente, si potrebbe fare qualcosa di più per garantire l’uso ottimale a tutti, magari con una più concreta vigilanza. La fantasia e la creatività ci aiutino a ripristinare aspettative anche in questo spazio cosi che non ci si limiti solo a raccogliere i frutti di quel progetto che conta già quasi 30 anni…

L’ INTITOLAZIONE

All’ingresso troviamo una  superficie fiorita con al centro  la titolazione del Parco a Rocca Antonio .  Questa titolazzione è avvenuta  nel 2017  con la motivazione  di aver contribuito a fare del Parco un ambiente accogliente, un’oasi di benessere per tutti gli abitanti del quartiere. Di giorno sempre presente e attivo, di sera vigilava , irrigava dove necessitava.

REGOLAMENTI

 CARATTERISTICHE DEL PARCO

E’ di libero accesso attraverso i quattro  varchi  di entrata o di uscita — Ha una straordinariua ricchezza di piante, alcune centenarie  —  La superficie è di circa 8000 mq – —  Numerose sono le zone di camminamento, come nella struttura centrale e soprattutto  nel  circuito pedonabile delle varie entità di contatto, realizzate con calcestruzzo —  Alcune zone centrali sono riservate ad attività  varie (concerti,  conferenze, sagre, ecc. , e ad attività sportive (pallacanestra, pallavolo , ecc. ) – inoltre ovunque ci sono  delle panchine per una pausa, per una chiacchierata, per mangiare qulcosa, oppuer solo per inspirare l’aria buona …

IL PERCORS0 PEDONALE 

IL PRIMO PERCORSO

entrata collegata alla Via Galileo Galilei – uscita collegata a circa la metà di Viale Toscana

Entro nel parco lasciandomi dietro la Via Galileo Galilei  per iniziare  la mia passeggiata nel lungo viottolo, delimitato a destra  dal continuo passaggio delle automobili  verso il centro del quartiere, mentre a sinistra vi sono   alcuni  rilievi erbsosi con varie piante che producono un  fresco ambie.  A metà del percorso vi sono due panchine per una eventuale sosta.

Procediamo e verso il itermine  incontriamo una verde  gobba dalla quale si vede anche uno spicchio di una costruzione utilizzata per porre al riparp vari attrezzi Procediamo fino a raggiungero l’alto Condominio CADORIN . In questa sede (siamo a metà del Viale Toscana) possiamo entrare /uscire dal parco.

I

IL SECONDO PERCORSO

entrata collegata  a  circa metà  del Viale Toscana a ridosso del Condominio  Cadorin – uscita numero due a metà del viale Toscana a ridosso del Condominio  Cadorin  – Questo percorso è dapprima piano, poi  salirà di circa mezzo  metro.

Iniziamo questo percorso ammirando non solo  le immagini del percorso ma anche le immagini floreali del Condominio.

A sinistra, poco dopo, si nota  parte del “magazzino” e la lunga striscia dei  giochi  per i bambini (immagini)

ancora a sinistra incontriamo un robusto tavolo con robuste sedie in atmosgera campestrei a destra presenza di varie piante e numerosi fiori  a destra e a sinisra  si caammina circondati da zone erbose si prosegue  con una  liebve maggiore altezzasempre a destra  fiorisempre a destra saliamo ancora un pò  e  troviamo numerose  vecchie mura della villa Rezzonicosempre a destra, salendo ancora un po’, troviamo una  chiassosa canaletta  dove  scorre veloce dell’acqua  che andrà ad irrigare  varie produzionio sopratttutto orticole  quando vi è scarsità di acqua meteorica . Se alziamo gli occhi ci accorgiamo della presenza di una  lunga balaustra (circa 16 metri ) attraverso la quale,  al tempo dei Rezzonico,  si pescava  vari tipi di pesci che venivano fatti crescere in un anfratto . 

In questa immagine documentiamo ahimè ciò  che resta di un” bocciodromo” …

sempre a destra vi sono i resti di un “bocciodromo”, e a breve distanza vi è una usciua/o una entrata da Via A. Manzoni.

LA GRANDE STATUA 

Prima di proseguire  ci soffermiano per vedere una grande statua (alta col piedistallo  oltre due metri ) consumata dagli anni e dalle intemperie.  Nonostante  ciò  vi sono elementi per identificare in questa statua la presenza dell’Ercole Farnese.  Comunque solo lo sguardo è ancora presente e, senza dubbio, ricorderà i fasti  della grande Villa .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella prima immagine della statua si vede  appena la presenza di un anfiteatro, e di una struttura per giochi  quale pallacanestro o, pallavolo, calcio, ecc..

nella realtàl’anfiteatro è un edificio di forma ovale o ellittica usata per spettacoli pubblici. Nella antichità classica veniva utilizzto prevalentememte  per i giochi  gladiatori e per la  velatores , ovvero  gli scontrri   tra gladiatori e animali. (Wikipedia )

per vari giochi

IL  TERZO PERCORSO

 entrata da Via Manzoni e uscita da Via Galileo Galilei  

Si tratta di un breve percorso in discersa circondata a nord e ad overst  da alcune abitazioni e ad est Ii percorso per  raggiunge sia l’anfiteatro,  sia la zona di giochi di squadra (immagine) accompagnato da piante e arbusti).

A mezza via  a destra ,  tra  vari arbusti , troviano una particolare Madonnina  Nera.

LA MADONNA  e la sua storia

Tra i segni della tradizione cristiana nel Quartiere Firenze , il nostro pensiero va spesso alla Madonnina nera del nostro storico parco giochi. Alcuni si fermano ogni tanto a recitare una preghiera, altri semplicemente per ammirarla; nella bella stagione comprano anche qualche variopinto mazzo di fiori. Forse non tutti però ne ricordano l’origine. La statua risale ai primi anni ’70 ed era inizialmente parte della tomba di una mamma morta dando alla luce il suo terzo figlio. Circa vent’anni dopo i due figli più grandi sono stati entrambi ordinati sacerodi scalabriniani: in quell’occasione hanno chiesta e ottenuto che la madonnina fosse trasferita nel parco giochi del Quartiere Firenze, dove loro stessi hanno giocato da piccoli. Ed ecco ancor oggi, a ricordo di tutte le mamme e a protezione di tutti e le mamme e a protezione di tutti i bambini. Eugenia De Sandre – Dicembre 2016, Il giornalino del Quartiere FIRENZE

la firma dellautore

IL QUARTO PERCORSO

 uscita/entrata  da via Galileo GalileiIl

A poca distanza dalla Madonnina vi è  la quarta uscita o la quarta entrata, entrambe in via Galielo Galilei

Questo percorso è acconpagnato a sinisra dalla continuazione del Boschetto già citato nel precedente, boschetto che viene poi  sostituito da un’ampia prateria che si arresta poi per la presenza  dei giochi dei bambini .

A desra una lunga rete metallica (interrotta sola per l’entrata in Parco i di mezzi  per  tagliaerbe  ) viene  copera da una rigogliesa vegetazione spontanea mentre a destra  vi è la continuazione del boscetto  già presente nel precedente territorio, boscetto che poi  viene sostituio da  una grande supeficie  a prato, fino a  raggiungere  il settore del parco giochi .

Alla fine del quarto percorso mi trovo davanti ad un “cuscino” di fiori e all’insegna della titolszione del parco  ad Antonio Rocca che, oggi,  forse, avrebbe qualcosa da dire …………

PUBBLICATO IL 20 AGOSTO 2024

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