LA CHIESA DI SAN LAZZARO
di Vasco Bordignon
NOTE STORICHE
1958, 30 dicembre. Mons. Carlo Zinato, vescovo ci Vicenza, mentre stava cresimando 51 ragazzi si accorse sia che il tetto della chiesa aveva bisogno di riparazioni e sia che, per la ristrettezza della vecchia chiesa, molte persone, non avendo trovato posto in chiesa, stavano fuori alle intemperie. Per queste motivazioni lanciò l’idea di una nuova chiesa più grande posta in una sede più vicina allo sviluppo della zona. (Carlo Zinato nacque nell’isola veneziana del Torcello il 18 dicembre 1890 e morì a Vicenza il 23 giugno 1974 – vescovo di Vicenza dall’8 giugnp 1943 all’11 settembre 1971)
Questa idea venne ripresa l’anno successivo dal parroco don Giuseppe Zambon in occasione del suo 25° anno di sacerdozio. L’idea venne favorevolmente accolta, si formò un comitato che presentò varie proposte. Venne scelta dalla popolazione la proposta più idonea nello spazio tra la Conceria Finco e le nuove scuole elementari comunali.
Con celerità furono soddisfatte le autorizzazioni religiose e comunali, scelto l’architetto Piantella per la progettazione della chiesa. L’appalto per la costruzione venne vinto dalla ditta Tessarolo Giuseppe.
1960, 27 novembre. Venne posta la prima pietra.
1961, 11 luglio. Fu approvato il progetto dalla Commissione Edilizia e Ornato di Bassano del Grappa e il Sindaco ne autorizzava la costruzione.
1963, domenica 3 febbraio. Avendo la ditta costruttrice portato a termine l’essenziale della nuova chiesa, nell’antica chiesa dedicata dapprima a San Lazzaro e poi a San Clemente e San Rocco, e poi di nuovo al primitivo titolo i parrocchiani ascoltarono l’ultima Santa Messa nella loro vecchia chiesetta. Al mattino fu battezzato per l’ultima volta un bambino, e poi il battistero venne trasportato nella nuova chiesa. Nel pomeriggio fu portato nella nuova chiesa il SS. Sacramento con tutto il popolo in processione. A questo straordinario evento nessuno volle mancate nonostante l’insorgere di una bufera di neve!
1963, 5 maggio, il Vescovo Zinato benediceva la nuova Chiesa e cresimava 45 ragazzi. Successivamente ulteriori lavori nel piazzale antistante., e più avanti la realizzazione di un Centro Attività Ricreative e il Complesso sportivo.
Successivamente vennero attivati anche i locali sotto la chiesa per la catechesi e per incontri formativi dei giovani. Si proseguì all’interno della chiesa con la pavimentazione in marmo, quindi l’acquisto dei banchi, la realizzazione della “bussola” della porta centrale, il battistero, i confessionali , gli altari laterali, l’altare principale , ecc. ,e altre realtà che saranno adeguatamente illustrate.
1987, 31 maggio. La chiesa fu consacrata dal Vescovo di Vicenza Arnoldo Onisto. (Arnoldo Onisto nacque ad Asolo il 16 luglio 1912 e morì a Bassano del Grappa l’8 maggio 1992; vescovo di Vicenza dall’11 settemre 1971 al 20 febbraio 1988).
L’ESTERNO
La costruzione della nuova chiesa ha l’asse principale est-ovest. Esternamente la sua struttura si caratterizza da una facciata (lato ovest) e da un lato est da dove diparte la struttura a torre, e dai due lati nord e sud che evidenziano una angolatura mediana, dando luogo così nell’insieme ad una struttura esagonale.FACCIATA(LATO OVEST)a sinistra vi è questa lapide commemorativa dei principali attori di questa chiesaLATO NORD a poca distanza vi è un monumento con la scritta ” San Lazzaro ai suoi figli caduti per la Patria” e a lato, sulla parete della chiesa, vi e’ la sottostante lapide con i nomi dei caduti LATO SUD lapide commemorativa di don Pietro CostalungaLATO EST
Per raggiungere l’entrata vi è una scalinata di undici scalini. L’altezza di questa scalinata permise la realizzazione al di sotto della chiesa di uno spazio, dove vi è una cappella “invernale”, e alcuni locali per le attività dei gruppi parrocchiali o altro.
L’INTERNO (L’AULA)
visioni d’insieme
AULA : 21 m. di lunghezza (da presbiterio alla uscita), 20 m, larghezza massima e 14 m. di altezza massima. (NB. l’aula è la zona interna della chiesa compresa tra la facciata e il presbiterio)
PRESBITERIO: 12 m. di lunghezza, 8 m. di larghezza e 12 m. di altezza.
L’ AULA
Superati gli undici scalini della scalinata, e la successiva “bussola” della porta centrale, a sinistra possiamo ammirare una icona (cm 129×54) raffigurante San Paolo.
Procedendo, a sinistra, troviamo una copia di un dipinto attribuito a scuola veneta dei primi decenni del Seicento. Sono illustrate le sette opere di misericordia corporali in base alle quali saremo giudicati da Cristo alla fine dei tempi. Misura cm 187×119.Procedendo, a destra troviamo una incisione raffigurante la SACRA FAMIGLIALA SACRA FAMIGLIA – Autore: Anonimo in Bassano per stamperie Remondini – Anno: prima metà secolo XVIII – Incisione a bulino su lastra di rame – NOTA: si tratta di una stampa IMPERIALE stragrande in nero composta da 4 fogli Reali incollati tra loro, in quanto all’epoca non era possibile realizzare stampe di dimensioni superiori a cm 400×600. Ogni foglio singolo misura mm 460×600 con dimensione dell’immagine raffigurata di cm 390×530. Nella stampa sono rappresentati San Gioacchino e Sant’Anna, genitori di Maria, e Santa Elisabetta tra la Madonna e San Giuseppe. Caratteristica basilare delle stampe antiche a carattere religioso era quella di rappresentare molto più giovani le donne rispetto agli uomini. (Informazioni di Fulvio Bicego)
Quindi, avanzando, sempre a destra, vi è una grande statua lignea (cm 158x55x38) raffigurante San Giuseppe che tiene in braccio Gesù Bambino.
LA STATUA DI SAN GIUSEPPE
A sinistra, combaciante, vi è un’altra statua (in gesso, dimensioni cm 143x48x38) raffigurante San Antonio da Padova con Gesù bambino.
LA STATUA DI SANT’ANTONIO DA PADOVA
Cappella della Riconciliazione
E’ rappresentata dalla presenza di due confessionali, eseguiti da Citton Tiziano su disegno dell’architetto Roberto Remonato. Tale sistemazione è del 1986.
Dopo i confessionali si apre lo spazio battesimale con il fonte battesimale e con l’immagine del battesimo di Gesù –
CAPPELLA BATTESIMALECome si può vedere, comprende il Fonte Battesimale rappresentato da una vasca, ricavata d un blocco monolitico di marmo rosso di Asiago, vasca sostenuta da un supporto di marmo bianco. Dimensioni: 160 cm in altezza e 114 cm diametro delle vasca. All’interno del Fonte Battesimale vi è un rivestimento in rame battuto che forma una duplice concavità. La copertura è ugualmente in rame, con la presenza di quattro tondi indicanti la fede, la speranza e la carità, e la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso. terrestre.A destra del fonte battesimale vi è un pannello di listelli in legno sul quale campeggia, in rame, sbalzato e cesellato, la scena del Battesimo di Cristo da parte di San Giovanni Battista. Dimensioni: altezza 136 cm di altezza e 89 cm di larghezza) Al termine di questo pannello vi è, sempre, in rame la colomba, simbolo dello Spirito Santo. Le opere in rame sono state realizzate da Silvio Pivotto di Rosà. Gli elementi che compongono questa cappella sono stati disegnati dal prof. Ulisse Ronzani.
Sul lato opposto vi sono due cappelle: la prima dedicata a San Rocco e la seconda alla Madonna.
Cappella di San RoccoL’iconografia di San Rocco è quella tradizionale: il mantello, il bastone, il cane, la ferita. La statua è in pietra (una rarità!) e misura cm. 135x50x32.
Cappella della Madonna
La statua della Madonna (in gesso, cm. 155x66x40) ha sul capo un diadema di stelle, è vestita di azzurro e di celeste, le braccia sono aperte nel gesto di accogliere tutti i fedeli. La Madonna ha un diadema di stelle, è vestita di azzurro, con le braccia nel gesto di accogliere tutti i fedeli NB. le quattro statue (di san Giuseppe, di san’Antonio, di san Rocco e della Madonna) provengono dalla vecchia chiesa di San Lazzaro.
LE VETRATE ARTISTICHE
Prima di giungere alla fine della navata, alziamo gli occhi verso l’alto per ammirare le due vetrate artistiche che raccontano a sinistra l’episodio della resurrezione di Lazzaro e a destra l’Ultima Cena con l’istituzione della Eucarestia.
Queste vetrate sono del prof. Leandro Pesavento (Bressanvido 1921 – Camisano 2000), realizzate nel 1962 dal laboratorio CaronVetrateArtistiche.
Le vetrate di Leandro Pesavento
Le vetrate di Pietro Modolo CaronVetrateArtistiche
Possiamo, sempre dalla precedente posizione, apprezzare le vetrate artistiche che corrono per tutto il perimetro della navata e terminano alla fine della torre presbiteriale disegnate e realizzate da Pietro Modolo CaronVetrateArtistiche nel 2010 eseguendo poi anche il restauro e la messa in sicurezza delle precedenti, vecchie vetrate del Pesavento.
Vetrata della cappella della Madonna vetrata della cappella di San Roccovetrata lato ovest da inizio a fine vetrate della zona penitenziale vetrate della zona battesimale una vetrata della torre presbiterialeDopo aver ammirato le vetrate, volgendo lo sguardo in direzione dell’uscita ci colpisce la serie della Via Crucis, e la presenza nella parete sovrastante l’ingresso nella chiesa di una grande Pala della Madonna, e al centro della Navata un grandioso lampadario.
LA VIA CRUCIS
La serie della Via Crucis corre tutt’intorno alle pareti dell’aula . Sono 14 formelle, 50×70 cm circa, in terracotta disegnate e realizzate da Terenzio Sonda. Sono state istallate nel 1986. NB. le varie tonalità della terracotta dipendono dalla variabilità della luce trovata.
LA PALA DELLA MADONNA
E’ opera del Trivellini e raffigura la Madonna del Rosario con Santa Rita a sinistra e San Domenico a destra, in centro vi è San Stefano, San Clemente papa, san Benedetto, san Rocco e sotto le Anime del Purgatorio tra le fiamme. Le sue dimensioni sono cm 223 cm x 127. (Francesco Trivellini, nato il 4 ottobre 1660 – morto nell’anno 1733)
IL LAMPADARIO CENTRALE
Su disegno del prof. Ulisse Ronzani è stato realizzato in ferro battuto dalla ditta Nicoletto Pietro. Consta di 51 lampade, ed è stato posizionato nel 1986 al centro della navata.Misura 6,0 m. di diametro e l’asta circa 11,5 m.
L’INTERNO – IL PRESBITERIOvisione d’insieme del presbiterio, rialzato dalla navata di due scalini.
Entrati nel presbiterio, troviamo al centro l’altare principale, l’altare eucaristico, installato nel 1986. L’altare è in comunione con il tabernacolo e con il Crocefisso.
L’altare è in marmo rosso d’Asiago, progettato e realizzato da Danilo Andreose. Misura 250 cm di lunghezza, 88 cm di larghezza ed uno spessore di 14 cm, senza contare il “paliotto” centrale. Anteriormenre, nella parte centrale, vi è un “paliotto” marmoreo realizzato sempre da Andreose, con un bassorilievo che ricorda l’episodio della Cena di Emmaus: Gesù con i due discepoli. Misura 85 cm di altezza e di 65 cm di larghezza.
A destra dell’altare vi è l’ambone per la proclamazione della parola di Dio, sempre in rosso d’Asiago e ugualmente realizzato da Andreose su disegno dell’arch. Francesco Zonta. Misura 116 cm di altezza e 75 cm di larghezza. Nella parte superiore vi è scolpita l’immagine della mano di Dio Seminatoree nella parte inferiore sono descritte le varie possibilità di crescita del seme a seconda del terreno in cui viene a trovarsi.
Sia a sinistra che a destra in linea con le precedenti strutture vi è una incisione:a sinistra racconta la nascita della Vergine Maria.
LA NASCITA DELLA VERGINE – Autore: ETIENNE PICART (Parigi 1632/ Amsterdam 1721) – Datazione: 1677 – Bulino – Dimensioni: cm. 45×55 – Stamperia: REMONDINI BASSANO – CALCOGRAFO ED EDITORE – Disegnatore: da un quadro realizzato nel 1611 di Guido Reni (Bologna 1575 / Bologna 1642) – Nota: rispetto all’affresco originale la stampa risulta rovescia. Questo è stato dovuto all’errore dell’autore che non ha inciso la lastra al rovescio, come normalmente si faceva. (informazioni di Fulvio Bicego)
e a destra l’Ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli.
L’ULTIMA CENA di Leonardo Da Vinci – Autore: PIETRO VEDOVATO (Loria 1774 / Bassano 1847) – Datazione: 1820 / 1830 – Bulino – Dimensioni: cm. 100×62 – Iscrizione: AMEN DICO VOBIS QUIA UNUS VESTRUM ME TRADITURES EST – MAT. C. XXVI – Stamperia: REMONDINI BASSANO – CALCOGRAFO ED EDITORE . (Informazioni di Fulvio Bicego)
A sinistra si apre a raggiera il luogo della cantoria, mentre a destra si raggiunge la sacrestia, dopo aver terminato la messa o altra funzione religiosa.
A distanza dell’altare centrale, rialzato da terra di un metro circa, vi è un significativo tabernacolo. Questo tabernacolo è stato realizzato dai fratelli Bonamini su disegno di Angiolo Montagna di Cornedo Vicentino. E’ in ferro battuto e raffigura un paniere con cinque pani e due pesci ricordando il miracolo di Gesù simboleggiando così la moltiplicazione del pane eucaristico.Al di sopra del tabernacolo si impone un grandioso Crocefisso: ha una lunghezza di 210cm ed una larghezza di 120 cm
Il crocefisso è in continuazione con la slanciata torre che termina con una luce calda e soffusa, indicando – forse – che dopo la Croce vi è la gioia della Salvezza eterna.
Appendice: brevi note biografiche e artistiche
ANDREOSE DANILO – Nacque ad Agna (Padova) il 9 agosto 1922. Oltre all’insegnamento in vari istituti bassanesi, si dedicò con successo alla scultura sia pubblica che privata. La sua presenza fu importante nella vita culturale e civile locale per la costituzione e gestione del Circolo Artistico Bassanese (il memorabile CAB), negli anni Cinquanta e Sessanta, con incontri ed eventi artistici e culturali. Numerose sono le sue opere scultoree in campo civile e soprattutto in campo religioso con la realizzazione di pregevoli Via Crucis, Fonti battesimali, Altari ecc. Morì a Bassano del Grappa il 19 marzo 1987.
MODOLO PIERO E CaronVetrateArtistiche – Nel 1981 Piero Modolo, nato nel 1950 a Santa Lucia di Piave, figlio del pittore Bepi Modolo, approdò alla CaronVetrateArtistiche come direttore artistico. Ne divenne titolare nel 1996. Con la gestione di Piero Modolo la CaronVetrateArtistiche, azienda presente fin dal 1880, specializzata nella progettazione e nella esecuzione di oggetti d’alto profilo tecnico artistico in vetro, iniziò ad interessarsi anche della conservazione di vetrate storiche vincolare e di restauro delle superfici vitree, collaborando con varie università italiane e con enti pubblici e privati. Numerose sono le realizzazioni sia nella produzione di nuove vetrate artistiche sia nella attività di restauro e di conservazione di vetrate storiche.
MONTAGNA ANGIOLO – Angiolo Montagna nacque a Cornedo Vicentino il 22 febbraio 1920. Oltre ad opere pittoriche, ha eseguito mosaici, vetrate, decorazioni murali per edifici pubblici e di culto in Italia e all’estero. Importanti sono le vetrate e gli arredi realizzati per le chiese parrocchiali di Cornedo, Spagnago, Ponte dei Nori, Arzignano, Valdagno, Zanè, Bassano del Grappa, Vicenza, Pordenone, Venezia, Reggio Emilia. Morì a Cornedo il 25 gennaio 1998.
PESAVENTO LEANDRO GIUSEPPE – Leandro Giuseppe Pesavento: nacque a Bressanvido nel 1921 e morì a Camisano nel 2000, pittore, incisore e disegnatore attivo non solo a Camisano ma anche in altri comuni con particolari realizzazioni nell’arte sacra.
PIVOTTO SILVIO – Silvio Pivotto nacque a Salcedo (VI) il 23 agosto 1927. Dopo varie esperienze lavorative, trovò la sua passione nella cesellazione a sbalzo, in particolare nella realizzazione di opere in rame e per questo conosciuto come battirame. Suoi lavori sono presenti in numerose località del vicentino e del padovano
RONZANI GIOVANNI ULISSE – Giovanni Ulisse Ronzani nacque a Lusiana (VI) il 3 agosto 1927. Oltre all’insegnamento e alla archeologia locale, si dedicò con successo al disegno, alla pittura, alla ceramica e alla scultura. Morì il 2 febbraio 2015.
SONDA TERENZIO – Terenzio Sonda (Bassano del Grappa, 1958) fortemente indirizzato all’attività ceramica fin da ragazzino, negli anni riesce a fare esperienza e maturare una sensibilità plastica non comune. Nel 1987 assieme al fratello Luigino, dà avvio ad una piccola azienda, Il Gattopardo, che nel giro di pochi anni crea modelli esclusivi, in particolare animali. Pur avendo dato priorità al lavoro e alla famiglia, Terenzio ha continuato a sperimentare forme portatrici di messaggi ironici e profondi. La sua prima personale, Tokitakai del 2018, ha finalmente reso disponibile ad un più vasto pubblico i suoi pezzi unici. (dal suo sito internet)
TRIVELLINI FRANCESCO – Bortolamio, e Paolina giugali Trivellini furono i genitori di questo Pittore, che nacque la mattina de’ quattro Ottobre del 1660. Giunto all’adolescenza, facendosi grandemente inclinato alla Pittura, fu messo alla Scuola di Giambatista Volpato, e tanto in breve tempo approfittò nello studio del disegno, e nel colorito spezialmente, che gli riuscì di divenir superiore al maestro. Ne’ primi anni ei diede saggi così belli, e grandiosi del suo operare, che il Volpato, dal quale già s’era discostato, incominciò ad averne gelosia, e a tentare eziandio di frastornarlo da così bella carriera. Fecegli nascostamente capitar alle mani certe false composizioni, e a costruzioni del nudo interamente lontane da que’ principj, che gli avea in addietro insegnato, ma avvedutosi il Trivellini dell’inganno non ne fece alcun uso, anzi al di sotto di uno di que’ falsi disegni scrisse alcuni versi di biasimo, contro il mal procedere del Volpato. Il Trivellini disegnava assai maestrevolmente, e ne’ primi suoi tempi dipingeva anche con grazia, con forza, e con naturalezza: ma saltatogli in capo di voler imitar nel colpeggiare, e ne’ lumi serrati la difficile maniera de’ Bassano, il pover’uomo s’arenò in tutto e diede in secco per mancanza del forte impasto de’ colori, come si può vedere nelle sue opere posteriori. Secco, stentato e duro divenne allora il suo pennello, senza vaghezza, senza diletto le sue figure; irragionevoli le sue pieghe, mal disposti i gruppi, senza degradazioni né lume, né di tinte, senza artifizio, e nobiltà; non seppe più usare ingrandimento delle piazze, per collocar bene il lume, e l’ombre, né seppe far buon uso delle passioni dell’animo, e quindi riuscì debole e fiacco, volendo con troppa arte maneggiar le sue opere: pur nonostante valendo assai nella composizione del nudo, e nella costruzione de’ muscoli, fece uscir di tratto in tratto qualche opera di pregio, e valore. Fu di umore capriccioso e di se stesso gonfio, e presumea di saperne assai più di quello che in effetti era. Per le soverchie applicazioni e dell’arte sua, e della lettura, cui era smoderatamente inclinato, divenuto cieco negli ultimi anni finì di vivere l’anno 1733, in circa. (Da Verci Giovanni Battista, 1775)
PRINCIPALI FONTI BIBLIOGRAFICHE
San Lazzaro in Bassano. Un paese sorto sull’argine del Brenta, di AA. VV. Grafiche Gabbiano, maggio 1987
San Lazzaro. Un’antica contrada fra Bassano e Brenta, a cura di Fulvio Bicego e di Franco Scarmoncin. Editrice Artistica Bassano, gennaio 2019
*************