CHIESA DI SANTA CROCE
LA PARTICOLARE DEVOZIONE A NOSTRA SIGNORA DEL SACRO CUORE
LA SUA STORIA
di Vasco Bordignon
Nella regione di Berry, [è stata una antica provincia della Francia centrale, con capitale Bourges] si trova la città di Issoudun, dominata da una chiesa bianca e leggera sormontata da una statua dorata del Sacro Cuore. I pellegrini che entrano in questa basilica sono stupefatti dalle luci diffuse da migliaia di lampade rosse che ardono davanti alla statua della Vergine, e dalle pareti di marmo bianco che mostrano le numerose, meravigliose grazie ottenute per l’intercessione di Maria. Questi “ex-voto” sono ovunque, non vi è un angolo, per quanto piccolo, che non si trovi il modo di cantare la bontà, la grandezza della Madonna del Sacro Cuore.
La Basilica
Issoudun aveva avuto una storia travagliata nel corso dei secoli e delle guerre. Costantemente saccheggiata, devastata, bruciata, questa città si era sempre distinta per la sua devozione a Maria. Da lungo tempo, la Vergine veniva pregata sotto il nome di “Nostra Signora del Grande Potere“. La Rivoluzione fece sparire questo culto, fino al giorno in cui si sarebbe rivitalizzato ancora più bello mostrando il “grande potere” di Maria sul Cuore di Gesù.
Tenteremo di raccontare come nacque in questo territorio la devozione alla Madonna del Sacro Cuore. All’inizio del secolo scorso, nella piccola città di Richelieu, nel Touraine [antica provincia francese nel bacino della Loira, con capitale Bourges], la famiglia Chevalier viveva nella povertà. Il padre, un fornaio molto modesto, era un uomo rude, ignorante, incapace di provvedere ai bisogni dei suoi figli. Sua moglie industriosa e meritevole, cercando di aumentare le risorse della famiglia, andava ogni mattina al mercato dove vendeva verdura e frutta. Tuttavia, la famiglia era spesso a disagio. Così quando, il 15 marzo 1824, nacque il più giovane dei bambini, il piccolo Jean-Jules, fu accolto molto male da suo padre. Egli sentiva la sua forza scemare di anno in anno, e, non contando sulla Provvidenza, si tormentava di avere un’altra bocca da sfamare. Il povero piccolo innocente diventò un continuo motivo di contesa tra i suoi genitori. Un giorno, il marito, ancora più cattivo del solito, si diresse verso il mercato dove sua moglie, seduta davanti al suo banco di vendita, serviva i suoi numerosi clienti. Per non lasciare il suo bambino da solo in casa, lo portò in un cesto dove dormiva pacificamente tra cavoli e carote. L’uomo, arrabbiato, si avvicinò al bancone, accusò la moglie di averlo trascurato per occuparsi solamente del suo figlioletto e la coprì di parole amare e sferzanti. La sfortunata rimasta interdetta e sconcertata da tutti i rimproveri che le cadevano addosso davanti a tutti, scoppiò in lacrime e per mettere fine a questa scena troppo dolorosa, prese il suo bambino e, stringendolo a se, corse a rifugiarsi nella vicina chiesa. Lì, ponendo il piccolo ai piedi della Vergine le disse: “Tienilo mia buona madre, lo lascio a te!”. “Ecco, mia buona Madre,” gridò singhiozzando, “se dovesse sempre causarmi così tanta sofferenza come oggi, potete prenderlo e farne quello che volete, io l’abbandono!” Poi, abbandonando il bambino alle cure di Maria, se ne andò … Ma dopo un momento, più calma ma anche confusa per il suo gesto disperato, tornò in chiesa. Il suo bambino stava sorridendo alla Vergine che sembrava guardarlo teneramente. La povera madre s’inginocchiò accanto a lui, pianse, pregò e, sentendosi confortata, tornò coraggiosamente a casa sua con suo figlio. Maria non dimenticò che questo bambino le era stato dato e che avrebbe potuto farne tutto ciò che voleva. Sembrava anche che da quel giorno il piccolo Jules mostrasse un grande amore per questa immagine della Vergine. Non appena fu in grado di pregare, fu spesso visto inginocchiato davanti a Lei, recitando il rosario molto piamente. Amava andare in chiesa e la sua gioia fu grande quando il vecchio prete lo scelse a far parte del coro.
Un giorno, mentre serviva la messa con grande raccoglimento, nel suo cuore si risvegliò un ardente desiderio, quello di salire sull’altare e celebrare il Santo Sacrificio. Essere prete! Ma la grande povertà dei suoi genitori rendeva impossibile il suo sogno. Era impossibile per loro pagare il costo degli studi. Jules, pur con il cuore spezzato, dovette rassegnarsi a diventare apprendista presso un calzolaio. Fu un duro sacrificio passare tutti i suoi giorni piegato su vecchie suole! Tuttavia, il calzolaio, un brav’uomo, permise al suo apprendista di continuare ogni mattina a servire la santa messa, e questa messa rimase la consolazione e la forza del povero ragazzo.Questo difficile periodo durò quattro lunghi anni.
Le circostanze costrinsero la famiglia Chevalier a lasciare Richelieu per i dintorni di Bourges. Lì, il prete della nuova chiesa, riconoscendo nel suo giovane parrocchiano una seria vocazione, lo fece ammettere al piccolo Seminario. Nonostante questo, Jules Chevalier non era ancora alla fine dei suoi problemi. Aveva infatti diciotto anni e ciò che aveva imparato a scuola era in parte svanito dalla sua memoria. Dovette quindi sedersi sugli stessi banchi dei bambini di dodici e tredici anni, i quali, non molto caritatevolmente, si prendevano gioco della grande taglia e dell’ignoranza del nuovo studente. Ci sono state molte ore difficili. Ma il giovane si rifugiò vicino a Maria e il suo immenso desiderio di sacerdozio lo aiutò coraggiosamente a superare le umiliazioni e le difficoltà degli studi.
Nel grande seminario, Jules Chevalier mise tutte le sue energie per santificarsi. Si era consacrato al Cuore di Gesù per dedicarsi senza riserve a farlo conoscere e amare. A volte, durante le ricreazioni, con coraggio confidava ad alcuni amici i grandi desideri da realizzare, e ugualmente assicurava loro, come se fosse certo, che nella città di Issoudun, allora così indifferente, sarebbe sorta una casa di missionari … I suoi compagni ridevano dei suoi sogni. Solo uno, don Mangenest, lo ascoltava seriamente, sentendo che Gesù lo invitava a condividere la stessa vocazione …
Ordinato sacerdote, don Chevalier, dopo un rapido ministero nelle piccole parrocchie, si vide, nell’ottobre del 1854, nominato curato a Issoudun. In questa città la rivoluzione aveva distrutto tutto. Solo una parte delle numerose chiese di una volta erano rimaste in piedi. Sembrava che tra gli abitanti la fede fosse completamente morta. Delle dodicimila anime di una parrocchia, appena una trentina di uomini andavano a messa la domenica e solo uno festeggiava la santa Pasqua. Don Chevalier si mise coraggiosamente al lavoro. Si era appena trasferito a Issoudun quando, con sua grande sorpresa e gioia, il suo ex compagno, don Mangenest, si unì a lui. La provvidenza li aveva riunititi realmente. Una sera, dopo molte preghiere, don Chevalier e don Mangenest decisero di dedicarsi interamente ad una fondazione missionaria. Si era allora alla vigilia della proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione. I due sacerdoti si dissero l’un l’altro: “Facciamo una novena preparatoria per questa festa e chiediamo alla Beata Vergine, come il primo frutto della gloria di cui sarà incoronata in cielo, la nascita di questa nuova società del Sacro Cuore”. Come segno della volontà divina, don Chevalier e don Mangenest, entrambi poveri, implorarono Maria di fornire loro le prime risorse necessarie per iniziare l’opera desiderata. Se fossero stati esauditi, si sarebbero impegnati per iscritto a far onorare la loro Madre del Cielo in un modo speciale. Il 30 novembre 1854, i due sacerdoti iniziarono la loro novena con grande fervore. L’ultimo giorno, l’8 dicembre, mentre don Chevalier stava concludendo la sua messa, una persona chiese di parlare con lui. Gli offrì la somma di 20.000 franchi per realizzare un’opera buona a Berry, preferibilmente un’opera missionaria. Che shock per don Chevalier! E quale ringraziamento salì al cielo in quel giorno dell’8 dicembre! L’Immacolata Concezione doveva rimanere d’ora innanzi la festa della società che nasceva proprio in quel giorno.
Nel settembre 1855, giorno della festa del Santo Nome di Maria, l’arcivescovo di Bourges impose a don Chevalier e al suo compagno, il nome di “Missionari del Sacro Cuore”. Passarono alcuni anni, durante i quali, i missionari si preparavano con lo studio e la preghiera, nella solitudine della loro povera abitazione, alla vita apostolica. Padre Chevalier, per dirigere l’opera nascente, si rivolgeva più che mai alla Madre del cielo. Intraprese vari pellegrinaggi e volle consultare il Santo Curato d’Ars. Quest’ultimo, dopo averlo ascoltato a lungo, gli disse: “Il Cielo benedirà il tuo lavoro, ma dopo molte prove. Abbi coraggio e determinazione! “L’anno seguente Padre Chevalier andò fino a Roma per cercare, per la sua impresa, la benedizione di Pio IX.
Papa Pio IX
Il Santo Padre lo incoraggiò fortemente “Crescete e moltiplicatevi … La Chiesa e la Società hanno speranza solo nel Cuore di Gesù.” Le prove, le difficoltà non mancarono per questa nuova impresa, attorno alla quale si aggirava il diavolo. A seguito di male lingue che sostenevano che la chiesetta era in pericolo di crollo e di schiacciamento dei fedeli, fu dato l’ordine di chiuderla entro ventiquattro ore. Se il diavolo credeva, in questo modo, di rovinare l’opera nascente, doveva essersi sbagliato di molto! “Bene! si disse padre Chevalier, “costruiremo una chiesa più grande e più bella! ” Quando credette che fosse bene annunciare i suoi piani, un povero e pio lavoratore lo venne a trovare e gli porse un piccolo pacchetto che conteneva cinque monete d’oro … “Padre mio, questi sono tutti i miei risparmi: ho promesso al Cuore di Gesù di portarli a te per la sua chiesa. Prendili, te li dò di cuore.” E mentre i religiosi insistevano che conservasse almeno una parte di questo oro: – “Ma, cosa succede se ti manca il lavoro? Se ti ammali? – “Padre mio, ho dato questo denaro a Dio, non riprenderò un soldo. Per quanto riguarda il futuro, solo Dio lo conosce. Faccio affidamento sulla sua provvidenza”. Questa fu la prima offerta.
Da quel momento in poi, a seconda delle necessità, arrivarono donazioni a Issoudun, anche da paesi lontani. Le pietre del futuro edificio erano a malapena fuori terra quando padre Chevalier disse al suo amico: – “Verrà un momento in cui vedrai molte folle venire qui da varie parti della Francia e da altrove. ” La previsione divenne realtà, davvero. La chiesa si stava elevando e stava arrivando al suo completamento.Nella cappella dedicata alla Vergine, sotto quale titolo si poteva invocare Maria? Padre Chevalier meditava, pregava … Pregò Maria di ispirarlo, lui che aveva promesso di onorarla in un modo speciale. Poi, un giorno, avendo ben chiaro cosa fare, annunciò ai suoi stupefatti colleghi che il nuovo altare sarebbe stato dedicato a “Nostra Signora del Sacro Cuore”. E sul piedistallo della statua di Maria, fece scrivere a caratteri cubitali: “Nostra Signora del Sacro Cuore, prega per noi! ” Cosa significava questo nuovo nome? Senza dubbio ci ricordava che è attraverso Maria che arriviamo con certezza al Cuore di Nostro Signore, che impariamo ad amarlo, ad adorarlo, a consolarlo. Ma si doveva soprattutto manifestare il grande potere della Beata Vergine sul Cuore di Gesù. Il cuore di un figlio può rifiutare qualcosa a sua madre? Un tempo, alle nozze di Cana, alla preghiera di Maria, il Salvatore aveva fatto il suo primo miracolo. In paradiso, la Vergine continua a implorare il Figlio per i bisogni, l’angoscia dei suoi poveri figli della terra e lei ottiene tutto da lui. Maria, pregata con questo titolo di “Nostra Signora del Sacro Cuore”, fu pronta a mostrare con straordinarie grazie il suo potere sul Cuore del suo divin Figlio. E a Gesù sembrava, acconsentendo, dire: “Per attingere con certezza dai tesori di amore e di misericordia contenuti nel mio cuore, rivolgiti a mia madre! ”
L’ IMMAGINE DELLA MADONNA (1870)
I malati abbandonati, le famiglie in difficoltà, i peccatori ai margini dell’abisso vedevano giungere loro l’aiuto attraverso l’intercessione della Madonna del Sacro Cuore. Tanti favori straordinari, miracoli di grazia si diffusero in tante anime attraverso di essa, sicché , ben presto, al titolo di “Nostra Signora del Sacro Cuore”, si aggiunse anche quello di “avvocato per i casi difficili e disperati”. La devozione alla Madonna del Sacro Cuore si diffuse non solo in Francia, ma anche in tutto il mondo, così rapidamente come se fosse stata portata dagli angeli. Gesù ha voluto mostrare in tutto l’universo il meraviglioso potere di sua Madre sul suo Cuore.
Papa Leone XIII
Il 25 marzo 1881, Papa Leone XIII offrì al Padre Chevalier e ai suoi seguaci le missioni in Nuova Guinea: vasti territori con arcipelaghi limitrofi che comprendeva 1.600 isole, separate l’una dall’altra da grandi distanze! Compito spaventoso, ben fatto per scoraggiare, perché, sulle tribù crudeli, disperse attraverso questi tratti, il demone regnava supremo. Padre Chevalier, contando su Maria, annuì come Lei aveva accettato la volontà di Dio. Ma la sua Congregazione, ancora così piccola, poteva fornire solo tre sacerdoti. Leone XIII disse loro: “Andate senza paura, è la Chiesa che vi manda. Dio benedirà la tua dedizione”.
Nel settembre del 1881, i missionari si imbarcarono. Ci volle più di un anno per compiere questo difficile e pericoloso viaggio. Presero possesso di queste terre selvagge nel nome del Cuore di Gesù e Nostra Signora del Sacro Cuore. Gli inizi furono estremamente difficili per le enormi difficoltà. Sembrava che il diavolo avesse saldamente instaurato il suo impero.Tutto cospirava contro gli apostoli: nuvole di zanzare, serpenti dal morso fatale, caldo torrido, febbri estenuante, e in particolare la ferocia delle persone immerse negli orrori della superstizioni pagane. Gli uomini erano orgogliosi di mangiare carne umana, le donne uccidevano i loro bambini appena nati.A poco a poco, davanti al potere della Madonna del Sacro Cuore, il demone perse terreno passo dopo passo. I leader tribali abbandonarono i maghi e vennero a chiedere il battesimo. Le cappelle sorsero nelle misere capanne dei villaggi papuasi e in queste cappelle i selvaggi i convertirono, e iniziarono a pregare e a comunicarsi Una trasformazione prodigiosa si stava compiendo in queste tribù finora barbare. Nostra Signora del Sacro Cuore aveva vinto.
JEAN-JULES CHEVALIER
Il 21 ottobre 1907, Padre Chevalier moriva in concetto di santità benedicendo la sua “Signora del Sacro Cuore”.