BASSANO DEL GRAPPA – VILLA REZZONICO – F – LA BARCHESSA SETTENTRIONALE – L’ORATORIO E IL CAMPANILE

BASSANO DEL GRAPPA – VILLA REZZONICO  – F – LA BARCHESSA SETTENTRIONALE – L’ORATORIO E IL CAMPANILE  

di Vasco Bordignon

LA BARCHESSA SETTENTRIONALE

La barchessa settentrionale, come già scritto nella storia della Villa Rezzonico, è stata l’ultima costruzione che assieme ai collegamenti coperti tra le barchesse e la villa realizzati dall’architetto Gaidon, ne ha completato un insieme armonico. E’ lunga m. 36,20, larga m. 19,00, alta m. 6,50.La barchessa settentrionale vista da sud-est, in gran parte coperta dalla vegetazioneLa barchessa settentrionale vista dal giardino sottostante la facciata est della Villa. In evidenza la parte centrale e il timpano.

La facciata della barchessa è di tipo classico con 10 alte colonne marmoree (2 in meno rispetto alla barchessa meridionale) delimitate, ciascuna, alle estremità, da un pilastro della medesima altezza; inoltre altre due colonne  delimitano ad ovest il lungo portico.Tra le colonne e la struttura muraria della barchessa vi è un lungo portico (largo m. 5,30) attraverso il quale carrozze e personale raggiungevano l’interno della Villa.Al centro, in corrispondenza del timpano, le colonne raddoppiano: nello spazio tra di loro vi è l’entrata ufficiale alle strutture interne. Quattro colonne quindi sostengono il grande timpano in mezzo al quale vi sono le iniziali di Abbondio Rezzonico, l’ultimo dei Rezzonico.le iniziali in ferro battuto di Abbondio Rezzonico Tutte le colonne sono caratterizzate da alternanza di un anello liscio rientrante e da uno a bugnato aggettante, le cui dimensioni in altezza sono per le prime di circa 39/40 cm e per quelle a bugnato di circa 49/50 cm .  Tra le colonne e la struttura muraria della barchessa vi è un lungo porticato (largo m. 5,30) attraverso il quale carrozze e personale raggiungevano l’interno della Villa.

L’ORATORIO – L’INTERNO

La struttura interna della barchessa è suddivisa in stanze che attualmente sono occupate da tante suppellettili in parcheggio. Certamente a vedere alcuni tratti dei soffitto suggerisce che un tempo doveva essere anch’essa una piacevole residenza. La costruzione di questa barchessa inglobò anche l’oratorio di San Giovanni Battista. Infatti con un po’ di attenzione si riesce a raggiungere “la perla” di questa barchessa, vale a dire il suddetto Oratorio , che fu benedetto il 27 ottobre 1734, come da una lapide, un po’ rovinata, posta in alto nella parete est. Come detto nella storia della Villa, questo oratorio è opera dell’architetto Giorgio Massari. La pianta interna è ottagonale (alta m. 6,90, larga m. 6,80 e lunga m.6,80) con la luce che entra da tre finestre rotonde creando una atmosfera soffusa, intima. L’abside è alta m. 5,90, lunga m.3,40, e larga 2,80).  L’altare è rialzato dietro il quale si erge con forza la statua di San Giovanni Battista, impressa anche dal dito della mano che si erge perentoria verso l’alto.Interno dell’oratorio, visione verso l’altare e la statua di San Giovanni Battista La statua a tutto tondo (alta m.1,70, lunga m. 0,60, e larga 0,45) é  posta sullo sfondo di una nicchia a color rame che ne esalta le qualità;. Tale statua venne definita già dal Verci “opera eccellente”. In effetti scrive Noè ” San Giovanni Battista è opera viva, per quel suo inarcare snodato delle membra nel gesto del Precursore, l’indice teso verso il cielo, e tecnicamente notevole per l’esecuzione esperta”. Dell”autore  conosciamo solo che si chiama Giovanni Maria  Gai e che è figlio del più conosciuto Antonio (1686-1769). Allo stesso vengono attribuiti anche i quattro rilievi relativi alla vita del Santo.dettaglio della statuaL’elaborato paliotto dell’altare: CORPUS/SANCTI/INNOCENTII/MARTIRISvisione interna verso est: si noti la presenza della elaborata struttura in ferro che impediva ai passanti, quando la porta veniva aperta, di  entrare direttamente in cappella ma potevano lasciare un fiore o un’offerta.  In alto si vede la lapide che sancisce la benedizione del 1734.visione interna: in basso ad est  la porta di uscita, con due dei quattro bassorilievi, una finestra ovale e la visione dall’alto della struttura ottagonale dettaglio della parte superiore, al centro dell’ottagono; all’interno una colomba,  simbolo dello Spirito Santo.

Oltre alla statua,  vi sono quattro ovali a bassorilievo, di straordinaria fattura, incorniciati da semplice linee gialle, posti sulle pareti oblique dell’ottagono: contengono storie del titolare di questo oratorio. Le loro dimensioni sono m. 1,13x 0,83.LA PREDICAZIONE. Il Battista predica alla folla ritto su una roccia; la folla è indicata da alcune schematiche figure al riparo di una fronda.IL BATTESIMO. Anche in questo rilievo troviamo al centro i due protagonisti all’interno di una superficie acquosa nell’atto in cui Giovanni battezza con acqua Gesù. Ai lati una palma  a sx e una quercia a dx significando il passaggio salvifico da Israele ai Gentili.LA PREDICA AD ERODE in questo rilievo San Giovanni Battista rimprovera ad Erode la sua condotta peccaminosa. Tutta la scena è determinata dalle due figure: l’accusatore a dx ritto sul podio e l’accusato in ascolto sul trono. Tutto il resto è solo accennato.LA DECOLLAZIONE. A sinistra il sicario che sta rinfoderando la spada con la quale ha staccato la testa del Battista, il cui cadavere mozzo è disteso per terra ai piedi dell’omicida; al centro Salomè che presenta la testa del Battista  ad Erode che pare quasi stupito.

L’ORATORIO – L’ESTERNO

E IL CAMPANILE 

Abbiamo accennato che l’oratorio ha una porta che si apre sulla via principale  verso Padova: un tempo “Via Nova” ora via Ca’ Rezzonico. Questa facciata ha una struttura caratterizzata da una porta centrale sormontata da un timpano con una iscrizione latina, sopra il timpano vi è un rosone in ferro battuto  assai elaborato. nella immagine vediamo l’ingresso alla barchessa, e a stretto contatto la facciata est dell’Oratorio, a sua volta unita con la parete est del campanile.

il rosone in ferro battutoIl timpano, sotto l’architrave dello stesso vi è una iscrizione: DOMUS MEA DOMUS ORATIONIS 

Accanto alla parete nord dell’oratorio, verso il anni 1840 fu  aggiunto in contiguità con la chiesetta  il campanile che così occupa uno spazio autonomo a nord-est. E’ alto circa 21 metri , 3,0 m. sia in larghezza che in lunghezza, ed è provvisto di cella campanaria, e sopra una cupola con un grande angelo segnavento vale a dire che ruota in base alla direzione del vento. La struttura muraria è in mattoni, la cupola è nella parte del meccanismo mobile di segnavento in lamiera veneziana (zinco+titanio) con l’angelo segnavento in ferro verniciato, alto m. 1,50 circa, e al di sotto vi è la struttura lignea. Nella cella campanaria ci sono due campanelle datate 1840 della Fonderia Pietro Colbacchini.

I Colbacchini, erano divisi in due rami: quelli del rame e quelli del bronzo. Nel 1830 Pier Antonio Colbacchini apriva una fonderia in Angarano per la lavorazione del rame e del bronzo per utensili domestici. Questi “Colbacchini dei rami” continuarono la loro attività fino al 1934, quando dovettero chiudere l’azienda per la concorrenza, impossibile da fronteggiare, della Smalteria Metallurgica Veneta. L’altro ramo, i “Colbacchini dei bronzi” avevano origini più antiche perché risalivano alla seconda metà del Settecento. Nel 1837 Giovanni Colbacchini diede inizio ad una vera tradizione artigianale per la costruzione delle campane, seguito dal figlio Pietro e nel 1895 dal nipote Giovanni, figlio di Pietro. Altri rami dei Colbacchini operarono a Padova,e a Trento. Alla morte di Giovanni (1941), la fonderia continuerà sotto la gestione di Matteo Favaretti fino al 1972. Per la loro bravura, i Colbacchini ebbero grandi riconoscimenti regionali e nazionali. (Da Storia di Bassano del Grappa, Volume III, “Dall’Unità d’Italia alla Vigilia della Grande Guerra”, di Giampietro Berti. “Prime realtà industriali”, pag. 229).la parte superiore del campanile, che forse doveva avere anche un orologio o uno stemmala cella campanariala parte superiore con cupola e l’angelola cupola con il meccanismo del movimento in base al vento e l’angelo con il segno eucaristicoimmagine del meccanismo del segnavento a dx e della parte di copertura lignea a sxil meccanismo segnavento e la copertura ligneal’angelo nella sua imponenza

NB, HS (o JHS) Trascrizione latina dell’abbreviazione del nome greco di Gesù (᾿Ιησοῦς, maiuscolo ΙΗΣΟΥΣ) quale si trova in manoscritti greci e in iscrizioni. La lettura di H (η) come h, diede origine all’errata interpretazione come sigla di Iesus Hominum Salvator. Si diffuse, in particolar modo in Italia e in Spagna, dal 14° sec. in poi e soprattutto alla metà del 15° sec., per opera di s. Bernardino da Siena e dei suoi seguaci che, a simbolo della particolare devozione al nome di Gesù, l’adottarono come emblema cinto da raggi e con la prima asta dell’h sbarrata così da formare una croce. Ignazio di Loyola l’adottò, sormontata dalla croce, come emblema della Compagnia di Gesù.(Da https://www.treccani.it/enciclopedia/ihs)

NB. ringrazio l’architetto Mauro Muttin per l’aiuto che mi ha dato

pubblicato il 23 ottobre 2020

Se il lettore mi segnala errori o altro da migliorare, mi fa cosa gradita (VB)

A seguire: BASSANO DEL GRAPPA – VILLA REZZONICO – G – LA BARCHESSA MERIDIONALE  (fine)

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