LA CHIESA DI SAN GIUSEPPE
di Vasco Bordignon
Note storiche
Abbiamo già evidenziato (nella storia di Cassola) il progressivo aumento di attività economiche e di residenti nella zona detta Zeno Alto o del Termine di Cassola o altri nomi, in particolare dopo la seconda guerra mondiale. Tuttavia in quella zona vi era da molto tempo l’Oratorio della Madonna Assunta di casa Bortolotto, ma non era riuscito ad aggregare la gente del luogo.
Comunque era forte la domanda di un luogo di culto e di aggregazione, tanto che antecedentemente alla prima guerra mondiale, la popolazione aveva costruito ex-novo una cappella annessa all’asilo infantile in onore di San Giuseppe, nella quale successivamente venne anche celebrata la Santa Messa e l’insegnamento della Dottrina Cristiana ai bambini.
Allo scoppio della guerra ’15-18 tale struttura diventò centro di ricovero per soldati feriti e di accoglienza per rifugiati.
Vari comitati popolari sorsero poi, soprattutto negli anni 1932-1938, per richiedere la nascita di una nuova parrocchia e la presenza stabile di un sacerdote al Vescovo di Vicenza. Ma il vescovo, Mons. Ferdinando Rodolfi (San Zenone al Po (PV) 7 agosto 1866 – Vicenza 12 marzo 1943) disse sempre di no per “scarsità di sacerdoti”.
Con il successivo vescovo Mons. Carlo Zinato (Torcello (VE) 18 dicembre 1890 – Vicenza 22 giugno 1974) apparve chiaro che qualche speranza ci fosse. Infatti un sacerdote stabile fu concesso nel mese di agosto del 1951. Il prescelto, don Igino Sbalchiero (Montegaldella (VI) 7 marzo 1924 -Costozza (VI) 13 gennaio 1987) giunse a San Giuseppe l’11 novembre dello stesso anno.
Nel marzo del 1954 la chiesa fu eretta in rettoriale, quindi non ancora parrocchiale ma già ente autonomo, smembrato dalla parrocchia di San Zeno.
Il 6 giugno 1954 fu benedetta la prima pietra della muova chiesa, costruita poi su progetto dell’ingegnere Paolo Zaupa di Vicenza. Il primo gennaio 1955 Mons. Zinato decretò: “ Erigiamo la chiesa di San Giuseppe sposo della beata Maria Vergine in parrocchiale e le assegnamo la stessa intitolazione”.
La chiesa venne ultimata, benedetta e aperta al pubblico il giorno di San Giuseppe il 19 marzo del 1956.
Negli anni successivi, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965) con le sue indicazioni e direttive per una nuova liturgia, e dopo la visita pastorale del 1979 del Vescovo Arnoldo Onisto (Asolo (TV) 18 dicembre 1912 – Bassano del Grappa 8 maggio 1992) si rese necessario una nuova sistemazione architettonica dell’interno della chiesa proprio in adeguamento alle nuove norme conciliari. Il progetto selezionato nel 1985 fu quello dello studio Bertacco & Xausa di Bassano del Grappa. In concomitanza si progettò anche una riorganizzazione di tutti gli spazi esterni.
I lavori si protrassero dal 1989 al 1994 per gli spazi religiosi, e nel 2013 si eseguirono i lavori per il nuovo piazzale della chiesa.
Recentemente, il 1° dicembre 2019, vi è stata l’inaugurazione dell’abside a conclusione dell’intervento pittorico: tale intervento copre tutta la superficie absidale attraverso un interessante ciclo di scene stilizzate che ci inducono ad entrare nel mistero della salvezza.
LA CHIESA OGGI
L’esternoLa chiesa è orientata secondo la linea est-ovest . Questa immagine è della facciata principale, a ovest, vista dal piazzale della sede comunale di San Giuseppe. Come di vede la struttura architettonica è semplice, lineare, piacevole sia per l’armonia tra linee esterne e la parte centrale quadrettata sia per il sottile contrasto tra i colori rosa e bianco. Tradizionale il timpano terminale.lato sud della chiesaLa facciata, nella sua parte inferiore è caratterizzata da uno spazio vuoto delimitato da colonne, che permette brevi incontri e/o di leggere le varie proposte religiose affisse ai lati estremi e di entrare ed uscire dalla chiesa attraverso una elegante e pratica bussola.la parte centrale della facciata racchiude sei vetrate colorate il cui lato positivo è visibile quando si è all’interno della chiesa. Le dimensioni delle vetrate sono uguali alle altre formazioni formanti un reticolo armonioso.
L’internoInterno della chiesa: da ingresso verso il presbiterio absidato; si vede anche il transetto. Gli effetti cromatici dipendono dalle vetrate colorate.interno della chiesa: da presbiterio verso l’uscita: possiamo vedere dall’alto al basso la croce di San Giuseppe, il coro e la bussola.
Dopo aver effettuato le immagini della struttura, ritorniamo all’inizio e lentamente avanziamo verso il presbiterio descrivendo ciò che riscontriamo a sinistra e a destra.immagine della parete nord, da ingresso in avanti vediamo la cappellina del Crocefisso e della Via Crucis, a seguire la cappellina della Madonna e poi la porta laterale con sopra una grande lunetta dipintaimmagine della parete sud, da ingresso in avanti vediamo il confessionale, la cappellina di san Giuseppe, la porta laterale con sopra una grande lunetta dipinta
PARETE SINISTRA
Vi è una cappellina o nicchia che accoglie un grande crocefisso. Vengo a sapere che questo crocefisso pendeva dalla volta del presbiterio absidato. Ora mi pare abbastanza stretto in questa sua collocazione anche perché alle pareti della nicchia si sono aggiunti dodici pannelli che raccontano una particolare via crucis. Questa associazione tuttavia , secondo me, stride dal punto di vista formale.situazione attualeQuesto crocefisso è una pittura su legno, copia d’autore di quello di Simone Martini. E’ stata eseguita magistralmente dall’artista thailandese T. Montana di Chonburi.
Come vediamo, il dipinto del Crocefisso è attorniato in ogni lato da pannelli realizzati dall’artista Piero Dani. E’ una via Crucis ispirata ai Vangeli e non vi sono alcune tappe della tradizionale via Crucis. La lettura deve intendersi dall’alto al basso e da sinistra a destra.
(1) PRENDERE LA CROCE. Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. (Mc10,38) — (2) IL BACIO DI GIUDA. Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo? (Lc 22,48)(3) PIETRO RINNEGA GESU’. Non conosco quell’uomo di cui parlate. (Mc 14,71) — (4) GESU’ O BARABBA. Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo? (Mt 27,17)(5) GESU’ FLAGELLATO E DERISO. Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. (Gv 19,11) — (6) GESU’ PORTA LA CROCE. Gesù, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio. (Gv 19,17)(7) IL CIRENEO. Fermarono un certo Simone di Cirene che tornava dai campi e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. (Lc 23,28) — (8) LE PIE DONNE. Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. (Lc 28,28)(9) L’ULTIMA TENTAZIONE. Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso. (Lc 23,37) — (10) IL BUON LADRONE. In verità ti dico: oggi con me sarai nel paradiso.(Lc 23,43)(11) DEPOSIZIONE. Nel luogo dove era stato crocefisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato deposto. (Gv 19,41) — (12) RESURREZIONE. Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. (Lc24, 5-6)
A seguire la cappellina della Madonna
La Madonna con Gesù Bambino tiene nella mano destra la corona del Rosario. Sia Gesù che la Madonna hanno sul capo un diadema di stelle luminose.a seguire vi è una porta sormontata da una lunetta che richiama San Pietro e che evoca, a mio parere, la preparazione alla sua morte : Il dipinto è dell’autore thailandese (vedi il Crocefisso) copia di un pittore caravaggesco.
PARETE DESTRA
Troviamo un confessionale e a seguire la cappella di San Giuseppela statua rappresenta san Giuseppe, che tiene a sinistra dei gigli, richiamando paternamente alla ragazzina la bellezza della castità.A seguire la porta sormontata da una lunetta, opera del già citato pittore thailandese, raffigurante la Sacra Famiglia, copia di quella di Simone Martini
LA CROCE DI SAN GIUSEPPE
A questo punto possiamo voltare le spalle al presbiterio per guardare la parete ovest per la presenza del coro sopra la porta principale di accesso e soprattutto della CROCE DI SAN GIUSEPPE già intravvista nella facciata: qui, specie con la luce pomeridiana, questa serie di sei grandi vestrate ideate da padre Pierangelo Pagani e realizzate dalla bottega d’arte vetraia B. Caron di Pietro Modolo di Vicenza vengono ammirate per la loro bellezza e significato.matrimonio di Maria che riceve l’anello da Giuseppeil sogno di Giuseppela fuga in EgittoMaria e Giuseppe in adorazione di GesùGesù fanciullo nella bottega di GiuseppeGiuseppe tiene tra le mani il modellino della “sua” chiesa
Prima di proseguire, dopo aver contemplato i vari episodi della vita di San Giuseppe, non possiamo fare a meno di alzare gli occhi verso le vetrate artistiche, anche queste di grande bellezza.
VETRATE ARTISTICHE
Parete nord: da ovest verso est Parete sud: vetrate da ovest verso est
IL TRANSETTO
Proseguendo troviamolo il transetto, cioè lo spazio trasversale all’asse principale della chiesa che si interpone tra il presbiterio e lo spazio riservato all’assemblea dei fedeli.
Questa fascia trasversale è illuminata ai due poli da due rosoni di vetrate artistiche.il rosone a nordil rosone sud
Al lato nord-est e al lato sud-est troviamo rispettivamente l’altare del Santissimo e il battistero cioè l’area battesimale.
L’altare è caratterizzato da un grande mosaico che raffigura l’albero della vita con al centro il tabernacolo dal quale spicca un bassorilievo dorato dell’Ultima Cena con Gesù e gli Apostoli. L’albero rappresenta la vita della creazione divina, ma anche la croce lignea di Cristo per mezzo della quale nasciamo alla vita eterna.
l’insieme del battistero.
il fonte battesimale è scavato in un blocco di pietra rosa locale, scolpito nella superficie esterna. Ideatore dei mosaici e delle vetrate è Padre Pierangelo Pagani.Il battistero è caratterizzato da una superficie mosaicata dove è stata incastonata una vetrata policroma retro-illuminata che fa da sfondo al fonte battesimale. Il mosaico presenta elementi che valorizzano l’acqua nella storia della salvezza: dalla creazione al diluvio universale, al passaggio del Mar Rosso. Il nesso con il battesimo è legato al rito dell’acqua salvifica di Cristo perché cancella il peccato e ci rende figli di Dio. Nella parte terminale della vetrata si può notare una struttura dal cui ugello scende nella vasca battesimale dell’acqua goccia a goccia, il cui rumore rende più realistica la simbologia dello stesso sacramento.
IL PRESBITERIO ABSIDATOvisione d’insieme del presbiterio absidato la volta absidale a spicchi, di sempre maggiori dimensioni, con, inferiormente, il grande “affresco” di recente inaugurato. L’insieme absidale, mediante una larga cornice, superiormente si lega ad una volta a disegni geometrici ripetitivi incrociati di varie dimensioni, dalla quale dipartono le due pareti, destra e sinistra, del presbiterio. Il tutto con armonia. (vedi immagine successiva)la volta già descrittaa seguire le due pareti, a nord e a sud, del presbiterio. Si notino dall’alto al basso le vetrate, le canne dell’organo “incorniciate” sopra e sotto, le porte centrali a vetrata con profili metallici accompagnate da alcune nicchie anch’esse abbellite da sottili finestrature colorate (vedi immagini successive)sopra vetrata parete nord e sotto vetrata parete sudle due vetrate con profili metallici alla fine delle pareti laterali : a sinistra quella a nord, e a destra quella a sud
La vetrata di destra o a sud si apre nella Cappellina della Misericordia, che rappresenta uno spazio concepito come luogo nel quale i bambini più piccoli possono stare tranquilli permettendo ai loro genitori di partecipare alla Santa Messa con relativa tranquillità. L’arredo di questo spazio è stato possibile per la generosità della mamma di una giovane avvocato di nome Barbara, salita al cielo all’età di 34 anni. Oltre all’arredo delle pareti con vari quadri di natura religiosa, spicca un particolare, grande lavoro musivo, frutto di una miscela di straordinaria passione sorta in un ambito scolastico tra docenti e alunni.
Mi è stata inviata la seguente relazione esplicativa. “Il soggetto per la Parrocchia di San Giuseppe è stato realizzato, dopo vari studi preparatori, dai prof. Pasinato Giuseppe, Marina Alberti, Lazzarotto Daniela e dagli alunni della classe 3 D nell’anno scolastico 1994-95. E’ una interpretazione simbolica: della terra coltivata dall’uomo, dell’Eucarestia con le spighe di grano e la vite con l’uva, della pace e dello spirito di Dio che aleggia sull’umanità attraverso la colomba, e dell’amore di Gesù per l’uomo con la croce e il pane spezzato. Tutta la composizione è stata riportata su un pannello di 6 mq. A questo punto, dopo un accurato e dettagliato conteggio della superficie per la determinazione delle varie quantità di colore, gli insegnanti assieme al parroco don Luigi Chemello si sono recati a Spilimbergo, presso una vetreria specializzata per l’ordinazione di materiale vetroso. Tutte le varie tessere sono state incollate seguendo gli studi sugli andamenti e sul colore precedentemente studiati, con la tecnica diretta adoperando un impasto formato da colla Mapei mescolata a colla vinilica e acqua. Oltre agli alunni della classe 3D che partecipava al corso del tempo prolungato hanno voluto dare il proprio contributo anche alcune alunne della classi 3E e 3F. Durante tutta l’attività sono stati coinvolti anche due alunni diversamente abili ”.
La parte centrale del presbiterio comprende una struttura semicircolare per il celebrante e i suoi assistenti, l’altare di celebrazione della Santa Messa, chiamato anche altare conciliare, perché è stato promosso dal Concilio Vaticano II: il sacerdote prima di questa norma volgeva le spalle ai fedeli, ora il sacerdote celebra la Santa Messa di fronte ai fedeli che così partecipano con maggiore fede e attenzione ai misteri dell’Eucarestia. Più vicino ai fedeli vi è l’ambone, dal quale viene proclamata la parola di Dio tramite le sacre scritture del Vecchio e Nuovo testamento.al limitare del presbiterio verso l’abside è stata creata in muratura una struttura semicircolare con sedute in lastre di pietra. Al centro di essa vi è lo scranno del celebrante con alto schienale, tutto in pietra locale l’ambone, posizionato oltre l’altare, verso i fedeli. E’ in bronzo fuso secondo la tecnica della cera persa. Questa scultura ricorda nelle sue linee la prua di una navel’altare, rivolto verso i fedeli, è dato da un blocco di marmo rosa di Asiago, di metri 3×1,10 , lavorato dallo scultore padre Pierangelo Pagani solo nella parte rivolta ai fedeli
L’ABSIDE DIPINTA
La superficie absidale curvilinea è occupata da una recente opera nella quale l’autore intende rappresentare sinteticamente la storia della Salvezza, attraverso alcune sintetiche tappe del Vecchio e Nuovo Testamento che si raccordano l’uno con l’altro. L’espressione pittorica per queste tappe della Salvezza utilizza semplici segni, di cui è necessario sintonizzarsi per comprenderli e per captare il profondo significato. L’opera iconografica di base è stata realizzata da Norberto Secchi monaco di Bose, mentre l’intervento cromatico è stato realizzato dall’artista bassanese Andrea Bizzotto. L’inaugurazione è avvenuta il 1° dicembre 2019. In questa occasione è stata presentata una piccola brochure per spiegare il significato storico-religioso di quest’opera. Ho cercato di seguire quanto presentato dividendo questa storia della nostra Salvezza in varie tappe illustrandole una ad una.
1. LA CREAZIONE
Guardando la parte superiore del grande quadro absidale vediamo il divenire di pianeti, il crearsi di galassie, di stelle, di innumerevoli corpi celesti che insieme formano il Macrocosmo, nel quale si trova la nostra Terra, la nostra Luna e tutto quello che ci attornia. Ma troviamo anche un Microcosmo formato di atomi, di elettroni, di cellule, di infinite combinazioni di particelle e di sub-particelle. Tutto questo per il credente è dono di Dio. E’ questa Sua Creazione che ci confonde la mente di fronte ad un cielo stellato di una notte estiva o quando vediamo attraverso il microscopio le infine forme di cellule o di batteri o di altri esseri che esistono e che noi non vediamo.
2. IL DILUVIO E L’ARCAVerso destra, sempre in alto abbiamo una sequenza di immagini che richiamano da un parte il diluvio universale la cui forza distruttrice si abbatte su ogni cosa, uomini cose ed animali e dall’altra troviamo (più a destra) la sagoma di un’arca (di salvezza) che attira parti del creato stesso (rappresentati da alcuni animali e alcuni alberi e fiori). Il diluvio e l’arca rappresentano in sostanza il Male e il Bene. Il male che crea attrattivi modelli di autosufficienza da Dio, modelli che non costruiscono radici profonde che resistono alle tentazioni del male, mentre l’arca, con la sua solidità, resiste alle onde della tempesta anticipando il disegno divino di un nuovo uomo, Cristo che ci salverà con la sua passione e morte.
3. LA PAROLA DI DIO
A sinistra in basso vediamo la pioggia che scende sia nel mare che nella terra, perché la parola di Dio è generosa e diventa feconda se trova il terreno buono, come nella parabola del Seminatore, oppure nel credere alla parola di Cristo di gettare le reti quando dopo una notte intera senza risultato ci pare un’assurdità. Ma Dio può tutto.
4. SAN GIUSEPPE
Avvicinandoci al centro rappresentato da una croce luminosa (che in un certo senso divide l’opera in due parti) vi è un uomo seduto accanto ai suoi strumenti di lavoro, di falegname : tavole di legno di una bara, martello, succhiello. Quest’uomo ha gli occhi chiusi. E’ pensieroso. Sta riascoltando le parole dell’Angelo (che si vede, più avanti, a destra, oltre la croce) su ciò che sta per avvenire. L’atteggiamento non è però di tensione, anzi è di distensione, in quanto ha fiducia totale in ciò che è la volontà di Dio. Si lascia andare alla Sua Volontà. Si lascia coinvolgere dal disegno di Dio, come nella creazione (vediamo Giuseppe in mezzo ad un giardino come flottante).
5. LA NASCITA DI GESU’
Spostando il nostro sguardo verso il centro troviamo una serie di immagini tra loro interconnesse, anche se le illustro singolarmente. In queste immagini troviamo una donna con in grembo un neonato. E’ la Madonna con Gesù bambino. Ha gli occhi chiusi , è pensierosa; forse conosce già l’immediato duro futuro perché c’è Erode che sta cercando il Bambino per ucciderlo … Ed ecco, oltre la croce, a destra, si vede un asinello pronto a portarli in Egitto.
6- LA CROCE E LA VIA DELLA SALVEZZAFinora vengono evidenziati attraverso i segni pittorici eventi del Vecchio e Nuovo Testamento. L’elemento che indica il passaggio dal primo al secondo è la croce luminosa che sta nel mezzo. Questa croce penetra fino all’acqua di una vasca, che rappresenta il presbiterio, sul cui bordo vi è un panno bianco memoria delle bende del Risorto il mattino della Pasqua come pure memoria della veste candida del Battesimo, con il quale si entra a far parte della Chiesa e della Salvezza. La croce luminosa è attraversata da una scala dapprima con gradini, poi senza gradini. La salita verso un “Eterno” luminoso è stretta e difficile, ma non impossibile: se crediamo in Dio!
7- LA SANTA MESSAVicino, un po’ a sx dalla vasca, vediamo delle anfore che evocano il miracolo dell’acqua tramutata in vino a Cana di Galilea. Il vino diventa con il pane, nella consacrazione della Messa, Corpo e Sangue di Cristo che sono i doni che ci permettono di creare in noi una nuova vita ove soffia lo Spirito Santo che come rappresenta il flusso d’amore nella SS. Trinità, rappresenta anche il collante di tutta la Creazione e della nostra appartenenza alla Madre Chiesa.
Fonti documentali
LA PARROCCHIALE DI SAN GIUSEPPE- Storia e vita di una comunità nel territorio di Cassola. Editrice Artistica Bassano, 2015
L’ABSIDE. Parrocchia di San Giuseppe di Cassola. Brochure presentata in occasione della presentazione dell’abside dipinta, 01-12-2019
pubblicato il 4 febbraio 2020, aggiornato 27 febbraio 2020
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