LA CHIESA DELL’ANNUNZIATA DELL’ORFANOTROFIO PIRANI
a sinistra la facciata attuale – a destra il progetto del 1840 circa
Terminata la via Jacopo da Ponte, provenendo da Viale delle Fosse, proseguendo diritti a sinistra fiancheggiando il lato est di Piazza Garibaldi, dopo un centinaio di metri si apre uno slargo e in fondo troviamo a sx l’entrata di una Chiesa intitolata alla Annunziata. Fino allo scorso anno rappresentava luogo di culto ortodosso, attualmente non è adibita a culti religiosi. Questa chiesa è strettamente collegata alla storia dell’orfanatrofio Pirani. Siamo a metà del Settecento e il problema della infanzia abbandonata, in particolare delle fanciulle orfane che potevano facilmente venir irretite in situazioni di grave rischio sociale e morale, diventava sempre più evidente e preoccupante, e si faceva strada la necessità dei trovare delle idonee soluzioni.
Infatti per questo obiettivo l’arciprete di Bassano Andrea Verci (immagine a sx)* e ventisei cittadini, l’8 ottobre 1750, firmavano una Carta obbligatoria con la quale si impegnavano a devolvere ogni anno una somma per “l’incominciamento di un Conservatorio di fanciulle”, detto anche Reclusorio” quindi per la realizzazione di un orfanotrofio. Anche i sacerdoti Santo e Giorgio Pirani (immagine a dx, vicino al Verci)* assecondati dalla loro madre Daciana avevano in cuore da tempo di realizzare un “Pio luogo delle Zitelle periclitanti” e già il 21 novembre 1750 avevano accolto le prime quattro orfanelle nella loro casa, situata dietro la chiesa di San Francesco. Si deve qui sottolineare che il significato di “Zitelle” era allora di “ragazze da marito” e che “Periclitanti” significava come queste ragazze fossero “in pericolo” essendo sole, abbandonate, spesso affamate, indifese e sfruttate. Dopo un anno le orfane accolte erano 15 e bisognava trovare o costruire un edificio per queste e per altre che si sarebbero eventualmente aggiunte. I sacerdoti e la loro madre acquistarono “casa, corte ed orti” vicini alla loro abitazione e l’11 novembre del 1751 vi si trasferirono.
Ma come ogni “Luogo Pio” di allora vi era accanto o all’interno una chiesa e così anche i Pirani volevano edificare un “Oratorio pubblico” dove le fanciulle, disposte nel coro a loro riservato, potevano pregare, cantare, partecipare alle funzioni religiose, ascoltare la parola di Dio, e nel contempo potevano trovar posto anche le persone esterne, in particolare quei benefattori che in vario modo davano un valido aiuto economico al Pio Luogo.
Il 22 aprile 1752 i due fratelli, assieme alla madre Daciana, ottenevano dalle autorità veneziane e dal Comune, previo consenso dell’arciprete di Bassano Andrea Verci e del Vescovo di Vicenza Antonio Marino Priuli, il Decreto Sovrano per innalzare un Oratorio pubblico in un proprio fondo, da mantenere a loro spese.
Il vescovo di Vicenza consentì questa opera purché “Sopra il portico del Pio Conservatorio sulla pubblica strada vi fosse dipinta l’immagine della Santa Vergine Annunziata”, e questo fu lo spunto per l’intitolazione del nuovo sacro edificio.
Il 29 gennaio 1754 fu concessa dal Vescovo l’apertura della Chiesa permettendo che qualunque sacerdote potesse celebrare la messa tranne che nelle più importanti solennità religiose. Ma l’arciprete conscio che in quelle feste le giovani orfanelle, dovendo uscire dal Conservatorio per andare nella Chiesa parrocchiale, potevano averne un turbamento od uno sviamento, supplicò il vescovo a concedere la celebrazione della messa anche nelle feste solenni; e ciò fu concesso già nell’aprile del 1754. Non solo, il 24 dicembre dell’anno successivo (1755) il Vescovo autorizzava a rompere il pavimento della chiesa per potervi seppellire i corpi delle Zitelle defunte; e il 30 giugno del 1756 fu concessa l’istituzione della Via Crucis. Il 18 maggio 1768 da parte dell’allora vescovo di Vicenza Marco Corner si permise pure la conservazione del Santissimo, con l’obbligo di mantenere una lampada sempre ardente; lo stesso vescovo nel 1770 concesse l’esposizione alla adorazione del Santissimo, di cantar messa, e di espletare tutte le altre funzioni religiose.
Per quanto riguarda la costruzione, è plausibile che nella progettazione della Chiesa fin dal 1752 sia stato chiamato il “pubblico perito” (vedi ) Giovanni Miazzi (1698-1797)*, allora molto conosciuto. Certamente nel 1754 erano completati alcuni lavori come le grate ai finestroni lungo le pareti interne della chiesa, la scalinata esterna, la mensa dell’altare, gli scalini del campanile.
Nell’estate dello stesso anno veniva collocata la pala dell’Annunciazione di Maria del pittore veneziano Giuseppe Nogari *.
Il pittore Giulio Golini detto Golinetto (1715 circa-1780) * (dal 1749 a Bassano) affrescava la volta e le pareti laterali, sulla cui fascia superiore dipingeva delle finte grate con delle graziose orfanelle in atto di cantare.
Le orfanelle intanto nel 1768 erano 28 e svolgevano lavori di tessitura e di ricamo: in modo particolare realizzavano paramenti sacri per le chiese della zona, tovaglie, corredi interi ed inoltre rammendavano qualsiasi tipo di vestiario. Dopo aver raggiunto la maggiore età queste orfanelle potevano o sposarsi o diventare governanti in qualche famiglia oppure restare nell’Istituto come suore-maestre.
Nel 1786 fu completato il campanile.
La morte di don Giorgio Pirani (1790) e le varie situazioni politiche del tempo bloccarono i lavori di completamento, che ripresero soltanto nel 1840, quando la facciata dell’oratorio venne rivestita dal paramento già previsto dal progetto iniziale e fu inaugurata il 12 luglio 1842 mantenendo una certa dissonanza tra le imponenti semicolonne, il timpano e la limitatezza della facciata. Il crollo delle soffitto nel 1867 distrusse l’opera del Golini , sostituita da un affresco di Girolamo Gobbato, bassanese, che venne nel 1927 coperto da uno strato di calce per evidente povertà “artistica”.
INTERNO ATTUALMENTE UTILIZZATO PER MOSTRE A FINI ETICO-SOCIALI.
SI DEVE POI ANNOTARE COME LA STRUTTURA DEL PIRANI STIA MODIFICANDOSI PER ESSERE PIU’ ADERENTE ALLE FINALITA’ ORIGINARIE
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Pubblico perito: Questo termine entrò stabilmente in uso amministrativo entro i confini della Serenissima verso la metà del Cinquecento. Nel senso comune il termine “perito” indicava in modo estensivo qualsiasi esperto in una data materia o disciplina, l’accostamento di “pubblico” come aggettivo individuava un operatore le cui competenza pratica e probità avevano ottenuto un riconoscimento da parte di un organo amministrativo ufficiale. In particolare sotto questo titolo venivano esercitate le operazioni spettanti ad agrimensori, architetti ed ingegneri.
* Indica che nella sezione Biografie e Personaggi vi sarà un file dedicato
FONTI DOCUMENTALI
AA.VV. Il duomo di Santa Maria in Colle di Bassano del Grappa. Comitato per la storia di bassano. Cassa di Risparmio dfi Verona Vicenza Belluno e Anciona,1991.
Brotto Pastega Agostino. Le chiese della Fondazione Pirani-Cremona. Un millennio di religiositù bassanese.L’Illustre bassanese. Aprile 2012, Numero speciale XXX. Editrice Artistica Bassano, 2012.
Mantese Giovanni. Bassano nella storia. La religiosità. Parrocchia di Santa Maria in Colle, Bassano, 1980.
Martini Egidio. La pittura del Settecento Veneto. Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia. Udine, s.d. (ma 1981).
Sbordone Fabio.1752-2001: note per una storia della chiesa della Beata Vergine Annunziata. L’illustre bassanese. N°86, Novembre 2003. Editrice Artistica Bassano, 2003.
Vinco da Sesso Giambattista. Giorgio Pirani. La vita e l’opera. L’Illustre bassanese.N° 86, Novembre 2003, Editrice Artista Bassano, 2003