LA DEVOZIONE ALLA MADONNA DELL’AIUTO
o ALLA BEATA VERGINE DELL’AIUTO
Santino e Preghiera alla Beata Vergine dell’Aiuto del 1937
La Festa liturgica di Maria Aiuto dei Cristiani (Maria Ausiliatrice) è stata istituita dal Papa Pio VII nel 1815, e fissata il 24 maggio, in riconoscenza alla Madonna per la sua liberazione dalla prigionia a cui lo aveva costretto Napoleone Bonaparte a Fontainebleau.
La devozione però a Maria Aiuto dei Cristiani è di molto anteriore. La vittoria di Lepanto del 1571, legata alla memoria del Papa San Pio V, con la quale viene bloccata la conquista dell’Europa da parte dell’Islam, è una conferma provvidenziale che la devozione all’Ausiliatrice è già abbastanza diffusa tra il popolo cristiano, almeno in Italia.
A Solagna, in provincia di Vicenza, la devozione alla Madonna sotto il titolo di “Madonna dell’Aiuto” è plurisecolare. È fuor di dubbio che già nel 1500 era invocata sotto questo titolo, per cui si può affermare che proprio a Solagna si trova la più antica immagine dal titolo “Aiuto dei Cristiani”: titolo dato ufficialmente alla Vergine da San Pio V nel 1571 dopo la famosa battaglia di Lepanto. La piccola immagine, dipinta su tavola, per la tecnica della colorazione e per l’atteggiamento, è certamente di provenienza bizantina ed è forse contemporanea alla Madonna Costantinopolitana che si trova nella Basilica di Santa Giustina a Padova. È tradizione che essa sia arrivata nella Valbrenta in modo prodigioso. Lo conferma una nota di un vecchio registro del 28 settembre 1614 che così la descrive: “Nella Chiesa Arcipretale Matrice di Solagna si venera un’immagine di Maria detta dell’Aiuto. È un piccolo quadro dipinto in legno di noce con corona d’argento in capo alla Madre ed al Figliuolo… Da una pia tradizione si ritiene sia stata portata qua prodigiosamente. Il più comune racconto di questa manifestazione riferisce che un viaggiatore pervenisse a Solagna portando con sé questa benedetta immagine e che, depostala nella chiesa, più non si lasciasse vedere.Essendo stato circa il 1450 (1508) arso in un incendio l’Archivio della Parrocchia, non abbiamo notizie certe e documentate anteriori a quell’epoca, in cui Massimiliano condusse per qui il suo esercito contro Venezia. Certissimo però gli è che i Solagnesi ebbero sempre una tenera e filiale devozione a Maria SS. dell’Aiuto”.
Proprio per onorare la Madonna già nel 1514 “si trattò di fare una Cappella al di Lei altare più decente ed onorevole di quella vecchia”, e si costituì una pia Congregazione, approvata con Breve apostolico dal papa Urbano VIII il 1° maggio 1627, arricchita da varie indulgenze per coloro che visitavano la chiesa.
Nel 1860, Pio IX concesse l’indulgenza plenaria durante l’ottavario in preparazione alla festa dell’Immacolata, che venne celebrata in modo solenne e fu preceduta da una predicazione e si concluse con una grande processione con la venerata Immagine.
Il documento del Papa del 1627 fissava però la festa principale per la Congregazione della Madonna dell’Aiuto nel giorno dell’Assunzione, cioè il 15 agosto; perché allora si festeggia l’8 dicembre, cioè l’Immacolata?
La popolazione di Solagna ha una lunga e drammatica storia di emigrazione. Gli abitanti si spostavano in diverse province del territorio nazionale e anche all’estero per esercitare il mestiere di boscaioli nella produzione del “carbon dolce”: i più anziani ancora oggi ricordano le interminabili peregrinazioni verso i boschi della Carinzia, della Carnia, della Croazia, della Bosnia dove passavano le lunghe stagioni. Altri andavano sui monti del Bellunese (esiste ancora nello Zoldano una località chiamata Solagnot, perché abitata da Solagnesi, chiamati in dialetto Solagnoti). Anche l’Appennino tosco-emiliano, le Marche e l’Abruzzo hanno visto i boscaioli di Solagna. Alcune famiglie continuano ancora su quei monti le tradizioni paterne. Ma i più erano stagionali e finito il duro lavoro (da febbraio a novembre), tornavano al loro paese e si trovavano insieme ai loro cari per la festa del paese, la Madonna fredda [chiamata così perché festeggiata con il freddo, l’8 dicembre], la loro cara e venerata Madonna dell’Aiuto. È anche per questa storia di miseria e di lavoro, per questi ricordi di famiglie finalmente riunite, che la festa dell’Immacolata resta per i Solagnesi la “festa più bella” con la “sagra del mandorlato”. È preceduta da una predicazione (che in passato durava otto giorni, ed oggi è ridotta a tre), che può essere considerata una vera e propria missione con incontri per tutte le categorie. Il giorno della festa, tutte le Messe sono frequentatissime, specialmente la Messa solenne. Ma è nel pomeriggio che ai Solagnesi si aggiungono molti valligiani nella grandiosa processione per le vie del paese con la venerata immagine.
Don Mario Morra SDB – dalla RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2003-5