a cura di GIOVANNA MORI, ANDREA PERIN
EDIZIONI ETS, PISA, 215
volume 24 x 22, pag. 169, euro 24,00
INDICE
Presentazione di Giovanna Mori, Andrea Perin, pag.11
Fortuna e diffusione delle stampe del Paese di Cuccagna di Alberto Milano, pag. 11
“Tavola sempre apparecchiata, che vi son tutte le vivande”. La cucina del Paese di Cuccagna, di Andrea Perin, pag. 21
Il Paese di Cuccagna e Achille Bertarelli, di Giovanna Mori, pag. 27
Cuccagna, Guzzafame, Mancapane e Mancatutto: bizzarri riferimenti ad abbondanza e miseria nei nomi delle antiche cascine milanesi e lombarde, di Claudio Salsi, pag. 31
Sezione 1- L’abbondanza e la paura della fame, pag. 47
Sezione 2 – Dove chi più dorme più guadagna, pag. 59
Sezione 3 – Terra di ozio, libertà e giovinezza, pag. 79
Sezione 4 – Terra di abbondanza, pag. 89
Sezione 5 – Immaginario culinario, pag. 99
Sezione 6 – Il trionfo del carnevale, pag. 115
Sezione 7 – La cuccagna delle donne, 127
Sezione 8 – Mondi alla rovescia, pag. 137
Sezione 9 – Suggestioni della cuccagna, 145
Bibliografia, pag. 166
quarta di copertina:
Il mito del Paese di Cuccagna risulta tra i temi iconografici più diffusi nella stampa a larga diffusione. Il sogno realizzato di un luogo immaginario dove sia proibito lavorare, l’ozio tradizionalmente considerato un vizio si trasforma in virtù, tutto sia consentito all’insegna della più ampia libertà, la terra elargisca i suoi frutti in abbondanza, è motivo ricorrente e diffuso nel tempo.
Fonti letterarie già a partire dal XIII secolo narrano di un simile paese ideale e dal XVI secolo fiorisce una produzione a stampa che spesso assume caratteristiche autonome rispetto al linguaggio testuale. Immagini che descrivono paesaggi aperti dove nei fiumi scorre il vino, dal cielo piovono capponi arrosto, gli asini si legano con salsicce, chi lavora è condotto in prigione e i medici sono banditi, addirittura una Cuccagna dedicata alle donne, dove gli uomini sono unicamente servitori.
Questo vagheggiato mondo, a tratti eversivo, si svuota gradualmente di questo significato poiché la morale corrente mal sopporta che l’abbondanza e il piacere non siano frutto del lavoro. Nell’Ottocento, il Paese di Cuccagna diventa così un espediente narrativo soprattutto destinato all’infanzia, che mostra come chi non si adegui ad un disciplinato comportamento guidato da regole e norme in cui dovere e lavoro risultino principi fondanti, sarà destinato ad una brutta fine, come Lucignolo nel Paese dei Balocchi.