GUERRA 1915-18 – 2017 – CAPORETTO

CAPORETTO

di ALESSANDRO BARBERO

LATERZA, 2017, euro 24,00

Alle due del mattino del 24 ottobre 1917, i cannoni austro-tedeschi cominciarono a colpire le linee italiane. All’alba le Sturmtruppen, protette dalla nebbia, andarono all’assalto. In poche ore, le difese vennero travolte e la sconfitta si trasformò in tragedia nazionale. Oggi sappiamo che quel giorno i nostri soldati hanno combattuto, eccome, finché hanno potuto. Ma perché l’esercito italiano si è rivelato così fragile, fino al punto di crollare?

(dalla quarta di copertina)

INDICE

I. L’IDEAZIONE – 1. Un testimone: il generale von Cramon, p. 3 – 2. Il generale Arz von Straussenburg, p.7 – 3. Un messaggio dell’imperatore, p.11 – 4. La gita del barone von Waldsstätten, p.16 – 5. Hindenburg e Ludendorff, p.20 – 6. Passo indietro: il generale Conrad von Hötzendorf, p.23 – 7. Il viaggio di Kraft von Dellmensingen, p.29

II. IL PIANO – 1. L’offensiva secondo i tedeschi: Durchbruch e Schwerpunkt, p-36 – 2. La posizione italiana e i suoi occupanti all’inizio di settembre, p.40 – 3. Il rapporto Krafft, p. 44 – 4. La nuova direttrice di nord-ovest, la corsa al Tagliamento e le polemiche del dopo-guerra, p.47

III.I GENERALI ITALIANI – 1. “Il Capo”: Cadorna, p.51 – 2. L’anti-Cadorna: Capello, p.61 – 3.Il comando del IV Corpo: Cavaciocchi e Boccacci, p. 67 – 4. Il comandante del XXVII Corpo: Badoglio, p.74 – 5. Il comandante del VII Corpo: Bongiovanni, p.77

IV. Il conto alla rovescia, p. 79

V. Il terreno e le forze in campo – 1. La linea dello Jeza: la 19^ divisione e il VII Corpo contro i gruppi Stein, Berrer e Scotti, p. 201 – 2. Il Monte Plezia e il fondovalle Isonzo: la 19^ divisione (Brigata NapolI) e la 46^ divisione (brigata Alessandria) contro l’Alpenkorps e la 12^ divisione slesiana, p.211 – 3. Il “maledetto” Monte Mrzli: la 46^ divisione contro la 50^ austriaca, p.219 – 4. Il settore Caporetto e del Monte Nero: la 43^ e la 34^ divisione contro la 55^ divisione austriaca, p.224 – 5. La conca di Plezzo: la 50^ divisione contro il Gruppo Krauss, p.230 – 6- Un rapporto di forze illusorio, p.235

VI. Lo sfondamento delle prime linee – 1. Tre storie, p.245 – 2. Il Krad Vrh e il Globočak: la 1^ divisione austriaca si affaccia in valle Judrio, p.250 – 3. La  linea dello Jeza: la 200^ divisione e l’Alpencorps sfondano sul Kolovrat, p.251 – 4. Il fondovalle Isonzo: la 12^ divisione arriva a Caporetto, p.258 – 5. La linea di Mrzli: la rotta della 46^ divisione, p. 263 – 6. La linea del Monte Nero: l’accerchiamento della 43^ divisione, p. 265 – 7. La linea di Plezzo: il Gruppo Krauss sfonda fino a Saga, p.269 – 8. Tentativo di un bilancio, p.272

VII. L’artiglieria: l’attacco – 1. Il ruolo dell’artiglieria nell’attacco, p.274 – 2. Lo sforzo logistico, p.277 – 3. I giorni precedenti, p.280 – 4. L’attacco: il piano di tiro e gli orari, p.283 – 5. Gli effetti del bombardamento, p.291 – 6. L’interruzione delle comunicazioni, p.299 – 7. Plezzo: il gas, p.301

VIII. L’artiglieria: la difesa – 1. Una leggenda solo parzialmente infondata: il silenzio dell’artiglieria italiana, p.305 – 2. La rigidità dei metodi, p.314 – 3. Il fallimento della contropreparazione, p.317 – 4. La cooperazione con la fanteria, p.324 – 5. Il fantasma del tiro a gas, p. 329 – 6. Gli effetti del bombardamento sull’artiglieria italiana,p.331 . 7. La cattura delle batterie, p.336

IX. La distruzione delle divisioni di riserva – 1.Che cos’é una divisione, p.341 – 2. La cosiddetta 34^ divisione, p. 344 – 3. La 53^ divisione (brigate Vicenza e Massa e Carrara) e la difesa della val Natisone, p.353 – 4. La brigata Puglie, la divisione bersaglieri e la difesa del Globočak, p.358 – 5. La 3^ divisione e la difesa del Kolovrat, p. 364 – 6. La cosiddetta 62^ divisione, p. 371 – 7. Conclusione, p. 383

X. I perché della disfatta – 1- La caduta di un edificio tarlato?, p. 384 – 2. La qualità dei rimpiazzi, p. 388 – 3. La qualità degli ufficiali, p. 391 – 4. La retorica dei comandi. p. 397 – 5. L’organizzazione: plotoni e squadre, p. 400 – 6. La tattica: le Sturmtruppen e l’infiltrazione, p.403 – 7. La tattica: le mitragliatrici, p.409 – 8. Conclusione, p. 416

XI. Cosa sapevano i comandi – 1. Il collasso delle comunicazioni, p. 418 – 2. Cadorna ha la percezione del disastro, p. 426 – 3. Come si arrivò all’ordine di ritirata, p. 433

XII. Cadere prigionieri – 1. Il momento della cattura, p.440 – 2. L’indifferenza e la fame, p. 451 – 3. L’amministrazione per i tedeschi, p. 460 – 4. Destinazione Mauthausen, p. 464

XIII. La ritirata del Friuli tra apocalisse e carnevale – 1. La più gigantesca ritirata della storia, p.469 – 2. Quelli che non se l’aspettavano, p. 472 – 3. L’orgia della distruzione e il paese di Cuccagna, p. 476 – 4. La guerra è finita, p. 483 – 5. L’apocalisse degli animali. p. 488 – 6. Il corteo dei vincitori, p. 491 – 7. La pancia dell’Italia, p. 498 – 8. La repressione, p. 501

Epilogo, p. 509

Note, p. 515

Abbreviazioni, p. 633

Bibliografia, p. 635

(un altro interessante lavoro dello storico Alessandro Barbero che, con la sua prosa precisa e chiara,  fa luce sulla tragedia di Caporetto. VB)

 

 

 

 

 

 

 

GUERRA 1915-18 – 2011 – LE BUGIE DI CAPORETTO – LA FINE DELLA MEMORIA DANNATA

Leggi tutto

GUERRA 1915-18 – 2004 – SUL GRAPPA NON SI VINCE

Leggi tutto