IL SUD DEL NORD
IL TRIVENETO 1866-1922
di
Francesco Jori
Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone, 2012, euro 14,00
L’alba del Triveneto
Lo chiamavano “li Sud del Nord”. Un secolo e mezzo fa, quando entrava a far parte dell’Italia unita, il Veneto (che all’epoca comprendeva anche il Friuli) si vedeva classificato con questa eloquente etichetta: ispirata dalla devastante miseria che lo affliggeva. Non a caso proprio qui è sorto il primo pellagrosario italiano, per curare una malattia provocata da un’alimentazione povera e squilibrata, dove la polenta era spesso piatto pressoché unico. E non a caso da qui si è innescata nell’ultimo scorcio dell’Ottocento una colossale ondata migratoria che ha portato centinaia di migliaia di persone a cercare in tutto il mondo, dall’ America all’Australia, una speranza di vita. Eppure, proprio in una terra così segnata dalla durezza del vivere c’erano già i germi di quella capacità di iniziativa e di quella vera e propria cultura del lavoro che nel secondo dopoguerra avrebbero determinato la nascita e l’affermazione di un modello di sviluppo destinato a diventare materia di studio anche all’estero. Questo libro cerca di mettere in luce il dna profondo dell’odierno “miracolo del Nordest” attraverso le cronache di vita quotidiana di una terra rimasta a lungo “Sud del Nord” , devastata dalla Grande Guerra proprio quando stava decollando, eppure di nuovo capace di ripartire. Lo fa attraverso figure di imprenditori, di finanzieri, di preti, di contadini; di “uomini della strada” nei cui confronti nutriamo un debito di riconoscenza.
Introduzione di Giorgio Roverato, pag. 7 Presentazione di Francesco Jori, pag. 11
I. “Morirono disperati e pazzi”, pag.15
La stagione della miseria e della pellagra
II. “Con noi il paese risorge”, pag.31
Il decollo dell’industria e i capitani d’impresa
III. “Circa cento non fanno Pasqua”, pag.47
Il prete custode della fede e non soltanto
IV. “Porca Italia, ‘ndemo via”, pag.63
L’epopea della grande emigrazione di massa
V. “Come le macchine considerati”, pag.79
Tra decollo economico e aspre lotte operaie
VI. “Un immenso castello fiabesco”, pag.95
Il fiorire delle città e la scoperta del turismo
VII. “Mi scrivo par le stàle”, pag.111
La chiesa veneta tra un papa e un contadino
VIII. “Evitate questo macello”, pag.127
Dalla dolce vita all’abisso della guerra
IX. “Con sicura fede nella vittoria”, pag.143
La Grande Guerra tra proclami e sofferenze
X. “E il mio ben torni al paìs”, pag.159
Di qua e di là del Piave, aspettando la fine
XI. “Addio a tutti i nostri ieri”, pag.177
L’illusione di una pace svanita in fretta Indice dei nomi, pag. 193
Bibliografia, pag 199