PICCOLA TERRA
IN EQUILIBRIO
SULLE “MASIERE”
a cura di Mauro Varotto – Cierre Edizioni – Antersass
PICCOLA TERRA
un film di Michele Trentini e Marco Romano – Bordeline produzione di confine
marzo 2012
Leggere e vedere, pensieri ed emozioni, uomini e terra, sassi e sassi divenuti nei secoli fino ad alcuni decenni fa muri di case, confine di vita, frontiera di lavoro e, poi lasciati sgretolare dal tempo in forme accartocciate, divaricate, sbrecciate, morte… Fino a poco tempo fa, perchè ora ci sono persone che stanno ricostruendo con quei sassi quei vecchi muri a secco, quelle “masiere” per dar nuova linfa a vite diverse, a ritmi lontani da quelli imposti dai ritmi produttivi, a nuovi intrecci tra culture diverse ….
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Immagini del film di una bellezza straordinaria, immagini stupende di una vallata con le sue ferite ma anche con il pulsare dei boschi, delle stagioni, della vita rurale dura ma felice in uno stretto connubio con l’asperità del luogo, con i sentieri rocciosi, ….
… con la fatica di sfalciare superfici impossibili, con la volontà straordinaria di strappare all’abbandono e al degrado anche un piccolo spicchio di terra carico ancora del sudore di altri che prima nel tempo haano lottato per sopravvivere fino alla morte … ( le immagini tratte dal film “Fazzoletti di terra” di Giuseppe Taffarel del 1963 sono nel contempo emozionanti e crudelmente vere…)
“Valstagna, Canale di Brenta, Vicenza: su piccoli “fazzoletti di terra” un tempo coltivati a tabacco si gioca il destino in controtendenza di personaggi assai diversi, impegnati a dare nuova vita ad un paesaggio terrazzato in stato di abbandono. C’è chi rimane aggrappato con ostinazione e orgoglio all’antico podere di famiglia, chi lascia il posto di operaio in cava per ritrovare se stesso, chi venendo dal mondo urbano decide di prendere cura di campi e muri a secco grazie ad un innovativo progetto di adozione, e chi originario del Marocco coltiva il sogno dell’integrazione per sé e per i propri figli. Piccola terra è un messaggio di speranza per terre alte marginali. E’ un racconto sul valore universale del legame con la terra, che prescinde da interessi economici, impedimenti politici, steccati culturali. Il “mondio dei vinti”, raccontato negli anni Sessanta dal regista Giuseppe Taffarel , ora è una montagna che torna a vivere, in un nuovo rigoglio che sa di menta, appartenenza e libertà.” (dalla copertina)