MAROSTICA – CITTA’ MURATA – IL DOGLIONE

 

IL DOGLIONE

O CANCELLERIA O ROCCA DI MEZZO

di Vasco Bordignon

0031-_OK_OK_OK__CASTELLO_INFERIORE_-_CAMMINO_DI_RONDA_TUTTA_LA_PIAZZA_CIMG0271il Doglione dal cammino di ronda del Castello Inferiore. Da notare la Piazza Castello o Piazza degli Scacchi0036_-OK_-_OK__DOGLIONE_-_MAROSTICA_-_CIMG0802il  Doglione come si può vedere oggi 

LA STRUTTURA ARCHITETTONICA DEL DOGLIONE

Se usciamo dalla porta nord del Castello Inferiore l’immagine che più ci colpisce è la struttura architettonica posta al di sopra della Piazza Castello o Piazza degli Scacchi: è la struttura di un palazzo stagliato nella sua forma rettangolare con addossata una torre campanaria, chiamato Palazzo Doglione. Tale nome non ha nulla a vedere con la pressoché uguale terminologia “dojon, dongione, dulione o dolione” riferibile ad una struttura difensiva presente sul monte Pauso  secondo i documenti del XIII secolo. 
Il nostro Doglione è sicuramente presente dal XV al XVII secolo (quindi a partire dalla presenza della Serenissima a Marostica) perché viene nominato nei documenti e viene descritto nelle mappe  di questo periodo come Cancelleria o come Rocca di Mezzo.

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disegno acquarellato del 1738: sopra nella sua totalità, sotto il dettaglio del Doglione con scala, merlatura e loggiato

Nella prima metà dell’Ottocento (presumibilmente tra il 1840 e il 1850) venne sottoposto ad un importante intervento confrontandolo con quanto ci viene illustrato da un disegno acquarellato di Bartolamio  Scanagata del 1738 che illustra la situazione abitativa, urbanistica e architettonica della Marostica all’interno della cinta muraria. Questo disegno mette bene in evidenza le caratteristiche del Doglione e così vediamo che fu abbattuta la scala di accesso sul lato est del palazzo, le campate a portico furono ridotte da quattro a tre,  la loggia venne chiusa con una struttura muraria, anche la torre campanaria venne profondamente rimaneggiata.  Quello che colpì allora maggiormente da una parte fu l’eliminazione dei merli che come dice Francesco Spagnolo “ …merli che tanto bene gli stavano in corrispondenza a quei delle mura e della rocca inferiore” e dall’altra anche, oltre alla stroncatura dei merli anche la modifica delle finestre scrivendo “… deturparono il Palazzo della Loggia … riducendone a rettangolo le belle finestre a sesto acuto e stroncandone i merli che tanta maestà aggiungevano a quel quadrato di fabbrica, ridotta ora a una costruzione senza ordine e senza carattere”.

0004_-_quadro_Vajenti_1889_del_doglioneacquerello del Vajenti del 18890005_-_doglione_dopo_distruzione_19281928: la Piazza  a Nord dopo la demolizione del Doglione 

Nel 1924 la Banca Popolare di Marostica  acquista il Palazzo dai proprietari di allora cioè il Comune di Marostica e l’Ospedale Civile, amministrato dalla Congregazione di Carità. Il Comune resta tuttavia proprietario della Torre campanaria e del loggiato del mercato coperto.
Il Palazzo comunque era in condizioni scadenti e precarie, tanto da decidere nel 1928 la sua demolizione.  Fu poi ricostruito nel1930 sotto la Direzione della Sovraintendenza dell’Arte Medievale e Moderna di Venezia.  L’inaugurazione avvenne nel 1930.
Nel 1967 nel palazzo che si trova dirimpetto al Doglione si aprì una nuova sede operativa e a seguito di ciò, i locali lasciati liberi divennero fino al 1991 la sede della Biblioteca Civica di Marostica.
Tra il 1991 e il 1995 il Doglione fu sottoposto a ristrutturazione conservativa  e dal 1995 è diventato la sede direzione e amministrativa della Banca Popolare di Marostica.

Il Doglione che vediamo è quello ricostruito come dicevo sotto forma di un palazzo rettangolare, dove sopra un loggiato a grandi archi a tutto sesto si sviluppano due piani di grandi dimensioni e dove lungo il lato ovest s’innalza una torre merlata che dà rilievo ad una loggia campanaria e una meridiana.

0006_-_torre_nel_suoinsieme_CIMG1058torre merlata con loggia campanaria0007_-_torre_-_la_meridiana_CIMG1059la meridiana

A ridosso della torre  vi è il Monumento ai Caduti. Lo storico e scrittore Prof. Antonio Muraro mi ricorda come il Monumento originario dei caduti della prima guerra mondiale, fosse costituito dal complesso statuario in bronzo e da una sola colonna marmorea, opera del grande scultore Aurelio Mistruzzi (1880-1960) e che nel 1974 vi furono addossate  le altre due colonne marmoree a ricordo dei caduti della seconda guerra mondiale. Nelle colonne vi sono i nomi dei caduti della prima e della seconda guerra mondiale. Circa la data di realizzazione in un recente testo (Imbellone, 2011) si legge: “Mistruzzi vinse il 26 novembre 1922 il concorso per il monumento ai Caduti di Marostica, che realizzò fra 1923 e 1926 per un compenso di £ 50.000, avvalendosi della collaborazione del marmista Bolognini …”.

monumento ai caduti nel suo insieme e l’immagine statuaria 

 

Nel loggiato, sulla parete della zona che guarda la piazza, vi è un antico affresco di una Madonna con questa iscrizione “ Questa immagine della madre di Dio nei recessi del vecchio Doglione da secoli nascosta a cura di Attilio Bonotto venerata ritorna alla luce anno 1930”0010_-_loggiato_-_antico_affresco_-_da_vicino_-_CIMG1066la  madonna del loggiato

Sulla facciata del Doglione  che guarda la Piazza vi è un bassorilievo raffigurante il leone marciano.

0011_-_leone_piccolo_di_san_marco__facciata_sud_CIMG1060il piccolo leone marciano nella facciata sud del Palazzo

Nell’ampia sala delle riunioni della banca, al primo piano del Doglione, campeggia una grande opera in pannelli di ceramica maiolicata con sculture in rilievo dell’artista Gigi Carron raffigurante il Buon Governo, mentre nella Sala del Consiglio Direttivo  vi è una importante opera di Jacopo Bassano  “La costruzione dell’arca” che è stata esposta al pubblico dal 17 aprile al 9 maggio del  2010.  

0016_-_gigi_carron_il_buon_governola grandiosa e bellissima opera del “Buon Governo” di Gigi Carron

0034_-_OK_OK_sala_consiglio_-_la_costruzione_dellarca_CIMG1105“la costruzione dell’Arca” attribuita a Jacopo Dal Ponte e Studio

 LE FUNZIONI  DEL DOGLIONE

Periodo della Serenissima Repubblica di Venezia (sec. XV-XVIII)

In questo periodo il Doglione  rappresentava il centro nevralgico delle attività giurisdizionali e amministrative di Marostica.  Ne Accenniamo alle varie attività.
Marostica era una grande podesteria comprendendo da Breganze ad Angarano, da Sandrigo all’Altopiano dei Sette Comuni. Al vertice di questa struttura vi era il Podestà impersonato da un nobile veneziano che era il diretto rappresentante del potere della Serenissima. Questo Podestà chiamato anche Rettore amministrava la giustizia civile per una serie di reati non particolarmente gravi (ad es. contrabbando di sale, illecito ingresso di abiti preziosi in oro o in seta fabbricati all’estero), controllava la contabilità delle multe inflitte, proibiva il gioco d’azzardo, era obbligato ad avvisare le autorità competenti in caso di peste o di altre calamità, ecc.
La sede della amministrazione vera e propria cioè il disbrigo di tutti gli affari e la risoluzione di ogni questione relativa alla vita  della comunità era proprio questo palazzo noto come Cancelaria o Cancelleria  o Rocca di Mezzo.
Al vertice vi era il Consiglio Generale composto da tutti i capifamiglia.
Questo Consiglio si riuniva una volta all’anno ed  eleggeva il Consiglio dei Trenta, composto da 21 consiglieri della classe nobiliare e 9 del popolo (in genere mercanti).
Il Consiglio dei Trenta rappresentava la macchina amministrativa: creava gli uffici comunali, distribuiva gli incarichi, stabiliva i compensi, decideva di utilizzare le risorse pubbliche a seconda delle necessità della comunità, ecc.  
La campana della torre della Cancelleria  veniva suonata da un custode, che dimorava nel Doglione, sia per ritmare il ritmo giornaliero (mattino, mezzogiorno e sera) sia per  annunciare ai marosticani la convocazione del Consiglio dei Trenta.
Alle adunanze del Consiglio, presieduto da un sindaco eletto tra i trenta Consiglieri  ogni 4 mesi, assisteva il podestà con il compito di vigilare sulla legalità delle medesime e sulle risoluzioni prese.
Pertanto la maggior parte degli atti amministrativi del territorio della Podesteria di Marostica trovavano la loro sede di attuazione proprio nel Doglione per la presenza di tutti gli uffici comunali e rispettivi impiegati (ragionieri e massari).
Questo palazzo ospitava anche la cancelleria dei “nodari”,  dei notai attivi in quel tempo, come pure l’archivio di quelli defunti.  La professione notarile era strettamente legata alla vita non solo amministrativa ma anche socio-economica di tutto questo centro: basti pensare come atti rogati alle compravendite, agli inventari di beni, alle procure, alle doti, ai testamenti.
Hanno rogato in Marostica durante l’età veneta ben 159 notai.  Al Collegio notarile era riservata una festività particolare, quella di San Marco (25 aprile) al quale è documentata fin dal 1450 l’edificazione di una chiesa in suo onore, e a San Bernardino.
La Loggia degli Incanti (aste).  Sempre in questo Palazzo, tra le arcate della Loggia il martedì, giorno di mercato, si volgevano gli incanti  e le vendite dei pegni, in altri termini le aste pubbliche, che logicamente richiamavano  un gran numero di cittadini.
La Cancelleria o Rocca di Mezzo  ospitava poi la “camera dell’armamento” assai ben fornita dal momento che raccoglieva  circa settecento armature “ben guardate per ogni bisogno”.  Rappresentavano le armature che i cittadini-soldati indossavano durante le esercitazioni. Questi cittadini venivano scelti dal popolo ed essere scelti significava essere “cerniti” e per questo  ogni organizzazione veniva chiamata cernide che in genere non comprendeva i capifamiglia o quelli che vivano soli o che si trovavano già in servizio in marina.
La cernide  era organizzata in squadre di circa 20 uomini, in centurie composte di di 100 uomini e in compagnie ognuna delle quali comprendeva 5-6 centurie. 
L’arruolamento nella cernide interessava giovani dai 18 ai 34 anni  nel 1593, mentre nel 1508 era protratto fino al 40 anni.
Così organizzate le cernide nell’ampio spazio verde del Campo Marzio (di cui era proibito asportare terra) svolgevano sia l’addestramento sia esercitazioni militari.
L’importanza di questa struttura militare nel XVIII secolo era così scaduta (in concomitanza con la decadenza della Serenissima) che non opposero  nessuna resistenza all’invasione della truppe francesi di Napoleone Bonaparte (1796-1797).
Secondo Spagnolo  sotto il Doglione esistevano sotterranei colmi di palle di pietra “grossolanamente lavorate” che potevano essere state utilizzate prima dell’avvento su ampia scala delle armi da fuoco (inizio XVI secolo).
Il Monte di Pietà.  Si può certamente affermare come le origini del Monte di Pietà risalgano ben oltre il suo inizio del 1676.  Infatti a Marostica il 6 ottobre 1452 venne istituita una Camera dei Pegni  che era amministrata da due massari, che avevano prestato giuramento davanti al Podestà, e da un notaio: stilavano la lista dei pegni che venivano poi venduti, e vigilavano perché non vi fossero ammanchi o non si seguisse le norme indicate.
Il Monte di Pietà con sede nel Doglione risale, come detto al 1676  (16 maggio 1676) su precisa volontà della comunità marosticense che ne ottenne l’istituzione dagli Inquisitori di Terraferma.
Il Monte di Pietà, che funzionava come una Cassa depositi, erogazione di prestiti e vendita di impegni, fu possibile realizzarlo grazie alla Scuola del Carmine con un prestito , concesso senza interessi, di 2000 ducati veneti. L’organizzazione e amministrazione del Monte dei Pegni dipendeva da due massari (veri e propri impiegati) che avevano il compito di vendere i pegni all’incanto (asta) il martedì, giorno di mercato sotto la Loggia del Doglione;  di fare i prestiti a fronte dei pegni il lunedì e  il giovedì due ore il mattino e due ore il pomeriggio, e di annotare in appositi libri ogni operazione (deposito, vendita, prestito). Vi erano poi due conservatori  che sovraintendevano ad ogni operazione del Monte e controllava la cassa del Monte e un notaio del Collegio  che a sua volta aveva il compito di annotare in un Libro notarile distinto da quello dei massari ogni attività del Monte : prestiti, vendite dei pegni, prezzo degli oggetti all’asta e poi venduti, i nomi dei compratori . ..
Il Monte di Pietà venne amministrato fino al 1807 dalla Scuola del Carmine, anno in cui venne soppressa dalle leggi napoleoniche,  e poi dalla Congregazione di Carità  fondata in quello stesso, fino al 1823 e poi dall’Ospedale e dalle annesse Opere Pie. Mantenendo una contabilità separata, una per il Monte ed una per l’Ospedale).

DOPO LA CADUTA DELLA SERENISSIMA

Il Doglione conservò questo grande ruolo “civile” anche nei secoli successivi alla caduta della Repubblica di Venezia (1797).
Il Monte di Pietà venne amministrato fino al 1807 dalla Scuola del Carmine, anno in cui venne soppressa dalle leggi napoleoniche,  e poi dalla Congregazione di Carità  fondata in quello stesso, fino al 1823 e poi dall’Ospedale e dalle annesse Opere Pie, mantenendo una contabilità separata, una per il Monte ed una per l’Ospedale). Nel 1923 ritornò ad essere amministrato dalla Congregazione di Carità, Congregazione che dirigeva anche l’Ospedale Civile, l’Asilo Infantile e gli Istituti Elemosinieri. Quest’ultima istituzione nota anche come “Commissarie diverse” erano stati fondati nel 1517 da G.M. Giacomuzzi  e  attraverso varie donazioni e lasciti aiutavano i poveri fanciulli e fanciulle di Marostica.
Il Doglione poi si arricchì alla fine del secolo scorso di altre istituzioni di pubblica utilità quali
– il Comitato Agrario: fu istituito il 15 maggio 1877  con lo scopo di valorizzare e migliorare  l’attività agricola. Per tali fini non solo organizzò conferenze e visite d’istruzione ma anche affittò dei campi per creare una specie di superficie agricola modello con vigneto, alberi da frutto e orto e per avere un magazzino-deposito degli attrezzi.
– la Società elettrica: nacque nel 1895 con 4  carature (quote di partecipazione uguali), trasformatasi in Società in accomandita semplice nel 1906. Provvedeva alla illuminazione privata  e pubblica e garantiva l’energia necessaria alle varie attività produttive di quel periodo.
– il Corpo dei Civici Pompieri: fu istituito il 9 maggio 1879 dal Consiglio Comunale, con lo scopo rimasto inalterato di attività di pronto e rapido intervento in caso di incendio, inondazione e varie calamità.
– la Banca Popolare di Marostica : attuale  proprietaria del Doglione dal 1924.
Questa banca fondò le sue radici su una Società di Risparmio o Cassa Privata di Risparmio  costituita nel 1888 che aveva lo scopo di preparare l’humus per la nascita di una Banca Mutua Popolare di Credito: infatti i soci fondatori  si impegnarono a versare mensilmente per 5 anni una libera quota . Ereditata così una cospicua somma dalla suddetta Cassa Privata di Risparmio, con atto notarile del 2 ottobre 1892 si costituì la Banca Popolare di Marostica. Divenne operante dal 1° gennaio 1893.
Alcuni giorni dopo la disfatta di Caporetto su ordine prefettizio dovette lasciare la sua sede per trasferirsi a Mantova, restando a Marostica la direzione per svolgere le ordinarie operazioni  come in tempo di pace, necessarie alla sopravvivenza della Banca stessa.
Terminata la Grande Guerra la Banca ritornò  nel Palazzo del Doglione e ne divenne proprietaria nel 1924.
Attualmente è questa la sua sede amministrativa e direzionale.

Ringrazio la Direzione della Banca Popolare di Marostica per la disponibilità dimostratami. Ringrazio ancora il Prof. Antonio Muraro e inoltre Giovanni Maria Polloniato per le notizie gentilmente fornitemi.

Fonti documentali principali

Imbellone Alessandra. Aurelio Mistruzzi una vita per l’arte.Palombi&Patner, Roma, 2011. 

Muraro Giuseppe Antonio. Il Palazzo del Doglione. Nella Storia di Marostica. Banca Popolare di Marostica, 1995.

Muraro Giuseppe Antonio. I centodieci anni di storia della Banca Popolare di Marostica. 1892-2002. Banca Popolare di Marostica, 2002.

Prelli Alberto. Sotto le bandiere di San Marco. Le armate della Serenissina nel ‘600. Itinera Progetti, Bassano del Grappa, 2012.

Spagnolo Francesco. Notizie storiche di marostica e del suo territorio. Tipografia Giuseppe Staider, Vicenza, 1868.

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