MAROSTICA – CITTA’ MURATA – CENNI STORICI SULLE MURA, PORTE E I CASTELLI

LE MURA, LE PORTE

 

E I CASTELLI DI MAROSTICA 

 

CENNI STORICI 


di Vasco Bordignon 


LA DIFESA DI MAROSTICA PRIMA DEGLI SCALIGERI

Di grande interesse fin prima dell’anno Mille rivestiva il Monte Pauso per la sua posizione tra la pianura e la fascia collinare come via di transito e di transumanza verso gli abitati e i pascoli dell’Altopiano dei Sette Comuni. Sulla sua cima era già sede di un elementare apparato difensivo, di un fortilizio la cui consistenza crebbe nei due secoli successivi assumendo la configurazione di una possente e robusta struttura fortificata, un vero e proprio castrum con una torre gironata (ossia provvista di un recinto, anch’esso in muratura) e un mastio (dojon), esprimendo così un ruolo di grande importanza strategica e politica soprattutto nel corso delle lotte tra Vicenza e gli Ezzelini (dalla fine del XII sec.  fino alla morte di Ezzelino III da Romano avvenuta nel 1259). Un documento del 1262 (il Regestum possessionum comunis Vincencie) oltre a confermare il complesso fortificato sul Pauso, cita la presenza di altre tre torri sovrastanti i colli di Marostica: una, sempre sul Pauso, una sul Pausolino e la terza sul monte Agù (come da immagine sottostante).

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LA DIFESA DI MAROSTICA DAGLI SCALIGERI IN POI

002_-_MAROSTICA_-_CANGRANDE__OK_INTERNET_Documento4Marostica fin dal 1266 era sotto il dominio padovano, come parte integrante del territorio vicentino.  Poi nel 1311 Vicenza e il suo territorio passarono sotto la dominazione del signore di Verona, Cangrande della Scala e dei suoi successori,  e tale dominio si protrasse fino al 1387, portando soluzioni urbanistiche assai significative a quel Borgo , allora assai importante lungo la fascia pedemontana dall’Astico alla sponda destra del Brenta.  Tali soluzioni si resero necessarie proprio in quegli anni (1312-1314) durante la guerra padovana-scaligera quando i Padovani erano riusciti a saccheggiare il Borgo di Marostica e assediare il Castello sul Pauso, senza distruggerlo. Ecco che verso la prima metà del XIV secolo edificarono inizialmente due castelli, dette anche rocche: quello inferiore in pianura e quello superiore sulla sommità del Pausolino.

Il Castello Inferiore situato in pianura è un tipico castello-recinto con addossato un alto e robusto mastio (il famoso Torrione).

Il Castello Superiore venne edificato sul pregresso fortilizio di cui accennato nel “Regestum” del 1262..

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Il 1° marzo del 1372 iniziò la costruzione della cinta muraria, tutta merlata e intervallata da 24 poderosi torresini. Era allora signore di Verona e di Vicenza Cansignorio della Scala.

Contemporaneamente furono costruite 4 porte (Breganzina, Bassanese, Vicentina e di Tramontana) ciascuna preceduta da un rivellino, rappresentato da una struttura in muratura,  di solito con pianta quadrata o a rettangolo o a semicerchio, posta davanti ad una porta, dotata spesso di un proprio fossato, comunicante con la porta restrostante con un ponte levatoio. Pure l’entrata del Castello Superiore è preceduta da un rivellino.

Le mura furono dotate anche di camminamenti di ronda, alla base un profondo fossato, e all’altezza della porte i ponti levatoi.

Con questo nuovo apparato di difesa, il fortilizio sull’Agù e il Castello sul Pauso rappresentanti il precedente impianto difensivo venne abbandonato e cadde in rovina: la vita e il potere della città si spostò al centro della difesa muraria ai piedi del castello sul Pauso e attorno alla Pieve di Santa Maria.

Alla caduta degli Scaligeri nel 1387 seguì un breve periodo dominato dal signore di Milano Gian Galeazzo Visconti fino a quando Marostica nel 1404 entrò a far parte dei possedimenti della Serenissima Repubblica di Venezia e vi rimase continuativamente fino al 1797 quando Venezia cadde sotto le truppe di Napoleone Bonaparte.

Durante il periodo veneziano Marostica divenne sede della podesteria che aveva la giurisdizione dalla sponda sinistra dell’Astico alla sponda destra del Brenta, spingendosi a sud fino a Sandrigo e a nord si inoltrava nel territorio dei Sette Comuni.

La podesteria era così chiamata perché a capo vi era un podestà, che era un nobile veneziano. Il podestà amministrava la giustizia., e restava in carica, a partire  dal 1480,  sedici mesi.

Tutti i capifamiglia costituivano il Consiglio Generale, che eleggeva il Consiglio dei Trenta, ai quali spettava la risoluzione e il disbrigo di tutti i problemi e affari di carattere amministrativo.

La sede della Cancelleria Comunale e la sede della Cancelleria e del Collegio dei Notai si trovava nella Rocca di Mezzo, il Palazzo ora chiamato Doglione. Dal 1676 divenne anche sede del Monte di Pietà funzionante come cassa depositi e prestiti. Sempre in questo palazzo venivano custodite le armature indossate dalla milizia territoriale locale, chiamata cernida, milizia che utilizzava il Campo Marzio per gli addestramenti.

La manutenzione di tutta questa struttura abbisognava di fonti economiche fornite dalle multe inflitte nei processi agli abitanti di Marostica e dei centri della podesteria. Ogni anno il capitano di Vicenza aveva l’obbligo ci recarsi a Marostica per verificare lo stato dei Castelli e delle mura.

Nel 1508-1510 si assistette ad una furiosa guerra della lega di Cambrai (una specie di coalizione europea) contro la Serenissima: in tale situazione bellica ne fece grande rovina il Castello Superiore: infatti nel 1509 e 1510 Marostica venne occupata e rioccupata più volte dalle truppe di Massimiliano d’Asburgo, e il Castello Superiore sede del podestà subì importanti danni tanto da indurre il Podestà a trasferirsi nel Castello Inferiore. Da allora il Castello superiore rimase diroccato coinvolgendo nella rovina le altre strutture allora presenti all’interno della rocca  quali un pozzo, una piccola chiesa e un molino a vento. Nel 1550 precipitò anche la grande campana situata nella torre alta del castello superiore.

Nei secoli successivi le mura e i castelli perdendo la loro importanza strategico-militare furono abbandonate al loro destino, tanto che Spagnolo nelle sue Memorie (1868) affermava: “ Castelli e mura … furono completamente abbandonati per il che in parte precipitarono ed il tutto si ridusse in tale stato da lasciare a malapena ravvisare quella fortezza …”, ma non perdettero il loro fascino e la loro capacità evocatrice d’altri tempi, testimoniate dai tanti visitatori e turisti.

Il Castello Inferiore fu interessato da vari lavori di riparazione in alcuni anni del Seicento;

al 1663 risale la costruzione della Cappella ora Sala del Consiglio Comunale.

Nel corso del XIX secolo ci furono sporadici interventi di riparazione e per fortuna non ci furono smembramenti o abbattimenti come in altre città.

Nel 1912 l’Ing. Giovanni Tescari (1866-1939), allora da anni Ispettore Onorario per i Monumenti del Mandamento di Marostica, dopo numerosi solleciti alla R. Sovraintendenza di Verona, riuscì a trovare dei fondi per iniziare degli interventi di restauro… ma le lungaggini burocratiche per dare inizio concreto dei lavori, e i relativi finanziamenti  furono inghiottiti dalla prima Guerra mondiale.

Dopo la guerra nel 1921si ottenne dalla suddetta Sovraintendenza un contributo di diecimila lire utilizzati per alcuni lavori di consolidamento.

Ma l’ing. Giovanni Tescari non demordeva dal suo piano di restauro di tutta la cinta muraria e dei castelli. Riuscì a coinvolgere l’ex-prefetto Comm. Dinale e nel gennaio 1934 giunse la concessione della cifra di 320.000 per eseguire il suddetto piano complessivo.

Questo restauro, diretto dalla R. Sovraintendenza all’Arte Medievale e Moderna di Venezia, coprì il periodo 1934-1936. Di tale restauro nel 1980 fu oggetto la Mostra Torri  Mura e Castelli di Marostica (22-marzo-13 aprile 1980) .

Le porte furono pulite dalle erbacce, furono risistemate le feritoie, le  “pusterle”  (le strette aperture pedonali) e si consolidarono le strutture murarie. In particolare poi per la porta Breganzina si ripassò il portone e aperto un piccolo varco pedonale. Vicino a porta Vicenza fu demolito un piccolo edificio allora adibito a latrine pubbliche. Fu consolidata tutta la cinta muraria, tolte tutte le erbacce, ricostruite le murature sconnesse, eliminate crepe e lesioni esistenti, e in alcuni tratti rifatto il camminamento di ronda.

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Interno del Castello Inferiore prima del restauro del 1934-1936

Notevole poi l’intervento sul Castello inferiore che nei secoli aveva subito varie manomissioni in particolare nel XIX secolo quando nel mastio e dentro il castello erano state allestite le carceri e la pretura, i loggiati erano stati chiusi, aperte nuove porte e finestre, quasi distrutto il camminamento di ronda, la facciata nord e parte di quella ad est erano state ricoperte di un intonaco rosso. Il restauro ripristinò l’antica e originaria fisionomia e così furono tolti gli intonaci interni ed esterni riportando alla luce molti affreschi antichi risalenti probabilmente al XVI e al XVII secolo; le costruzioni interne furono abbattute e furono ricavati il porticato inferiore e il loggiato superiore e la grande scala che conduce a questo. Le porte interne ed esterne che si erano impropriamente aperte furono chiuse e si ricostruirono le  porte e le finestre  dove si trovavano originariamente seguendo le loro antiche tracce.

Nel 1997 il  Castello Inferiore fu soggetto ad un nuovo restauro conservativo resosi necessario per l’invasione delle erbe sui merli e sulla torre, le fessure delle murature, il grigiore determinato dall’inquinamento atmosferico, l’esfoliazione dei materiali, ecc.. Tale restauro ha potuto ridare una nuova ricuperata immagine di questa antica struttura riscoprendo colori ed emozioni che il tempo, l’incuria e l’inquinamento ci aveva piano piano sottratto.

 

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Immagine del 1985 : volontari della Compagnia delle Mura di Marostica al lavoro  

Su questa straordinaria grande opera di difesa medievale vigila ed lavora su base volontaria, spesso senza clamori, talora con difficoltà di dialogo con gli amministratori vicini e lontani, per cercare di rallentare l’usura del tempo, dell’inquinamento, della vegetazione spontanea, degli escrementi dei piccioni, ecc.: si tratta  della “Compagnia delle Mura di Marostica” costituita nel 1980 ma già da anni attiva su e giù  per le mura  (vedi immagine del 1985) o nella riattivazione del sentiero che sale al Castello Superiore, nel dar nuova vita al parco Salin, ecc. Un giusto riconoscimento e ringraziamento.

 

Fonti documentali

AA.VV. Marostica. Profilo istituzionale di un centro urbano nell’età della Serenissima. LA SERENISSIMA editrice, 2004.

Canova Antonio, Mantese Giovanni. I castelli medioevali del vicentino. Accademia Olimpica Vicenza, 1979.

Conforto da Costoza. Frammenti di Storia Vicentina (AA.1371-1387). A cura di Carlo Steiner. Cittò di Castello. Editrice S.Lapi, 1915.

Consolaro Mario, Muraro Giuseppe Antonio (a cura di). Storia manoscritta di Marostica di Gio.Paolo Matteazzi. Stocchiero Grafica, 1984.

Dellai Giordano. Marostica e il suo territorio nel Duecento. Società e ambiente a Marostica, Mason, Molvena, Nove e Pianezze secondo il Regestum possessionum comunis Vincencie del 1262. LA SERENISSIMA, 1997.

Le Cento Città d’Italia Illustrate. MAROSTICA. La gemma del pedemonte vicentino. Casa Editrice Sonzogno, Milano, sd.

Marcadella Giovanni (a cura di), Il Castello Inferiore. Storia e ricupero. Atti del Convegno, Marostica 26 settembre 1998. Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Archivio di Stato di Vicenza. Comune di Marostica. Biblioteca Civica. Editrice Artistica Bassano, 1999.

Marostica. I Castelli, le mura e il Borgo, fotografie di Roberto Barcellona. Origine, struttura, Vicende, testo di Giuseppe Antonio Muraro. Biblos SRL, Cittadella (PD), 2009.

Muraro Giuseppe Antonio. Marostica e la dominazione scaligera nel Veneto. Tipografia Minchio, 1989. (mi permetto di segnalare e sottolineare questo prezioso e fondamentale lavoro del Prof. Muraro per approfondire e comprendere la storia della Marostica, anche di oggi)

Muraro Giuseppe Antonio. La “Compagnia delle Mura di Marostica”. Edizione della Compagnia delle Mura di Marostica, 1996.

Muraro Giuseppe Antonio. Sotto le insegne di Vienna. Marostica autriaca. Tomo I e II. Banca Popolare di Marostica, 1999.

Muraro Giuseppe Antonio. Marostica 1866 – 1900. Vita politica e amministrativa, società e istituzioni dio una comunità dall’annessione del Veneto alla fine dell’Ottocento. Banca Popolare di Marostica, 2006.

Perbellini Gianni, Rodeghiero Flavio (a cura di). Città murate del Veneto. Scacchieri fortificati medievali:un sistema-regione. Cierre edizioni, 2011.

Sanuto Marin. Itinerario per la terraferma veneziana nell’anno MCCCCLXXXIII, Padova, Tipogradia del Seminario, 1847.

Spagnolo Francesco. Memorie storiche di Marostica e del suo territorio. Atesa Editrice, 1981: Riedizione anastatica della Edizione del 1868.

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