LA VIA CRUCIS DI LUIGI CARRON
Si tratta di 15 formelle in terra cotta maiolicata dipinta. Ogni formella, 50×40,5 cm, è racchiusa da una cornice di 4,5 cm di spessore, realizzando così un racconto nel quale l’azione e i vari personaggi vengono a trovarsi in una dimensione tridimensionale, nella quale noi possiamo intravedere anche la nostra corporeità, la nostra umanità.
Le immagini presentate sono state da me fotografate nel loro attuale posizionamento, all’interno della Chiesa di San Luca. Le 15 rappresentazioni formano un unico “nastro” sia a dx che a sx della porta d’ingresso, offrendo quindi ad ogni fedele, in particolare nella celebrazione della Santa Messa, la realizzazione del progetto di Dio, tramite il Figlio, della salvezza di ciascuno di noi.
Ho voluto poi accompagnare questo lavoro sia con la presentazione dell’opera e sia con i testi per le varie stazioni, dello stesso Luigi Carron pubblicati nel catalogo edito in occasione dell’anteprima nel 1996 nel Castello Inferiore, testi che offrono una particolare sensibilità artistica e umana.
“Cari concittadini, vi propongo il risultato del mio ultimo lavoro. Come il fornaio mette sul bancone il pane ancora caldo, così io metto in visione questa mia opera (ancora calda) con la speranza di saziare una fame diversa da quella che sazia il pane, al quale tuttavia è spiritualmente legata da molti secoli. Non mi è stato facile iniziare ed è stato lungo e spossante il lavoro. Rappresentare una tragedia sacra, che già mille e mille volte è stata descritta nelle diverse forme d’arte, senza cadere in scopiazzature e retoriche di basso profilo, mi ha provocato spesso una situazione psicologica difficile da superare. Aver fatto in tempi lontani un apprendistato gravoso, la vera “gavetta” attorno ai forni a legna, con gli stampi, la stampatura, lo studio dei colori, mi è servito moltissimo per portare a compimento l’opera. Ha detto Andrè Malraux che anche un ateo nato in Europa deve dichiararsi cristiano, se non altro per la situazione ambientale in cui è vissuto. Spero di aver fatto bene, spero che questo “pane” di ceramica risulti gradito a molti, al di là della fede di ognuno.”
PRIMA STAZIONE – Gesù è condannato
Condanna./E’ breve il tempo/ fra il leggero stormire degli olivi/ e il tradimento./ Coperti i fuochi. Sulla città addormentata/un velo di luna/ accompagna la tua solitudine./ Non è seme il denaro,/ nel conio la vita si spegne./ Tradimento./ S’è fatto lontano il trionfo/ quando l’asina camminò sui tappeti/ sulle palme/ sui vestiti intrisi di lacrime e sangue/ degli innocenti./ Bacio e tradimento./ Sprofonda/ in echi affievoliti/ il canto del gallo./ Solitudine./ Oblio della coscienza./ Acqua, igiene./ I Gentili/ non vogliono/ sulle mani/ i germi della tua condanna./Il re/ è arrivato il re./ Porta una corona di spine per il re./ Porta una canna per scettro del re./ Sporca, sudata, sputata/ la clamide purpurea del re./ Scherno insulto arroganza./ Condanna.
SECONDA STAZIONE – Gesù riceve la croce
Il legno e il peso./ E’ scudo la croce,/ fra città e spirito/ diaframma./ I venti come presagio/ piegano l’erba nuova a compasso./ Intermittenti/ sul ciglio mulinelli di polvere./ Ferme le spade./ Andiamo.
TERZA STAZIONE – Prima caduta
Sulla terra del Golgota/ come seme d’amore/ cade il figlio dell’uomo./ Indifferente,/ riposa Cesare/ nella giustizia di ferro.
QUARTA STAZIONE – Gesù incontra la madre
E’ fuoco il tuo cuore,/ Jacopone./ Rugiada su ferite ardenti/ la tua lauda,/ Jacopone./ Il furore della tua pietà/ canta./ “Figlio dolce e piacente,/ figlio de la dolente,/ figlio hatte la gente/ malamente trattato!”.
QUINTA STAZIONE – Il Cireneo
Mite/ dai campi risaliva/ Simone,/ umido di sudore/ il corpo uso all’antica fatica./ C’è fretta./ Con scherno,/ arrogante una voce/ “Ehi tu di Cirene/ prendi la croce!”./ Ancora sudore, fatica/ e pietà.
SESTA STAZIONE – Gesù incontra Veronica
Nel ventre di Maria/ è germinata/ la tua vita di uomo./ Ieri/ una femmina gentile/ ti ha dissetato:/ non coca cola/ né aceto né fiele,/ acqua di Samaria./ Ieri/ Marta e Maria/ chiacchieravano con te./ Maddalena/ ha offerto unguenti alle tue fatiche./ Verranno/ Agnese e Lucia e Barbara, Chiara di Francesco,/ Vanna di Jacopone/ e la pazza ardente Catarina./ Adesso/ Veronica/ titubante e forte/ fa il gesto d’amore.
SETTIMA STAZIONE – Seconda caduta
Chi mangiava il pane con te/ è lontano./ Stremato il tuo spirito,/ il corpo cede./ Non sei di nessuno./ A chi toccherà/ l’offerta del tuo calice?
OTTAVA STAZIONE – Incontro con le donne di Gerusalemme
Non piangete/ non piangete per me,/ donne./ Per i vostri figli/ serbate il pianto./ Invocherete/ monti crollati colline sconvolte/ a coprire il vostro sconforto./ “Beate le sterili,/ beati i seni che non ebbero figli/ e le mammelle che non ebbero da allattare”.* /Tra la folla/ solitudine./ Straniero alla mia terra./ Non piangete per me.
(*Luca23,27-30).
NONA STAZIONE – Terza caduta
Mi accerchiano/ mi assalgono/ mi lacerano/ digrignano i denti contro di me./ Divampano/ come fiamma nei pruni./ Rovina/ schianto./ Crollo/ e la croce sopra di me.
DECIMA STAZIONE – Gesù è spogliato
Lontano/ il cielo imbruna la terra,/ il lampo lo percorre,/ fa sentire il suo tuono./ Avvisaglie./ Mormorii, vociare./ L’aria porta le prime nubi./ Nel luogo del Teschio,/ come grinfiata dai rovi,/ la veste dell’agnello/ resta in mani rapaci./ Non spengono la sete/ aceto e fiele./ L’ora sesta è vicina.
UNDICESIMA STAZIONE – Gesù è inchiodato alla croce
Meriggio di parasceve./ Non prepara pane/ chi insulta,/ chi schernendo aspetta/ che il re/ si sottragga alla croce,/ o chiede ai dadi/ l’inconsutile veste./ Chiodate le mani/ trafitti i piedi./ Si vende, si compra./ Del sangue dell’uomo/ s’è fatto mercato.
DODICESIMA STAZIONE – Gesù muore
Pietra miliare/ alla storia dell’uomo,/ fra gli astri la tua morte,/ il tuo dono./ Sigillo cosmico./ Ogni giorno/ mille volte al giorno/ nasce e muore la speranza./ Che ne sarà/ della nostra memoria/ sotto la polvere del tempo/ fra le musiche rotte assordanti/ nel barbaglio luccicante delle città?/ Che ne sarà/ della pietà civile della tua lancia,/ Centurione?/ Dal petto/ dal cuore/ ultima sorgente:/ “acqua e sangue”./ E’ l’ora nona./ Vento./ Mulinelli di rami, ossa e polvere./ Trema la terra/ si spezzano le pietre./ Scolora il sole/ si attenebra il cielo./ L’acqua incupita/ rompe i suoi confini./” Eloi’ Eloi’ lamma sabacthani?”./ Diventa sudario alla parola/ il velo del tempio/ squarciato dal tuo grido.
TREDICESIMA STAZIONE – Deposizione
Attraversa il tempo/ la pietà/ del tuo canto impetuoso,/ Jacopone./ “Stabat mater dolorosa/ juxta crucem lacrimosa/ dum pendebat filius,/ cuius animam gementem/ contristatam et dolentem/ pertransivit gladius./ O quam tristi et afflicta/ fuit illa bendicta”.
QUATTORDICESIMA STAZIONE – Gesù è portato al sepolcro
Silenzio, notte./ Fra lo sgomento/ parole non dette./ Mirra e aloe/ leniscono ferite/ che più non fanno dolore./ Il lino copre pulito/ il tuo corpo./ Nell’orto vicino/ un masso/ chiude il sepolcro./ Le scritture si compiono-/ Nel silenzio/ finisce parasceve/ e già albeggia/ il Sabato.
QUINDICESIMA STAZIONE – Resurrezione
E intanto/ costruiscono aghi/ alti come building/ e la cruna/ è arco di trionfo al dominio./ Sulle gobbe dei cammelli/ passano/ in arcione ai cavalli,/ sulle quattro ruote motrici./ Nell’aria acre/ sventolano gli stendardi./ Gioia breve della vita./ Scompiglio./Rivendicazione/ il tuo riposo del settimo giorno:/ Sabato!/ Passato il Sabato, nel primo giorno della settimana,/ allo spuntar del sole/ glorioso/ Gesù risorge./ Nella terra promessa/ è stato arato il campo dell’amore./ Rigermina la speranza.
Fonti documentali
VIA CRUCIS. Qindici formelle in ceramica di Gigi Carron. Bertoncello Artigrafiche, Cittadella, 1996.
CIELO E TERRA IN LUIGI CARRON. Mostra presso il Castello Inferiore di Marostica, 11 novembre 2016 – 8 gennaio 2017.
L’ILLUSTRE BASSANESE. LUIGI CARRON. n.° 166-167 – Marzo-Maggio 2017. Editrice Artistica Bassano.