LA PORTA DIEDA E IL CASTELLO INFERIORE
LA STORIA
GLI AFFRESCHI
di Vasco Bordignon
Porta Dieda vista da Via beata Giovanna (sopra) e vista da Via Roma (sotto)
Siamo nel Trecento, quando avvengono sussulti di guerra da parte di Cangrande della Scala. Questi, dopo un lungo conflitto, nel 1328 ottenne la resa di Padova.
Negli anni precedenti Padova, allora dominante su Bassano, avviò la costruzione di una seconda cinta muraria per poter affrontare con sufficiente sicurezza eventuali assalti da parte di truppe nemiche, allora, veneziane e fiorentine. La poderosa opera si concluse nel novembre del 1390.
Era necessario anche costruire una nuova struttura che resistesse ad eventuali attacchi bellici e fosse di apporto strategico al Castello Superiore che negli anni tra il 1315 e il 1388 era stato rifatto e munito di una nuova cerchia muraria interna.
La zona scelta fu quella del tracciato meridionale della cinta muraria in costruzione dove si stava inserendo un nuovo asse viario verso Padova. Qui esisteva già una porta chiamata Porta del Leone o dei Leoni (ora dell’Angelo, vedi immagini attuali la prima, a sx, vista da sud, la seconda, a dx, vista da nord) ad uso prevalentemente civile, chiamata così dall’insegna che vi era appesa di Bassano con due leoni controrampanti su una torre, e vicino ad essa vi era una torre di legno che serviva da avvistamento e anche da guardia verso la suddetta porta.
Nel 1392 tale struttura dapprima denominata come piccola rocca, poi nel 1401 come rocca o Castello dei Leoni, e più avanti Castello dei Berri dal nome della famiglia che lo usava, e infine Castello Inferiore divenne una vera struttura di difesa,collegata alla più ampia cinta muraria, con inserita una porta come era stato ordinato da Padova nel 1315. Questo castello, a pianta rettangolare con murature di media consistenza, dominato da una torre quadrata che sporgeva dalla struttura della cinta sia all’interno che all’esterno, attrezzato da chiusure saracinesche e latine, a battenti di legno, era provvisto di due porte con ponti e con relativi fossati più o meno larghi.
Di tutta la complessa struttura rimane ben poco e quindi non sono più riconoscibili le strutture architettoniche che permettevano la ronda, la comunicazione con la torre centrale, ecc. Non si sa dove fossero i locali di servizio, la stalla, dove fossero collocate le armi, le munizioni, le provviste, le residenze della guarnigione, ecc.
Il castello cessò la sua funzione militare verso la metà del quattrocento e ben presto iniziò il degrado. Nel 1483 il Marin Sanuto, grande viaggiatore veneziano, tratteggiava così il Castello Inferiore: ” … el qual se ruina, et è afitado a uno venitian nostro; et è dentro caxe: è in quadro, con volti in sotoportego; da una banda à do porte con fosse”. Arco della porta con epigrafe di Domenico Diedo.
In basso a sinistra nella immagine si vede un parallelepipedo scavato sulla muratura: indica le misure del mattone che si doveva usare per costruire in città
Tra il 1540 e il 1545 il Comune di Bassano acquistò l’immobile dal demanio veneziano, sorsero botteghe e abitazioni e si aprì al transito civile ciò che vi era rimasto della primitiva rocca e delle sue porte, mettendo così in comunicazione diretta l’attuale Via Roma con la Via Beata Giovanna.
L’inaugurazione di questo raccordo stradale venne ricordata da una epigrafe del 1541 ad onore del podestà Domenico Diedo sull’arco della porta (vedi immagine), che da lui prese il nome di Porta Dieda. Le funzioni di custodia e di controllo del dazio furono trasferite alla attuale Porta dell’Angelo, che fu poi chiusa e poi riaperta come uscita secondaria della città. La primitiva dizione di Porta del Leone si trasmise a quella inaugurata e quindi chiamata da allora come Porta del Leone o Dieda.
GLI AFFRESCHI
Quello che possiamo vedere attualmente è quanto emerso da un accurato restauro del 2005. Non entro nei dettagli delle varie fasi pittoriche dapprima viscontee del 1394 e del 1397 (forse) e poi quella veneziana del 1405, desidero solo sottolineare l’importanza che assumevano in quel periodo, dove la maggioranza delle persone erano analfabete, tutti gli strumenti di comunicazione siano essi bandiere, sculture, pitture, decorazioni. Doveva essere evidente a chiunque avesse posato lo sguardo su questa torre e su questi affreschi già da lontano (essendo stati effettuati per essere ben visibili) chi fosse il padrone del territorio, le appartenenze politiche, militari e famigliari.
Nel giugno del 1404 Venezia acquisì Bassano e da allora eliminò o rese invibili i simboli del precedente regime, sostituendoli con i propri, anche per non mantenere in alcuni bassanesi eventuali nostalgie soprattutto viscontee.
Nella parte inferiore, proprio sopra la porta, si intravedono tracce dell’affresco elaborato nel 1541-1542 da Jacopo dal Ponte che prende nome dall’episodio di Marco Curzio Rufo che si getta nella voragine. Narra, infatti, la leggenda che un’enorme voragine si fosse aperta sul suolo di Roma con grande pericolo per tutta la popolazione. L’Urbe si sarebbe salvata solo con il sacrificio di quanto più prezioso possedesse. Così l’eroe a cavallo e in assetto da battaglia si precipitò nella voragine, offrendo la sua vita in cambio della salvezza della città. E’ evidente che la rappresentazione di così alto ideale dovesse essere idealmente anche verso Venezia, la nuova patria.
L’Aquila imperiale e Leone veneziano reggente il libro aperto e vicino il doge, in piedi, nell’atto di ricevere, avvolto in un mantello scarlatto sono in parte sovrapposti,
Al di sopra delle ali sono rimasti frammenti dell’insegna della corona di Francia e delle spire della vipera viscontea
da sinistra a dx
lo stemma del podestà Andrea Zane (1405)
lo stemma del capitano Gerardo Aldighieri (circa 1397)
lo stemma del podestà Moschino Rusconi (circa 1397)
il vessillo di Bassano (1405)
Principali fonti documentali
Brentari O. Storia di Bassano e del suo territorio. Bassano, Sante Pozzato, 1884.
Petoello G. I paramentu araldici sulla Porta Dieda del Castello Inferiore di Bassano. Appunti preliminari. In Bollettino del Museo Civico, 2007-2008. Comune di Bassano del Grappa, 2009.Per gli appassionati di storia questo lavoro di Petoello è molto dotto e interessante spaziando dalla architettura medioevale agli stemmi araldici.
Remonato R. Spigolature bassanesi. A spasso per la città di ieri e di oggi. Editrice Artistica Bassano, Bassano, 2010
Sanuto M. Itinerario di Marco Sanuto per la terraferma veneziana nell’anno MCCCCLXXXIII. Tipografia del Seminario, Padova, 1847.
Settia AA. Castelli e villaggi nell’Italia padana. Popolamento, potere e sicurezza fra IX e XII secolo.Liguori Editore, Napoli, 1984.