MUSSOLENTE – 10 – IL CAPITELLO DI SAN NICOLO’

IL CAPITELLO DI SAN NICOLO’

di Vasco Bordignon

A poca distanza  dall’attuale Chiesa della Madonna dell’Acqua, ex-chiesa parrocchiale di Mussolente, dichiarata “Santuario” con decreto del Vescovo di Treviso dell’8-12-1964 e affidata ai sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (Dehoniani) situata sul colle Castellaro (230 metri s.l.m.) (il colle più elevato di Mussolente da cui si gode una panoramica eccezionale sulla pianura sottostante) vi è un capitello dedicato a San Nicolò (mezzo rovinato) a livello dell’agile Campanile dal basamento in pietra e dalla parte terminale conica in cotto.

CENNI STORICI

1185, 18 ottobre: è la data di un documento papale (si tratta di Papa Lucio III ) nel quale viene citata la pieve di San Pietro di Mussolente con fonte battesimale e cimitero. Pertanto rappresentava una comunità a se stante la cui giurisdizione sia religiosa che territoriale veniva riconosciuta ai vescovi di Belluno. Il documento dice anche che vi sono altre strutture religiose, ma non dice quali.  E’ probabile che si riferisse almeno alla chiesa di San Nicolò allora situata nell’area della fortezza del Castellaro, ritenendo che l’attuale capitello settecentesco posto nelle vicinanze del campanile dedicato proprio a san Nicolò sia un ricordo della vecchia chiesa.

1502 – Sopra l’altare maggiore della Pieve, al centro di un grande finto velo realizzato in stucco, è collocata la pala raffigurante la Madonna con il Bambino in trono con ai piedi i Santi Pietro, Nicolò, Giovanni Battista e Paolo. E’ su legno, dipinta ad olio, firmata e datata 1502 dall’autore  Andrea da Murano. E’ stata restaurata nel 1973 e ancora nel 2007.

1695, 25 febbraio, giorno di Santa Costanza : vi fu un disastroso  terremoto e la chiesa venne seriamente danneggiata, ma venne rapidamente resa agibile continuando la sua funzione di luogo di culto. Il crollo del campanile, da tempo segnalato come pericolante e posto a contatto con la parete nord del presbiterio e della sacrestia causò dei danni alla chiesa. La torre campanaria venne ricostituita nel luogo attuale in posizione decentrata di alcuni metri.  La chiesetta di San Nicolò, completamente rovinata, venne abbattuta e utilizzata come cava di pietre e di legname   per la ricostruzione del campanile . Al suo posto si edificò un capitello   tuttora esistente,

San Nicolo’ (o San Nicola) biografia

Nacque a Pàtara , una città greca della  Licia.  Non si hanno dati sulla sua infanzia. Si sa che lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra (oggi Demre), città situata in Licia, una provincia dell’Impero Romano. Qui venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo di Myra venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Nel 305 venne imprigionato durante la persecuzione di Diocleziano . Nel 313 venne liberato da Costantino e cosi riprese la sua attività apostolica. E’ verosimile che sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea, dove condannò con vigore l’Arianesimo , sostenendo con vigore l’ortodossia cattolica. Morì a Myra il 6 dicembre del 343. Le sue reliquie restarono a Myra fino al 1087. Quando Myra venne occupata dai musulmani, sia Venezia che Bari cercarono di impossessarsi  delle sue reliquie. Furono i baresi a sottrarre le ossa del Santo portandole in città il 9 maggio 1087. Successivamente venne innalzata una nuova chiesa diventata poi la Basilica di San Nicola.

IL CAPITELLO ATTUALE

Questo capitello appare con una struttura antica: vedi frontone,  vedi colonne con capitello, ecc.  Al suo interno vi è una grande nicchia che conserva ancora degli affreschi : in basso a sinistra, nella parte inferiore,  vi sono dei ragazzi/ fanciulll

iall’interno di una vasca,  e, a destra, un grande affresco del Santo con le vesti vescovili e con mitria e pastorale. Potrebbe raffigurare un battesimo per immersione, modalità normale almeno fino al 1492 (Basso Medioevo).

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pubblicato ii 26 ottobre 2023

 

 

 

 

 

 

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