MUSSOLENTE – 05 – LA CHIESA PARROCCHIALE SS. PIETRO E PAOLO

LA CHIESA PARROCCHIALE

SS. PIETRO E PAOLO

di Vasco Bordignon 

Dopo aver illustrato, anche nei dettagli, la storia di questa Chiesa,  ne ricordiamo i momenti più significativi: la posa della prima pietra il 9 agosto 1948 con la  benedizione del vicario mons. Costante Chimenton;  quindi la benedizione della Chiesa impartita dal vescovo Mons. Antonio  Mistrorigo il 29 giugno 1959 con la relativa dedicazione ai Santi Apostoli Pietro e Paolo; e infine la consacrazione della chiesa impartita dallo stesso vescovo Antonio Mistrotrigo in data 28 giugno 1986.
E’ quindi giunto il momento di illustrarla nelle sue forme di devozione,  realizzatesi in alcuni decenni, per lo più  da grandi autori, alcuni dei quali molto conosciuti. Inizieremo dall’esterno della chiesa per poi entrare in essa descrivendo  le varie opere che troveremo dall’inizio fino alla fine della navata, navata che è coronata dalle stazioni della Via Crucis, e, poi, superando alcuni gradini ci troveremo nel presbiterio, assai ricco di significati profondamente religiosi.

L’ESTERNO

La struttura esteriore della chiesa è caratterizzata da forme imponenti sia anteriormente che lateralmente. La facciata è caratterizzata, oltre che da ampie aperture verticali, dalla presenza di un lungo protiro, raggiunto dal piazzale attraverso tre scalinate di nove gradini ciascuna e delimitato anteriormente da sei lastre di marmo rosso di Asiago (ciascuna lunga 205 cm, larga 17 cm, alta con piedistallo 87 cm) , due laterali e quattro anteriori: quest’ultime presentano, nella parte di chi sale, scolpiti i 4 evangelisti.

In alto, al di sopra della svettante vetrata, nel frontone lungo 9 metri vi è una stupefacente realizzazione ceramica di Alessio Tasca, che racconta  il mistero della nascita di Gesù nella grotta di Betlemme. Tale opera è ricca di figure: non solo Gesù con Maria e Giuseppe ma anche umili pastori con le loro pecore e capre, nonché una famiglia con un bimbo, un angelo, un povero questuante, il tutto  con macchie verdi, di un verde particolare, inconfondibile..

Lateralmente le due facciate sono caratterizzate da una serie di contrafforti in pietra che suggeriscono l’idea che solo nella Chiesa vi è la forza e la grazia per superare le varie battaglie della vita. I contrafforti si prolungano all’interno della  chiesa realizzando una serie di spazi occupati attualmente da confessionali, dalle cappelle di San Giuseppe e della Madonna e da altri a funzioni varie. LA FACCIATA O LATO OVEST DELLA CHIESA FACCIATA  CON LATO SUDFACCIATA CON LATO NORD

GLI EVANGELISTI 

Come detto sono in marmo rosso di Asiago realizzati nel 1960 da Luciano Zanchetta di Pove su modelli in terracotta di Alessio Tasca, il quale ha alla fine rifinito l’abbozzatura di ogni evangelista. a sinistra l’evangelista Matteo con un angelo, a destra l’evangelista Giovanni con un’aquilaa sinistra l’evangelista Luca con un bue, a destra l’evangelista Marco con un leone

IL FRONTONE

Nella immagine di destra si vede il giovane Tasca che sta allestendo la sua grandiosa e originale opera.

IL PORTALE D’INGRESSO

Superata la breve scalinata, si possono  vedere tre porte a due ante (altre due si trovano alla fine del lato sud e lato nord).  Sono in legno rivestito di rame: quella di sinistra  ora chiusa, anni fa veniva aperta per accogliere il battezzando, il quale, dopo il battesimo, proseguiva direttamente in Chiesa; la porta di destra è  anch’essa chiusa. La porta centrale è quella che merita di essere ammirata in quanto presenta delle immagini serigrafate nelle due parti divisorie:  la parte superiore   rappresenta l’Annunciazione dell’Angelo a Maria (L’angelo è nella parte sinistra e la Madonna nella parte destra).  E’ opera di Gasparini di Tezze Valsugana (TN)  . La parte inferiore, opera di Ferraro Nicola di Mussolente,  evidenzia a sinistra  una colomba circondata da una corona di stelle con la scritta Mater purissima, e a destra vi è una croce che sostiene una brocca da cui esce un flusso d’acqua (che lava le nostre colpe) con la scritta Mater misericordiae.  Le porte sono di legno rivestite in rame, mentre le immagini sono serigrafate.

BUSTO DI MONS. MARCHESAN

Prima di entrare in chiesa, a destra vi è una nicchia con il busto bronzeo di Monsignor Fortunato Marchesan, l’ideatore e il realizzatore di questa chiesa. E’ firmata A. Giaretta (è verosimile che sia Aldo Giaretta di Vicenza).  Misure: 55x35x25 m.

L’INTERNO

L’EX CAPPELLA BATTESIMALE

Prima di proseguire all’interno della chiesa, a sinistra vi è un’altra porta, oggi chiusa, che portava alla cappella battesimale dove si trovava il fonte battesimale: il significato, quindi, era il seguente: il battesimo lavava il peccato originale e quindi il battezzato entrava a far parte del popolo di Dio e quindi come tale poteva entrare in chiesa per far parte di questo popolo. All’interno troviamo le superfici rivestite di tessere musive in bianco e nero ( opera  firmata di Nane Zavagno) : a sinistra l’albero della vita insidiato dal serpente, al centro tra le acque del fiume Giordano Giovanni Battista battezza Gesù, e nello spazio di destra vi è una grande fonte dove si dissetano due cerve attorniate da alberi lussureggianti, scena che  richiama il salmo 41. Al centro ci doveva essere il fonte battesimale (ora non più presente)  sopra il quale una struttura cupoliforme a margini ondulati saliva e tuttora sale verso il cielo.

parte iniziale della cupolaparte finale della cupolal’albero della vita con il serpente tentatoreIl battesimo di Gesù la fonte della vita  che disseta

“Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio / L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?” (dal Salmo 42-43)Attualmente, dopo essere entrati in chiesa, questo spazio è visibile alla nostra sinistra: è chiuso da una cancellata policroma in ferro battuto (sopra) , lunga 200 cm e alta 100 cm, opera di Toni Benetton (Treviso 16-02-1910 – Treviso 27-02-1996). All’interno, con una illuminazione,  possiamo vedere  le opere suddette, mentre nelle vicinanze della cancellata si intravede una statua lignea di San Leopoldo Mandic (sotto)

LA CAPPELLINA DI PAPA PIO X 

A destra vi è un’altra cappellina  dedicata a San Pio X, opera di Giuseppe Romanelli del 1965. Il papa Sarto è realizzato con lastra di rame argentato a sbalzo e smalti su metallo con pietre di pasta vitrea. L’opera è alta 143 cm, lunga 133 e larga 50 cm. Il santo pontefice in atto benedicente è attorniato da angeli svolazzanti, dalle insegna del suo papato e alla base persone in preghiera per la sua mediazione .la cappellina nel suo insiemela figura del Papa San Pio X è attorniata da una serie di angeli ciascuno evidenziante alcune caratteristiche del papato di San Pio X.A destra dall’alto verso il basso identifichiamo una TIARA o TRIREGNO, indice del potere temporaneo, spirituale e regale del Papa; UN CALICE E L’OSTIA: San Pio X poneva al centro della vita cristiana l”Eucarestia e scriveva “E’ il divino sacramento che ci assicura l’eterna vita e ci rende certi di combattere vittoriosamente contro i nemici…” Inoltre l’8 agosto 1910 con decreto “Quam singularis” fissava la prima comunione e la prima confessione all’età dell’uso della ragione, cioè intorno ai 7 anni; UN LIBRETTO: è stato il Papa del Catechismo, in quanto volle che fosse semplice, caratterizzato da domande e risposte comprensibili, elaborando un testo da lui scritto come metodo di insegnamento della dottrina ai  ragazzi quando era ancora vescovo di Mantova.A Sinistra  dall’alto verso il basso  individuiamo una  BARCA, che ricorda lo strumento di lavoro dell’apostolo Pietro e ora metafora della Chiesa, di cui il Papa , come Pietro, è il nocchiero; un ORGANO con le sue innumerevoli canne: Papa Sarto impose il canto gregoriano nella liturgia e dette precise istruzioni sull’uso della musica nelle cerimonie religiose

LE VETRATE

Prima di proseguire verso il presbiterio è opportuno volgere lo sguardo verso ovest e poi verso sud e verso nord  per ammirare la bellezza e il significato che offrono le numerose vetrate.

VETRATA A OVEST

Guardando verso ovest ci troveremo davanti alla grande vetrata che all’esterno è quasi inavvertita. Si tratta di una vetrata di 72 mq pari a 8×9 m., datata 1982, eseguita dalla ditta Arte Poli di Verona. In questa composizione, oltre ai mondi sovrapposti, sicuramente ci sono dei riferimenti ai titolari di questa chiesa, ma bisogna cercarli con attenzione: ad es. per San Pietro nella parte sinistra si vede una barca con  una rete che ha dei pesci, ricordando il suo lavoro di pescatore e sopra due chiavi incrociate tra loro, ricordando la frase di Gesù: “A te darò le chiavi del regno dei cieli …” ;  a destra, per San Paolo,  vi è un libro per indicare le sue numerose  lettere ai vari primi nuclei di cristiani, e sopra una spada che richiama sia il suo passato di persecutore, sia il suo martirio mediante decapitazione.

Le VETRATE  DELLA PARTE SUPERIORE A SCOPO LUMINOSO

Sono cinque vetrate per lato ognuna suddivisa in tre parti strette allungate verso l’alto in grado di diffondere una luminosità diffusa e gradevole. Sono quindi 15 vetrate per ciascun lato, ognuna  con dimensioni di 1,5 mq., pari a 0,50x 3 m. Sono state realizzate nel 1982 dalla ditta ARTE POLI di Verona. Inizieremo con quelle a sud e a seguire in continuo quelle a nord.

lato sud

lato nord

Le VETRATE  DEELLA PARTE INFERIORE PER UNA  VIA CRUCIS PARTICOLARE 

Lungo tutto il lato sud e nord della navata vi sono una serie di 10 vetrate artistiche rettangolari (5,10 m. x 55 cm )  posizionate nella parte alta all’interno di ogni “nicchia o cappellina” che misura ciascuna circa metri 5,10 x 3,20 , diffondendo  luminosità variabili a seconda della irradiazione solare.  Ogni vetrata rappresenta due argomenti comprendenti le 15 stazioni della via crucis alternate da ulteriori 5  argomenti di tipo meditativo. Si tratta quindi di una via crucis speciale. L’ordine progressivo parte dalla vetrata  a sud-est procedendo poi in senso orario. Non ne conosciamo l’autore. Presentiamo i singoli argomenti .vetrata simbolica  01 – un volatile, un albero, una balena , quindi l’aria, la terra e il mare , la creazione (?).vetrata 02 – Gesù è condannato a morte, stazione n.1vetrata 03 – Gesù è caricato della Croce, stazione n. 2vetrata n. 04 – Gesù cade per la prima volta, stazione n. 3vetrata simbolica n. 05 – due braccia e un cuore, l’amore universalevetrata simbolica n. 06 – la luce sconfigge le tenebrevetrata n. 07 – Gesù incontra sua Madre – stazione n. 4vetrata n. 08 – Simone di Cirene porta la croce di Gesù – stazione n. 5vetrata n. 09 – Veronica asciuga il volto di Gesù – stazione n. 6vetrata n. 10 – Gesù cade per la seconda volta – stazione n. 7vetrata n. 11 – Gesù incontra le donne di Gerusalemme – stazione n. 8vetrata n. 12 – Gesù cade per la terza volta – stazione n. 9vetrata n. 13 – Gesù spogliato delle vesti – stazione n. 10vetrata n. 14 – Gesù viene inchiodato sulla croce – stazione n. 11vetrata (simbolica) n. 15 – il giglio della purezza vetrata (simbolica) n. 16 – attrezzi di lavoro – il lavoro nobilita l’uomovetrata n. 17 – Gesù muore sulla croce – stazione n.12vetrata n. 18 – Gesù viene deposto dalla croce – stazione n. 13

GLI ALTARI LATERALI

Camminando poi al centro della navata verso il presbiterio, sia a destra  che a sinistra si snodano una serie di spazi aperti: il primo spazio contiene materiali di servizio, poi segue un confessionale, poi a sinistra l’altare di San Giuseppe  artigiano con Gesù e a destra l’altare della Madonna con il bambino Gesù e gloria degli angeli, quindi un altro confessionale a sinistra, e a destra una struttura di servizio e infine da lato a lato una fascia di transito, prima di salire la breve scalinata che porta al Presbiterio. In questi spazi la luce è trasmessa da strette fasce orizzontali di vetrate colorate; per i volumi superiori la luce entra attraverso strette vetrate colorate verticali, creando un ambiente di luce soffusa.

ALTARE DI SAN GIUSEPPE ARTIGIANO CON GESU’

Le immagini rappresentano inizialmente la localizzazione dell’altare, la presenza di una vetrata rettangolare e di un grande graffito occupante tutto lo spazio superioreL’altare con il banco di lavoro In b/n Alessio Tasca sta ammirando la sua opera appena posizionata

SAN GIUSEPPE NEI GRAFFITI DI GIUSEPPE MODOLO sulla superficie superiore

L’artista ha eseguito negli anni ’70 due graffiti, quello di  San Giuseppe (sopra) e quello della Madonna (più sotto) . Ciascuno occupa tutta la superficie  superiore della rispettiva cappella (cm 600×500) ed è suddiviso in alcuni episodi significativi. San Giuseppe verso il cielo accompagnato da due angeli; quello di destra tiene nelle sue mani due chiavi per aprire la porta del paradiso (?)il dubbio di Giuseppe

“Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.  Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21 Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Dal Vangelo secondo Luca.La fuga in Egitto

Dal Vangelo di Matteo: “Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo. Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode,..la Sacra FamigliaSan Giuseppe morente tra la Madonna e Gesù il modellino della chiesa 

ALTARE DELLA MADONNA

CON GESU’ BAMBINO 

E GLORIA DEGLI ANGELI

Vediamo innanzitutto l’insieme di questa localizzazione con l’altare, una vetrata  artistica, e la parte superiore decorata a graffito. l’altare con la Madonna e Gesù bambino e due angeli che pongono  sul capo della Madonna la corona di Regina del cielo e della terra.dettaglio della delicata tessitura della veste della Madonnai piedi della Madonna poggiano su delle ondulazioni che richiamano le onde dell’acqua, ricordando che questa è la Madonna dell’Acqua L’interessante struttura interna creata da Alessio TascaNella immagine in b/n Alessio tasca sta installando la sua opera

LA MADONNA NEL GRAFFITO DI GIUSEPPE MODOLO sulla parete superiore

Anche questo graffito, come già scritto, occupa tutta la superficie  superiore della cappella  (cm 600×500) ed è suddiviso, come si vede,  in alcuni episodi significativi l’assunzione in cielo della Madonna La Madonna, il serpente e Adamo ed Eva

Dalla Genesi: “Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».L’Annunciazione 

“Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.  Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre  e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Dal Vangelo secondo Luca.La Madonna e Gesù Crocefisso 

“… stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre…” dal Vangelo di Giovanni.“Regina della Famiglia” fra le innumerevoli Litanie Lauretane

LA VIA CRUCIS

In questo tragitto troviamo  la serie della Via Crucis, rappresentata da 12 formelle 50x 45  cm circa. Sono 12 invece di 14 per la mancanza della seconda e della terza caduta di Gesù. Sono in terracotta realizzate nel 2008 da Enzo Alberton (San Zenone degli Ezzelini (TV) 11 novembre 1937 – 7 agosto 2014).

Prima stazione –  a sinistra Gesù è condannato a morte  – Seconda stazione  – a destra Gesù è caricato della croceTerza stazione – a sinistra Gesù incontra sua Madre – Quarta stazione – a destra Simone di Cirene porta la croce di Gesù Quinta stazione – a sinistra Veronica asciuga il volto di Gesù – Sesta stazione – a destra Gesù cade portando la croceSettima stazione – a sinistra Gesù incontra le donne di Gerusalemme – Ottava stazione – a destra Gesù è spogliato delle vestiNona stazione – a sinistra Gesù è inchiodato sulla croce – Decima stazione – a destra Gesù muore sulla croceUndicesima stazione – a sinistra Gesù è deposto dalla croce – Dodicesima stazione – a destra Il corpo di Gesù viene deposto nel sepolcro

IL FONTE BATTESIMALE

Il fonte battesimale, attualmente, si trova a sinistra alla fine della navata, posizionato sopra una breve scalinata marmorea. . E’ stato ricavato da un blocco di marmo, probabilmente su disegno dell’architetto Scattolin. E’ stato lavorato dalla Zanchetta Marmi di Pove. Il catino a semisfera è sostenuto da quattro contrafforti a forma di trapezio rettangolare . La calotta e le relative figure applicate alla stessa sono opera dello scultore Toni Benetton. l’altezza complessiva è di cm 107, il diametro della vasca è di cm 100.

I  DUE DIPINTI DEL VECCHIO E NUOVO TESTAMENTO 

Sulla parete che separa la navata dal presbiterio, nella parte rivolta verso la platea in alto vi sono due quadri che evocano un episodio del Vecchio Testamento e un episodio del Nuovo testamento, Sono due grandi dipinti a tempera su intonaco di Angelo Gatto. Misurano 3 metri circa in lunghezza , e 2,5 metri circa in altezza.A sinistra  Mosè e il miracolo delle acque di Massa e Meriba

Nella lunga marcia degli Israeliti nel deserto, verso la terra promessa, sorse l’incubo della sete e, con essa, la tentazione della ribellione contro Mosè e contro il Signore. Mancando l’acqua, vi era il rischio reale di morire, e in questa situazione Colui che provvedeva a tutto si era fatto assente. Il popolo allora protestò vigorosamente contro Mosè: Dateci acqua da bere! Mosé disse loro: Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore?” Mosè, comunque, consapevole della durezza della prova a cui era sottoposto il suo popolo assetato e della sua esasperazione che lo poteva spingere a reazioni inconsulte, si rivolse a Dio e il bastone di Mosè fece sprizzare una sorgente dalla roccia così da dissetare Israele. A questo evento dell’acqua sgorgata dalla roccia fu dato il nome di “Luogo della prova” (Massa), mentre a quello della protesta degli israeliti e della messa alla prova del Signore fu dato il nome “Luogo della contestazione” (Meriba)”.A destra Gesù e il discorso delle Beatitudini

In quel tempo vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli; Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati; Beati i miti, perché avranno in eredità la terra; Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati; Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia; Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio; Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio; Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli; Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

IL GRANDE CROCEFISSO

In mezzo, dal soffitto pende una grande croce  lignea con Gesù crocefisso realizzato fine anni ’60/inizio anni ’70 dallo scultore  Giacomo Vincenzo Mussner.  Col passare degli anni i legni della croce sono stati compromessi  dalla presenza di numerosi tarli, per cui nel  2009 è stato necessario staccare e visionare sia i legni della croce sia il corpo ligneo di Gesù crocefisso. I legni della croce sono stati sostituiti con un legno africano di tipo afrormosia, stagionato 25 anni, dono di Claudio Citton, e  lavorato dal falegname Dal Monte Damiano, entrambi misquilesi.  Il legno di Gesù crocefisso è stato pulito e verniciato con prodotti protettivi.  Le dimensioni della croce lignea sono i seguenti:380 x 260 cm.; lo spessore è di 6,5 cm.  Le dimensioni di Gesù crocefisso sono 180×160 cm.

IL PRESBITERIO 

Nella immagine vi sono tutti i componenti del presbiterio: la grande croce in alto, l’ambone per le sacre scritture, l’altare verso i credenti, l’alto ciborio (misura circa 4,5 metri), a lato le canne dell’organo e infine un grande quadro della Resurrezione. Si deve ricordare che nel maggio del 1959 veniva posizionata all’accesso del presbiterio  una balaustra in pietra, un monolite di color ciliegio. Si trattava di un masso di 9 tonnellate, di metri 8,30×1,40×0,33 proveniente dalle cave di Gomarollo di Conco. Per l’adeguamento alla riforma liturgica, nel 1985 questa balaustra è stata rimossa e successivamente riutilizzata riposizionandola verticalmente nella piazza della chiesa divenendo “Monumento alla Pace e Concordia” inaugurato l’8 maggio 1994.

Attualmente quasi tutte le chiese hanno l’altare della S. Messa rivolto ai fedeli. Negli anni ’60 questo fatto anticipo’  il Concilio Vaticano Secondo.

Al centro del presbiterio vi è un sorprendente Ciborio assomigliante ad un alto monolito nel cui centro, anteriormente,  si trova il tabernacolo.Questo tabernacolo è stato donato nel 1959 in occasioni della Benedizione della Chiesa. I donatori sono stati i tre fratelli  Donanzan (Luigi, Cesare ed Emilio) scalabriniani di Mussolente, tutti e tre in quel periodo operanti negli Stati Uniti d’America.Nella parte anteriore le sue superfici sia a sinistra che a destra sono rivestite di mosaici con Angeli svolazzanti e adoranti (immagine sopra) mentre nella parte posteriore a sinistra vi è un  mosaico nel quale un angelo trattiene il braccio di Abramo mentre sta per colpire il figlio Isacco ubbidendo    alla richiesta di Dio che lo voleva mettere alla prova;  a destra  Massimiliano Kolbe con la Vergine Immacolata, per la quale ebbe una speciale devozione per tutta la sua vita, fino alla morte ad   Auschwitz.Nella Bibbia, nel libro della Genesi, sappiamo che Dio promise ad Abramo un figlio dal quale sarebbe poi sorto un popolo numeroso. Questo avvenne   molto tempo dopo con la nascita di Isacco e Abramo ne fu molto felice. Ma Dio volle mettere Abramo alla prova chiedendogli di offrirlo in olocausto, allo scopo di verificare quanto Abramo si fidasse di Dio. Abramo si fidò di Dio e partì con il figlio, due servitori e della legna per l’olocausto e raggiunse il luogo da Dio indicato. Giunti in questo luogo, Abramo costruì un altare, sistemò la legna, legò suo figlio Isacco e lo mise sull’altare. Quindi prese il coltello per uccidere il figlio come Dio gli aveva richiesto. Ma in quel momento un angelo gli disse “Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli del male. Ora sappiamo che temi Dio perché non gli hai rifiutato l’unico tuo figlio!”. Abramo alzò gli occhi, si guardò intorno e vide impigliato con le corna tra i rami un montone che venne sacrificato al posto del figlio.Massimiliano Kolbe nacque l’8 gennaio 1894 a Zdunska Wola in Polonia. Fin da bambino si sentì attratto a seguire il Signore e ad onorare l’Immacolata Vergine, il cui dogma era stato promulgato l’8 dicembre 1854 dal Papa Pio IX. A 13 anni entrò nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali in Leopoli (Ucraina). Venne poi inviato a Roma per perfezionarsi in filosofia e teologia. Nel 1917 fondò a Roma “la milizia dell’Immacolata” in reazione agli attacchi della massoneria verso la chiesa e la Madonna. Fu ordinato sacerdote il 28 aprile 1918. Nel 1919 tornò in Polonia dedicandosi sempre di più all’apostolato mariano della Milizia con la fondazione di circoli e poi nel 1922 con una rivista mensile “Il Cavaliere dell’Immacolata”. Nel 1927 fondò una città, Niepokalanòw (“Città dell’Immacolata”), a 42 chilometri da Varsavia, creando un centro di vita religiosa consacrata a Maria con centinaia di frati e utilizzando ogni forma di apostolato (stampa, radio, cinema, ecc,). Nel 1930 partì missionario per l’Estremo Oriente e in Giappone, a Nagasaki, fondò una seconda “città dell’Immacolata”. Ma nel 1936, a causa di una grave forma di tubercolosi, venne richiamato in Polonia per dirigere la prima città che divenne un grande complesso editoriale cattolico. Poi, nel 1939, la seconda guerra mondiale e nel settembre del 1939 venne arrestato dalla Gestapo, iniziando così la “via crucis” dei campi di concentramento. Rimesso in libertà l’8 dicembre 1939, tornò a Niepokalanòw, che era stata bombardata e distrutta. Si mise nuovamente all’opera e, mai trascurando l’apostolato della stampa, trasformò il complesso degli edifici in ospedale ed asilo per migliaia di profughi, specialmente ebrei. Ma il 17 febbraio 1941 venne nuovamente arrestato e nel maggio venne trasferito nel campo di Auschwitz. Qui offrì spontaneamente la sua vita ad un compagno di prigionia condannato a morte, fino a quel giorno a lui sconosciuto. Venne rinchiuso con altri nove in un bunker per morirvi di fame. Due settimane dopo, durante le quali confortò gli altri compagni nella lenta agonia, essendo ancora vivo, gli venne iniettata una iniezione di acido fenico che lo portò alla morte. Era il 14 agosto 1941. Dopo trent’anni dalla morte, il 17 ottobre 1971, fu beatificato dal Papa Paolo VI. Il Papa Giovanni Paolo II lo proclamò Santo il 10 ottobre 1982.

LE VETRATE

Se raggiungiamo il centro del presbiterio e alziamo lo sguardo verso l’alto troveremo una serie di vetrate artistiche: le illustriamo tre per lato.lato ovest (1,2,3)lato nord (4,5,6)lato est (7,8,9)lato sud (10,11,12)

GESU’ RISORTO

 

Nella parte nord del presbiterio in alto vi è un grande dipinto (olio  su tela) della Resurrezione di Gesù. Misura metri 2,5×3,0 (circa).  E’ l’ultima opera dell’artista Gianni Visentin, datata Pasqua 2009.  

*****

NB,  seguirà a breve un file con delle brevi biografie dei vari artisti riscontrati sia nella trattazione della Cripta sia in quella per questa Chiesa parrocchiale

Ringrazio per la preziosa collaborazione Giuseppe Gardin, l’architetto Cesare Busatto, Beniamino  Fantinato, e Antonio Meneghini

pubblicato il 24 febbraio 2021

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