PARTE QUARTA – 2006 – 2017
Agosto 2006: è presente nel CATALOGO DEGLI SCULTORI ITALIANI.
EDITORIALE GIORGIO MONDADOR I.
Novembre 2006: è presente nel NUMERO 42 del CATALOGO DELL’ARTE MODERNA.
GLI ARTISTI ITALIANI DAL PRIMO NOVECENTO AD OGGI. EDITORIALE GIORGIO MONDADORI.
Novembre 2006: è presente anche nel volume di Emanuele Gaudenzi NOVECENTO CERAMICHE ITALIANE. Protagonisti e opere del XX secolo. Volume 2 dal primitivismo al design. Gruppo Editoriale Faenza.
Dicembre 2006: è presente nel volume di Ottorino Stefani ARTE TRIVENETA. Dal Barocco alle ultime ricerche del duemila. Vol.II. Edizioni d’Arte Ghelli, Verona.
2006, PAGINE DI STORIA, refrattari, smalti e oro, 25x20x8x8 cm
2006, dicembre, alcune immagini della prepazione per l’opera “VIAGGIO COSMICO N.3
2007
2007, VIAGGIO COSMICO N. 3 ultimato, ma ancora contenuto tra assi di legno
2007, VIAGGIO COSMICO N.3, bronzo, diam. 284×84 (nella sua bellezza)
2007, luglio: esce la monografia CATALOGO GENERALE DELLE OPERE DI AMEDEO FIORESE. Primo volume.
Testi di Paolo Levi. Editoriale Giorgio Mondadori.
Trascrivo il testo di Paolo Levi
Amedeo Fiorese appartiene a quel genere, ormai raro, di maestro di bottega. Le sue opere sono le sue creature e quando le mostra ai visitatori chiede pareri e conferme, ma soprattutto una condivisione consapevole della fatica amorosa che ha dedicato alle forme, alle luci e ai colori delle sue opere. Nella storia della sua ricerca prevale oggi, come scelta preminente, l’astrazione, dove egli è soprattutto uno sperimentatore di materiali; la ceramica, il grès, la porcellana, il bronzo, l’oro, le resine, la pittura, il marmo corrispondono tutti alla sua anima d’alchimista, che è il luogo interiore e magico nel quale ha inizio l’elaborazione delle sue sculture, ognuna delle quali esprime significati strettamente connessi alla sua essenza tattile e visiva. Se da una parte l’artista sperimenta attraverso il materiale, dall’altra egli ricerca con passione la forma. Non troviamo nella sua vasta produzione informale modelli estetici standardizzati, poiché è assai bene applicata un’originale tecnica compositiva che rende espressivo, irripetibile ed estremamente teso il risultato finale. Da questo punto di vista sono precipue e significative le sue sculture realizzate in grès, dove un particolarissimo procedimento di impasto con ossidi di ferro crea venature e stratificazioni irregolari che esaltano, per contrappunto cromatico, la predisposizione geometrica che sta alla base dell’ invenzione strutturale.
Ho visitato le tre gallerie di Bassano del Grappa che ospitano in permanenza le sue opere, e ho potuto rendermi conto di come il suo lavoro si sia snodato lungo binari paralleli, dove, come ho già detto, l’astrazione informale lo rappresenta come approdo estremo e sperimentale, con la stessa autorevolezza già mostrata nella sua produzione figurale – dove è evidente la forza di una lezione antica sapientemente maturata, e comunque necessaria come esperienza e assunto teorico alla base della sua creatività. Attraverso la forma informe Fiorese può esprimere fino in fondo l’emozione che in lui nasce e si sviluppa partendo in ogni caso da allusioni naturalistiche, e che si sterilizza in seguito nella sinteticità delle geometrie astratte, o nelle suggestioni plastiche e informali delle tecniche miste.
Questi processi si potenziano spesso attraverso l’uso alchemico di cromie squillanti, che ne sottolineano l’energia interiore, e ne chiariscono le intenzioni narrative. Gli effetti sono struggenti, angoscianti, in quanto lo sguardo dell’osservatore è soverchiato da un universo complesso ed esasperato, pieno di anfratti segreti, di fratture tormentate, ma anche di geometrie aguzze e sterilizzate, e di effetti luminescenti. Lo sviluppo del suo lavoro è ormai giunto alla piena maturità espressiva grazie a un impianto segnico del tutto depurato da tentazioni accademiche, e contraddistinto da una drammaticità essenziale e antiromantica.
A questo punto, in questo mio breve saggio, non voglio tenere conto della continuità cronologica del suo operare astratto, in quanto sarebbe doveroso seguire la marcia del tempo solo se si trattasse di tracciare le tappe di un percorso non ancora del tutto portato a termine, o di una ricerca in divenire. E non è certo questo il caso di Fiorese, che è oramai approdato a una visione definitiva di sé, come artista, e del mondo, come oggetto della sua riflessione. Preferisco piuttosto passare da una scultura all’altra per indagarne l’individualità, gli avvertimenti, i rimandi stilistici, lasciando che sia lo sguardo e il gusto a scegliere un percorso, forse non metodico, ma certamente guidato dall’ attrazione e dall’ interesse critico.
Nel bronzo lucido e ossidato del 1988, intitolato Sole, emerge con chiarezza una riflessione sul Futurismo, che segna una nuova tappa sessant’anni dopo Umberto Mastroianni, che per primo ha raccolto l’ispirazione di Boccioni: in questo caso il sole esprime lo slancio creativo dell’ uomo, celebrando una sorta di ottimistico neo-umanesimo.
Ma per Fiorese il dinamismo non è tanto un concetto meccanico, quanto piuttosto la conseguenza visiva e costruttiva di un flusso emozionale. L’opera I segni della memoria del 1993 è una scultura importante in refrattario smaltato e rame con scorie di ossidi e oro, che impone una riflessione sul tempo e sullo spazio che appaiono conciliati nel ritmo dinamico della superficie. La logica formale di questo lavoro lascia libera la forma astratta di enunciare l’afflato poetico e drammatico che l’ha ispirata. Nel caso invece della scultura Metamorfosi in una sfera eseguita nel 1982, in grès, si avverte una calma respirazione, una affettuosa pazienza, persino una lieve trepidazione anche nei momenti più tesi della struttura plastica.
A una situazione come Composizione cosmica del 2003, struttura complessa dove convivono e si fondono visivamente la plastica, il ferro e la ceramica, va associata come contrappunto Genesi di un cubo del 2004: in ambedue viene in luce l’inquietudine creativa di un instancabile inventore di forme. Per altro, nel Viaggio cosmico n. 2 del 2005, in bronzo lucido e patinato, si nota come l’associazione fra gli aspetti linguistici e quelli tecnologici costituisca la base di un messaggio più profondo, avvertibile con nettezza nei motivi segnici in rilievo che ne occupano la superficie rettangolare. Nel lavoro di Fiorese ritorna, infatti, sotto varie forme, la metafora tecnologica: così per il legno Volo del 1988, come per le due tecniche miste con cristallo e oro, del 1990, Metamorfosi e Messaggio. In questi casi, come nella Struttura vitale del 1993, in grès d’Olanda, l’astrattismo informale sfugge alle convenzioni allusive del figurale per comunicare un’urgenza emotiva. I riferimenti a una riflessione trascendente si ritrovano qui nei singoli frammenti, che appaiono dialetticamente correlati come parti di uno stesso discorso, ma intatti nella loro autonomia segnica e significante.
Come narrano le cronache, una tappa fondamentale della vita artistica di Fiorese è stata l’attività degli anni Settanta nella fonderia Bonvicini di Verona, dove ha avuto modo di confrontarsi e imparare nuove tecniche accanto alla presenza di grandi maestri della ricerca plastica quali de Chirico, Pomodoro e Manzù. L’eco di quella lezione è ancora ben presente nella luminosità della Struttura del 1993, in acciaio, ma anche nel rifiuto costante del tutto tondo, per portare in luce il mistero di universi sconosciuti attraverso lo scavo, l’anfratto, il corrugamento della materia. Per queste scelte estetiche spesso i suoi lavori sembrano reperti archeologici, sui quali il lavorio del tempo ha lasciato ferite e fratture.
Non è più tornato sui suoi passi da quando, nel 1975, ha composto in bronzo lucido Sensazioni musicali. Da quel momento, l’idea preponderante è stata quella di esprimere il ritmo drammatico della vita di oggi con elementi plastici agiti formalmente con chiarezza critica, evidenziando il coinvolgimento dell’uomo negli ingranaggi sociali.
In Evoluzione del 1976, in semigrès, maiolica, rame e oro, e giocato su una geometrizzazione nello spazio che ricorda vagamente le immagini astratte degli anni Cinquanta – pensiamo alla lezione di Consagra – è ben chiara l’idea di forzare emotivamente i termini programmatici dell’astrattismo. In Legami del 2001, in semigrès, così come più tardi in Genesi di un cubo del 2004, in materiale plastico variegato, si avverte più che mai la volontà di approdare comunque a un’arte oggettiva e pulsionale al tempo stesso, quindi capace di sfuggire alle tentazioni intimistiche. Così, anche in Fontana del 2003, in marmo rosa del Portogallo, dove l’irruzione dei sentimenti è pur viva e solare, la durezza del materiale sembra mettere un argine agli eccessi emotivi.
Nelle sue più recenti produzioni Fiorese, pur non rinunciando alla tridimensionalità, è approdato a un’espressività plastica volutamente contraddittoria, in quanto sottoposta a una lettura rigorosamente frontale e quindi univoca, rinunciando alle suggestioni dinamiche e spaziali, e valorizzando al massimo i valori segnici e cromatici. Siamo quindi arrivati al segno-simbolo attraverso la stilizzazione, a una scrittura mentale, a una sorta di stenografia esoterica elegante, rigorosa, e antidecorativa. Fiorese si muove oggi su un piano più che mai concettuale, passando da una scultura all’altra sul classico filo del rasoio, procedendo per sottrazione, ponendosi all’estremo di una purezza iconica, e al limite della dissolvenza in uno spazio vuoto e privo di risonanze. Una scultura difficile certamente, ma non ermetica, fortemente problematica ma, in definitiva, felice, in quanto visivamente risolta e netta come un epigramma classico.
La Libreria di Palazzo Roberti di Bassano del Grappa allestisce una vetrina con numerose copie della monografia di Amedeo Fiorese
Amedeo Fiorese consegna la sua monografia al Sindaco di Venezia Massimo Cacciari
2007, novembre, Fiorese sta ultimando le ultime due colonne per la Chiesa della Pentecoste di Thiene
2008
Nel maggio del 2008 collabora con i docenti del Dipartimento di Matematica dell’Universitò di Padova a sostenere il “Progetto Lauree Scientifiche” con il Liceo Scientifico “Da Ponte” di Bassano del Grappa.
Per questa esperienza trascrivo quanto ufficialmente scritto dagli studenti.
Il maestro Amedeo Fiorese al “da Ponte”
Il Progetto Lauree Scientifiche (P.L.S.), di durata biennale, partito nel settembre 2005 per iniziativa dci Ministero dell’Istruzione, avente per finalità l’incremento delle iscrizioni universitarie alle facoltà scientifiche, a giugno 2007 aveva esaurito il suo compito.
A vedere i numeri delle iscrizioni 2007 in Matematica all’Università di Padova si direbbe bene anche! (è tutto da dimostrare che l’inversione di tendenza sia merito del progetto P.L.S.).
Noi del Liceo ‘da Ponte’ siamo stati invitati a partecipare al progetto dal Prof. B. Scimemi, Coordinatore per la Regione Veneto per Matematica poiché allora partecipavamo a un progetto dell’IRRE organizzato dalla Prof.ssa Margherita Motteran, il cui Direttore era proprio il Prof. B. Scimemi.
II progetto P.L.S. nell’ intento di recuperare nuovi talenti allo studio delle materie scientifiche, anche in prospettiva generale di crescita e sviluppo, proponeva una sinergia tra Impresa-Università- Scuola Superiore.
Noi ricordiamo ancora la data dell’11 novembre 2005 data in cui, nell’ambito del P.L.S., si era tenuto a Verona un convegno; in quella sede il prof. Stevanato del Dipartimento di Chimica dell’Università Cà Foscari delineava quelle che dovevano essere le linee guida del progetto.
Erano esattamente quelle che tra di noi avevamo già concordato:
– scelta di una problematica
– sua modellizzazione da parte di Docenti universitari
– sviluppo di elementi teorici da parte di Docenti del liceo
– illustrazione del problema da parte dell’Azienda
– elaborazione di strategie risolutive da parte degli alunni
– discussione finale tra i partecipanti al progetto.
E’ quello che abbiamo fatto nei due anni di validità del progetto.
Per l’a.s. 2007/08 il Progetto da carattere nazionale doveva essere programmato a livello regionale. Ma, come si sa, i tempi della efficienza non sempre coincidono con quelli della politica. Per cui per quest’anno non si doveva proseguire nel lavoro che tutto sommato ci aveva dato, da un punto di vista professionale, anche tante soddisfazioni.
Tuttavia a settembre 2007 il prof. B. Scimemi ci informa che c’era la possibilità di continuare il progetto a patto di poterlo chiudere entro dicembre 2007.
Che fare!
Spronati dal nostro nuovo preside prof G. Sicilia ci siamo recati a Padova dal prof. B. Scimemi per l’input al progetto e per riottenere come tutors i proff. P. Malesani e B. Viscolani con i quali avevamo lavorato i primi due anni. Per impegni di lavoro il prof B. Viscolani non poteva essere presente ed era pertanto sostituito dal prof. T. Millevoi.
Consapevoli della atipicità del P.L.S. per questo anno scolastico, forti della presenza dell’illustre ‘geometra’ dell’Università di Padova prof. T. Millevoi, decidiamo allora di uscire dai canoni standard seguiti nei due anni precedenti e di affrontare un argomento che ha sempre affascinato ed appassionato l’animo di noi giovani studenti di matematica:
le curve geometriche che hanno scandito la storia della matematica nei secoli.
Per questo argomento ci mancava però l’interlocutore azienda!
Che fare? Un ricordo!
Ogni volta che si percorre la strada che da Bassano porta a Marostica, una volta imboccata via Vicenza, non sì può non rimanere colpiti da quelle forme ‘ardite’, non usuali per le produzioni in ceramica che accompagnano il viandante che si inoltra nelle terre a sud ovest di Bassano.
In quelle forme si colgono ‘curve geometriche artistiche’ per cui l’associazione con le nostre intenzioni è immediata. Solo il tempo di illustrare il nostro progetto che dal prof A. Fiorese otteniamo un sì entusiasta!
A noi il prof. A. Fiorese piace chiamarlo Maestro non tanto per la competenza, la passione, l’amore che lascia trasparire dal suo lavoro ma per la modestia e la semplicità che trasmette al proprio interlocutore e soprattutto per il vissuto artistico fatto di aneddoti, di ricordi giovanili, di tecniche compositive tipiche di un artigianato di Bottega ormai in disuso.
Il suo comportamento asciutto ma di sostanza, la semplicità nel proporsi, i riferimenti continui all’importanza della formazione, i costanti richiami ai valori positivi che devono accumunare nei processi educativi uniti alle doti artistiche che non siamo certamente noi a scoprire hanno costituito la parte nuova ma non certo meno significativa del nostro lavoro.
Siamo dunque riconoscenti al maestro prof A. Fiorese per aver coinvolto e catturato l’attenzione e la stima degli alunni del progetto. Basti pensare che la sua disponibilità, del tutto gratuita, data inizialmente per un solo incontro si è protratta, su richiesta degli alunni a ben quattro momenti.
Novembre 2008: è presente nel CATALOGO DEGLI SCULTORI ITALIANI, 2009-2010.
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI.
Nello stesso mese di novembre è presente nel Volume n. 3 ULTIMI DECENNI nella serie NOVECENTO CERAMICHE ITALIANE Protagonisti e opere del XX secolo di Emanuele Gaudenzi, Faenza Editrice.
2008, STRUTTURA CURVILINEA, acciaio e legno, 170x127x102 cm
2008, STRUTTURA VERTICALE, acciaio e legno, 110x90x38,5 cm
2008, CIRCONVOLUZIONI (studio), refrattario e smalti, 13×15,5×15 cm
2008, FONTANA (STUDIO), gres colorati, 14,5x22x14 cm
2008, CONTINUITA’ MURALE, refrattari colorati e rame, 10x21x11 cm
2008, CONTRAPPOSIZIONI, gres colorati, 56x30x18 cm
2008, VERSO IL FUTURO, refrattario, smalti, rame e oro, 16x9x8,5 cm
2008, CENTRO DELLE COMUNICAZIONI, refrattario, smalto e rame, 39x21x11 cm
2009
2009, ultimi ritocchi di Amedeo all’opera “VERSO IL CENTRO”
2009, STRUTTURA EVOLUTIVA, acciaio, legno con fondo decorato a smalto, 250×61,5×20 cm
2009, l’artista davanti alla suddetta sua opera “STRUTTURA EVOLUTIVA”
2009, ENERGIA SOLARE, legno e acciaio; 95x54x39 cm
2009, dicembre, esce questo volume dell’Editoriale Giorgio Mondadori, nel quale, come suggerisce il sottotitolo INCURSIONI NELLA RICERCA PLASTICA, Paolo Levi penetra tra le opere più recenti di un manipolo di artisti innovatori di forme, di materiali, tra i quali spicca anche Amedeo Fiorese, sul quale il curatore presenta questo profilo: “
Le sculture di Amedeo Fiorese irrompono nello spazio con potenti e significative invenzioni. Sono strutture dall’intenso vigore e dal profondo carattere, costruite con una consapevolezza espressiva, nonostante la quale mai vengono meno magia e crudezza formale che sempre le ammantano d’inquietudine. Si potrebbe parlare di costruzioni che emergono nello spazio, con la certezza con cui crescono i cristalli all’interno delle rocce; come se un codice genetico indicasse lo sviluppo del ritmo e la dinamica da percorrere: un Dna segreto, nascosto nella materia che impone la formazione di queste creazioni irripetibili. Alcuni lavori sembrano giocare in una sorta d’alchimia messa a disposizione della ricerca di un’energia interiore, di un’essenza tattile che rende queste sculture così drammatiche e luminescenti, a tratti visivamente esasperate, e a volte assolutamente stabili e armoniose; oggetti che sembrano impartire un ordine e un equilibrio incontrovertibile, come nel Viaggio Cosmico. Con dire più tecnico o formale si può parlare del lavoro di Amedeo Fiorese come di astrattismo magico, proposto da un inventore di forme, uno sperimentatore contemporaneo immerso in una riflessione che conduce attraverso i diversi materiali che lavora e trasforma: bronzo, legno, acciaio, o gres; riflessione nella quale Amedeo Fiorese s’impegna a indagare lo spazio e il tempo in un flusso emozionale, pulsionale, dinamico, sempre pronto a sfuggire da un vortice iniziale, ma senza perdere mai di vista l’individualità e l’unicità narrativa di ciascuna opera. Il tempo, preso dalla dinamica sfuggente delle strutture, dal ritmo con cui vengono elaborate, è una componente connaturata al movimento, alla velocità con cui si manifestano le forme nei loro ritmi ascensionali, come pure quelle elicoidali, in opere quali Contrapposizioni , o Fontana. L’efficacia espressiva di queste sculture è sottolineata dalla presenza del colore, come se le cromie – gres colorati, smalti, rame, oro – si prestassero a questa avventura alchemica fondendosi intimamente con le forme, come se sin dall’origine combinassero un’unità di forma e colore: parrebbe allora che le cromie stesse vengano scelte dal proprio oggetto. Ma il colore partecipa anche della temporalità delle opere, sviluppando di essa un’idea diversa, rinforzata dalle patine che sembrano voler ricondurre a oggetti arcaici, come accade in Pagine di storia. Sculture che, come questa, paiono simili a veri pezzi archeologici, scoperti all’interno della materia cruda e riportati alla luce. Talvolta invece, le forme sembrano provenire dal futuro, da un’idea misurata e precisa dello spazio; sono invenzioni di microcosmi alieni, ma costruiti con gli stessi materiali sui quali si è costruita la nostra civiltà: legno e acciaio, per esempio, in opere come Struttura curvilinea e Struttura verticale, che richiamano alla mente una visione architettonica futurista. Ma in nessun caso parliamo di oggetti effimeri o casuali: l’uso della geometria è elaborato, razionale, e non perde mai il proprio carattere di purezza. Costruzioni archi-tettoniche si sbozzano con stratificazioni disposte in una irregolarità naturale, rispondendo alla presenza di un substrato arcaico dominante, come pure cosmico e futuro. Amedeo Fiorese non parte mai da modelli estetici prestabiliti o da forme standardizzate; le sue opere sono invenzioni di una grande autonomia segnica, a volte fratturate, tormentate, a volte dotate di spinte ascensionali, ma sempre di grande armoniosità, che non riconoscono termini tradizionali, pur mantenendo un ordine concettuale di acute geometrie”.
2010
Maggio 2010, partecipa alla BIENNALE D’ARTE DI ASOLO (TV), Premio Internazionale Ed. Itaca Investimenti d’Arte.
2011
2011, EVENTI, bronzo, 260x175x102 cm
Maggio 2011 Amedeo Fiorese riceve questa missiva: “Gentile maestro, sono felice di annunciarLe che è stato selezionato per l’iniziativa speciale del 150° promossa dal Padiglione Italia della Biennale di Venezia. La ringrazio per il prestigio che la Sua presenza darà a tale iniziativa.” firmato Vittorio Sgarbi. Le sue opere in bronzo “Viagio cosmico 1” e “Viaggio cosmico 2” sono approdate così aa Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, nell’ambito di una collettiva promossa dalla 54ma Biennale d’arte Internazionale di Venezia [da Gazzettino del 28 agosto 2011).
Vittorio Sgarbi e Amedeo Fiorese
2012
2012, AVVENIRISTICA, gres colorati d’Olanda, 105x90x105 cm
2012, SFERA EVOLUTIVA, acciaio satinato, diam. 100×100 cm
2012, SPAZIALE CUBICA, acciaio satinato, 65x65x36 cm
2012, STRUTTURA, acciaio inossidabile, 225x97x32 cm
2012, CROCEFISSIONE, plastiche fuse a fiamma, 77x47x14 cm
Luglio 2012: è inserito neò CATALOGO INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA. Edizione n.12. Editrice d’Arte CIDA, Roma.
2013
2013, SFERA GRANDE COLORATA, plastiche fuse a fiamma, diam. 76 cm
Agosto 2013: partecipa all’INTERNATIONAL EXHIBITION OF CONTEMPORARY ART, Venezia, Ca’ Zanardi.
Novembre 2013: è presente nel CATALOGO DELL’ARTE MODERNA.
GLI ARTISTI ITALIANI DAL PRIMO NOVECENTO AD OGGI. NUMERO 49. EDITORIALE GIORGIO MONDADORI.
Dicembre 2013: partecipa all’INTERNATIONAL ARTISTS AT THE NEW YORK ARTEEXPO.
2014
2014, INNO AL MONDO, fusione a cers persa , bronzo lucido e patinato, diam. 88×28 cm
2014, VERSO IL FUTURO, fusione a cera peersa, bronzo lucido e patinato, diam. 49x28cm
2014, SPAZIALE, gres colorati, 95x50x35 cm
2014, GENESI, plastica e acciaio, 43x54x50 cm
2014, TRIENNALE DI ROMA, INNO ALLA CONTEMPORANEITA’, plastica e ferro, 177x285x175 cm
2014, UNIVERSALITA’ EGIZIANA, plastica e acciaio, 93x50x35 cm
2014, URLO DEL GUERRIERO, plastica e acciaio, 215x59x22 cm
Novembre 2014, è presente nel CATALOGO DELL’ARTE MODERNA.
GLI ARTISTI ITALIANI DAL PRIMO NOVECENTO AD OGGI. NUMERO 50. EDITORIALE GIORGIO MONDADORI.
2015
2015, I SEGNI DELLE EMOZIONI, plastica, legno e ferro, 125x416x35 cm
2015, L’ALBERO DELLA VITA, plastica, 55x16x23 cm
2015, METAMORFOSI, cemento, acciaio e gres, diam. 93×27 cm
1990-2015, VOLO, bronzo a cera persa, 297x136x43 cm
Novembre 19\5, è presente nel CATALOGO DELL’ARTE MODERNA.
GLI ARTISTI ITALIANI DAL PRIMO NOVECENTO AD OGGI. NUMERO 51. EDITORIALE GIORGIO MONDADORI.
2016
2016, PENSIERO E AZIONE, bronzo, 60x55x25 cm
2016, SPIRALE, bronzo, 57,5x10x29 cm
2016, VERSO L’UNIVERSO, bronzo e semigres, 173x61x52 cm
Novembre 2016, è presente nel CATALOGO DELL’ARTE MODERNA,
GLI ARTISTI ITALIANI DAL PRIMO NOVECENTO AD OGGI. NUMERO 52. EDITORIALE GIORGIO MONDADORI.
2017
Novembre 2017, è presente nel CATALOGO DELL’ARTE MODERNA,
GLI ARTISTI ITALIANI DAL PRIMO NOVECENTO AD OGGI, NUMERO 53,
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI .
NB. per eventuale uso di queste immagini è necessaria l’autorizzazione del Prof. Amedeo Fiorese
continua ….