PETUCCO GIOVANNI MARIA (1910-1961) – PITTORE – SCULTORE E CERAMISTA

GIOVANNI MARIA PETUCCO

( NOVE – 29 agosto1910 – 14 giugno 1961)

Il 29 Agosto del 1910 Giovanni Maria Petucco nasce a Nove (Vicenza) da Giovanni Battista e da Maria Battistello, novesi. Il padre che lavora in proprio trasportando merci per le varie fabbriche di ceramiche del paese, muore il 2 Gennaio del 1913 schiacciato sotto le ruote del suo carro trainato da un cavallo improvvisamente imbizzarrito.La madre, per poter campare ed allevare “degnamente” Giovannino, ècostretta a chiedere al Comune un lavoro, e nella primavera del 1914 le viene dato l’incarico di “bidella” alle Scuole Elementari.

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1916 – Giovanni è il bambino a sx, dietro vi è la zia Graziosa; alla dx di Giovanni vi è il nonno materno Marco Battistello che tiene in braccio una sua cuginetta; dietro al nonno vi è la madre di Giovanni, Maria Battistello e alla sua dx vi è la zia Ada, e davanti alla zia il cugino Marco Battistello, come il nonno.

Dopo aver frequentato le elementari, nel luglio del 1921 entra per la prima volta in una fabbrica di ceramiche per imparare a dipingere. Il suo primo maestro è Romolo Pasquali, un abile decoratore di fiori e di frutta, che egli ricorderà sempre con devota ammirazione. Nello stesso anno dal mese di ottobre partecipa ai corsi serali di Disegno e Pittura tenuti dal professor Silvio Righetto alla Scuola d’Arte per la Ceramica “Giuseppe De Fabris” di Nove. Tali corsi venivano svolti di sera appositamente per quei giovani (quasi tutti) che, essendo di famiglie bisognose, dovevano recarsi al lavoro subito dopo aver terminato la quinta elementare.

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13 settembre 1925 – fotogramma dalla sala del Patronato Pio X di Nove relativo ai festeggiamenti del 50° anniversario della Scuola d’Arte di Nove; quasi al centro della immagine vi riconosce il Petucco giovane quindicenne, (vedi immagine sottostante)

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In tale occasione riceve Diploma di I primo per il Corso speciale Pittori in Ceramica , Sezione II

Il 21 Aprile del 1928 ottiene l” Attestato Assolutorio” dell’intero corso nella Sezione di “Pittura in Ceramica”.

Nel settembre del 1933 espone per la prima volta alla “I^ Mostra Sindacale d’Arte” a Vicenza, con i dipinti “La fossa” e “Il mio Brenta”.

Nel maggio del 1934 sempre a Vicenza realizza la sua prima personale esponendo alcuni affreschi,disegni e tele presso la sede dell’associazione artistica “Il Manipolo” e in questa stessa sede, situatanel palazzo Brunello, espone successivamente assieme al pittore Giovanni Magrin ed allo scultore Ennio Montegani e in dicembre partecipa alla “Mostra d’arte dedicata alla Madre e al Bambino”. Il 16 ottobre viene nominato Assistente del Prof. Silvio Righetto per il corso di Decorazione alla Scuola di Disegno di Nove.

Nell’aprile del 1935 espone un’opera ad affresco ai “Prelittoriali dell’ Arte” a Padova.

Nell’aprile del 1937 partecipa alla III “Mostra sindacale interprovinciale” di Venezia, e in settembre, alla II Mostra sindacale d’Arte di Vicenza, espone gli affreschi “Nudo”, “Donna seduta” e “Figura”. Per la prima volta due sue opere vengono acquistate: il Nudo dall’On. Antonio Maraini che all’inaugurazione della Mostra aveva fatto personalmente le sue congratulazioni al Petucco, e la Donna seduta dal Podestà di Vicenza. In ottobre, alla Mostra Mercato dell’Oreficeria Moderna a Venezia, gli viene assegnata una medaglia d’argento e vengono acquistati due suoi “progetti”, uno per un’opera in oro (Vaso sfera), e l’altro per un’opera in argento (Vaso con delfini).

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1937 – Termina il lavoro dei Santi Pietro e Paolo, olio su tela, cm 120×110, per la Chiesa Arcipretale di Nove.

Nel 1938 sostiene con esito positivo l’esame di ammissione al I anno del corso di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Successivamente però interromperà i corsi dell’Accademia per iscriversi all’Istituto Statale d’Arte della stessa città.

Nei mesi di maggio e giugno del 1939 espone un “Nudo di Bambino” alla Mostra sindacale degli artisti veneti a Padova. Il 24 luglio ottiene il Diploma di Maestro d’Arte, sezione di Decorazione Ceramica, all’Istituto d’Arte di Venezia. Contemporaneamente viene promosso dal I al II corso di Pittura all’Accademia.
Il 4 ottobre 1940 ottiene l’abilitazione all’insegnamento nella sezione decorazione industriale. Il 9 novembre 1940 si sposa con Norina Bittante di Marostica, e il 16 marzo del 1942 nascerà il figlio Giambattista e il 9 febbraio 1946 la figlia Gabriella.

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1940 – composizione poetica per il suo matrimonio. L’autore è stato il medico di Nove dott. Ignazio Coniglio (I.C.)

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petucco_-_affresco_san_pietro_-_540X790_--_cm_60x40_-_anno_1940_-_CIMG2715Nello stesso anno esegue questi due singoli affreschi entrambi cm 60×40, il primo “l’Addolorata”, il secondo “San Pietro”.

L’8 giugno 1942 viene arruolato e mandato a Belluno (alla visita di leva era stato riformato per debole costituzione), ma poi dopo alcuni mesi dopo viene trasferito a Roma dove rimarrà fino al settembre del ’43.

Nell’ottobre 1944 riprende l’insegnamento alla Scuola d’Arte.

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Nel 1944 esegue il ritratto del grande Antonio Zen, a pochi mesi dalla sua morte

Nel 1945 con gli amici e colleghi di lavoro Gino Cuman modellatore e Andrea Tolio esperto di smalti e colori apre a Nove, in Piazza De Fabris, un laboratorio di ceramica che in seguito, trasferitosi in Via Molini, diventerà un’importante azienda artigiana (dopo alcuni anni al Cuman, ritiratosi, subentrerà Giovanni Tolio fratello di Andrea).

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Il Battistero o Fonte Battesimale. I busti di Gesù e di San Giovanni Battista sono in terracotta. Sopra vi è la colomba che rappresenta lo Spirito Santo. Tutto attorno le formelle che illustrano scene dell’Antico Testamento, simboleggianti il sacramento del Battesimo: Mosè al Mar Rosso, Mosè alla fonte nel deserto; l’arca di Noè e il diluvio Universale, la guarigione di Naatan il siro. In basso una palma e l’albero della vite, e in alto gruppi di angeli osannanti. Autori di questa preziosa opera sono Giovanni Petucco con la collaborazione del socio Gino Cuman, e di Andrea Parini, portata a termine nel novembre del 1945.

Nel 1945 firma l’affresco presso l’Ospedale di Marostica, all’interno di una edicola protetta da una picccola tettoia, raffigurante San Camillo, santo dedito alla cura degli infermi. La figura del Santo è accompagnata in alto dal castello superiore con un tratto della cinta muraria e a dx dalla porta breganzina. In calce alla raffigurazione vi è una scritta: “Il nostro protettore S. Camillo de Lellis nell’anno della pace 1945”. Più in alto a sx la sua firma e l’anno 1945.

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In calce all’affresco vi è una scritta: “Il nostro protettore S. Camillo de Lellis nell’anno della pace 1945”.
Più in alto a sx la sua firma e l’anno 1945.

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Del 1945 sono queste due opere in semirefrattario maiolicato “Cacciagione” e “Pesci”, cm 40×34

Nel 1947 esegue un grande pannello, in vari pezzi staccati, raffigurante Santa Rita da Cascia, per la Cappella del Beato Lorenzino di Marostica. L’opera è stata commissionata da Angelo Carlo Festa. E’ in ceramica policroma. Autori G. Petucco, A.Tolio e G.Cuman.

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L”insieme dell’opera.

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Al di sotto dell’immagine della nuvola che sostiene la Santa è raffigurato il centro storico di Marostica con la cortina muraria, i castelli e la chiesa di Santa Maria, fuori della mura

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le sei formelle rappresentanti altrettanti episodi della grande Santa :
1. Rappresenta la nascita della Santa ritenuta miracolosa per l’età avanzata dei genitori che, sposatisi già maturi, invano da oltre dodici anni cercavano una discendenza.
2. La Santa piange assieme ai suoi due gemelli la morte del marito, ucciso in una imboscata, verosimilmente da persone che avevano avuto da lui dei torti negli anni giovanili
3. Si vedono tre figure di santi, uno sperone di roccia e dei bambini che salgono al cielo. Santa Rita era solita andare a pregare su uno sperone di roccia (lo “Scoglio”) invocando i suoi santi protettori (Sant’Agostino, San Giovanni Battista e Nicola da Tolentino) perché intercedessero presso Dio perché chiamasse a sé i suoi figli affinché le loro anime non si perdessero. Fu così esaudita: i gemelli si ammalarono e morirono.
4. In questo quadro troviamo la Santa in preghiera all’interno del convento, dove venne miracolosamente portata dai suoi tre santi protettori, dopo che per ben tre volte era stata rifiutata dal Convento della suore Agostiniane di Cascia. Le suore – sbalordite – trovarono la Santa in preghiera, anche se le porte del convento erano tutte chiuse e sbarrate.
5. Si racconta come la Santa, mentre era novizia, obbedisce all’ordine della Madre Superiora di annaffiare ogni giorno una pianta (una vite) rinsecchita da tempo. Dopo un po’ di tempo la pianta riprese a germogliare e poi a dare frutti.
6. La Santa era devotissima alla Passione di Gesù e chiedeva a Gesù di condividerne le sofferenze. Gesù l’esaudì e così una spina della corona si staccò e si conficcò nella sua fronte, dando luogo a una dolorosa piaga .

Nel 1948 per la Chiesa di Sarcedo (VI) esegue la parte ornamentale del Battistero. Partecipa con alcuni pezzi in maiolica alla XXIV Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia nel padiglione delle Arti Decorative e alla Mostra Nazionale dell’Artigianato a Firenze.
Dal 1947 al 1948 lavora nel suo laboratorio ceramico Federico Bonaldi (che dal 1948 frequenta i corsi serali dell’Istituto Statale d’Arte per la ceramica diretto da Andrea Parini, giunto a Nove nel 1942). Inoltre il suo laboratorio è frequentato anche dal pittore veneziano Bortolo Sacchi che dal 1930 risiede nella villa di famiglia ad Angarano per le sue ceramiche e per quelle modellate con Miranda Visonà, nonché dal giovane Pompeo Pianezzola. Particolare rapporto di amicizia e collaborazione poi è presente con il tristino Carlo Sbisà, cui si rivolge per consulenze tecniche in particolare la realizzazione di grandi opere.

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1948 – Ritratto di Padre ROBERTO DA NOVE, olio su tela, cm 60×50
(Padre Roberto Da Nove, cappuccino, al secolo Giuseppe Cecchetto, nacque a il 18-11-1869 e morì a Udine il 23-08-1939)

Nell’aprile-giugno del 1949 è presente assieme ad un altro novese, il giovane Alessio Tasca, alla V Mostra d’Arte Sacra all’Angelicum di Milano con una “Annunciazione” e con la “Lotta di Giacobbe con l’Angelo”. A Firenze ottiene un Diploma di merito alla Mostra mercato Nazionale dell’Artigianato. In giugno alla Mostra dell’Associazione Artisti di Vicenza espone assieme ad Andrea Parini, e a settembre, nella fase conclusiva della Mostra Nazionale della ceramica a Vicenza, riceve il III premio per il suo lavoro in ceramica “E’ Risorto”, mentre a dicembre ottiene il II premio alla Mostra del Presepio a Venezia per un Presepio composto da parecchie figure, staccate, in maiolica.

In aprile-maggio del 1950 è a Milano alla VI Mostra d’Arte Sacra con un “Presepio” e “Le Pie Donne”; in giugno è presente al Giardino Salvi a Vicenza ad una mostra di scultori e ceramisti con gli amici novesi Parini, Pianezzola e Tasca, e in questa sede espone: “Cavalcata”, “Siesta” e “Atleti”; quindi in settembre-ottobre del 1950 partecipa alla XXV Esposizione Biennale d’Arte di Venezia nel padiglione “Venezia” delle Arti decorative, ottenendo il premio acquisto indetto da Ministero dell’Industria e del Commercio, Ente Nazionale per l’Artigianato e le Piccole Industrie, Associazioni Industriali di Venezia e di Porto Marghera, grazie al quale una sua piastra con “Pesci” viene donata alla Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro; in settembre riceve il III premio del “Concorso Nove ’50” per il pezzo “Le Bagnanti” alla Mostra Nazionale della ceramica di Vicenza, e in novembre, alla II Mostra Nazionale selettiva dell’Artigianato artistico, tenuta all’Angelicum di Milano, riceve il premio dell’E.N.A.P.I. Inoltre in novembre-dicembre dello stesso anno è a Roma alla Mostra Internazionale d’Arte Sacra con l’opera “Presepe”, bassorilievo in maiolica a pezzi staccati. Il 28 ottobre 1950, in occasione del 75° anniversario della fondazione della Scuola d’Arte di Nove allestisce col Direttore Prof. Andrea Parini una mostra di oggetti prodotti dagli allievi.
L’8 aprile 1951, nel 75° anniversario della fondazione della Società di Mutuo Soccorso di Nove, viene scelta un’opera del Petucco (degli scudi in ceramica) quale dono alla Mutua di Gorizia che pure celebra l’anniversario di fondazione. In settembre, alla ormai tradizionale Fiera Campionaria di Vicenza con annessa Mostra Nazionale della Ceramica, espone vari pezzi in maiolica smaltata, e in ottobre partecipa alla IX Triennale Internazionale delle Arti decorative di Milano. In questa rassegna figurano le espressioni ceramiche di tutta Italia e di molti Paesi esteri, ma tra tutte emergono e si distinguono quelle di Nove i cui autori sono: Petucco, Parini, Tasca e Pianezzola. Giovanni Petucco è in primo piano tra i ceramisti della Triennale grazie alle sue bacinelle a smalti con invenzioni curiose di soggetti ad effetti coloristici; in particolar modo è ammirato il policromo “Cavallino spaccato”, partente da Marini, ma che per la policromia è giudicato dai Critici “tra le opere più interessanti della ceramica moderna”. A novembre, a Roma risulta I° nella graduatoria del concorso per posti di ruolo speciale di “Decorazione Ceramica” nelle scuole d’Arte, e a dicembre è presente alla III Mostra dell’artigianato artistico all’Angelicum di Milano.

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1952 Petucco duratnte l’insegnamento nell’aula di Decorazione

Nel febbraio-marzo del 1952, è ospite a Trieste alla “Prima Mostra dei ceramisti” alla Galleria Casanuova con dei piatti dalla “pittura estrosa e sintetica”, assieme ad Agenore Fabbri, Leoncillo, Pietro Melandri, ai novesi Parini, Petucco e Cecchetto, ai fiesolani Ferrero e Fallacara, all’udinese Moretti, ai triestini Carà, Mascherini, Mirella e Carlo Sbisà, questi ultimi ideatori della manifestazione. Il 2 giugno, il Ministero della Pubblica Istruzione, tramite la Direzione generale delle Antichità e Belle Arti, comunica al Petucco, la nomina alla cattedra di “Decorazione Ceramica” presso il Museo Artistico Industriale di Roma, in seguito al concorso del novembre 1951. In settembre ottiene il I° premio alla annuale Mostra Nazionale della Ceramica nell’ambito della Campionaria di Vicenza. In settembre-ottobre, alla XXVI Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia presenta una “Serie di piatti” in maiolica a smalti con figurazioni ad animali: cavalli, galletti, cani. In ottobre rifiuta decisamente di trasferirsi a Roma; rinunciando all’ambito posto, preferisce rimanere nel suo paese nativo nella sua scuola, nella sua fabbrica. Espone intanto alla X Mostra Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza, partecipa ad una mostra allestita nella Galleria Cristofle a Parigi. Inoltre è alla “Mostra dell’artigianato” di Firenze e all’Angelicum di Milano.

In marzo del 1953 espone a Milano nella Galleria d’Arte Totti in una “Collettiva” assieme agli altri novesi Antonio Cecchetto, Andrea Parini, Pompeo Pianezzola, Alessio Tasca, riscuotendo ampi consensi da parte dei Critici. A settembre, a Vicenza, alla Campionaria, partecipa all’annessa Mostra selettiva dell’Artigianato vicentino, e alla Mostra Nazionale della ceramica, e a Firenze alla Mostra dell’Artigianato, ed inoltre partecipa alla Mostra d’Arte Decorativa che l’Istituto Veneto per il Lavoro di Venezia organizza d’intesa con la Fidapa di Venezia presso il Glass-Magazin di Oslo cui partecipano trentuno ditte con vetri, mosaici, ceramiche, tessuti, lacche, smalti, merletti, ed ad una Mostra d’Arte Decorativa Moderna organizzata dalla biennale di Venezia con il supporto dell’Istituto per il Lavoro che annovera diciasette ditte veneziane e venete che si tiene a Stoccolma e ad Helsinki. In novembre, a Milano, ottiene una medaglia d’argento del Centro Nazionale Artigianato alla “V Mostra Nazionale Selettiva dell’Artigianato d’Arte”.

Dal 17 al 24 gennaio 1954 in una Galleria appositamente allestita in Piazza De Fabris a Nove “Collettiva di Ceramiche e Disegni” di artisti novesi del “Gruppo Nove”, composto da Barettoni, Bravo, Cecchetto, Costa, Dinale, Gheno, Mossolin, Nicoli, Parini, Pianezzola, Sartori, Sebellin, Stocchero, Tasca, Tocchet, Tosin. Questa mostra in marzo-aprile viene successivamente trasferita in una Galleria a Bassano del Grappa. In marzo partecipa ad una mostra di trentotto artisti italiani a Düsseldorf al Museo Hetjens. Vi sono opere di Fontana, Melandri, Hettner, Gambone, Leoncillo, Mazzacurati, Capogrossi, Melotti, Parini, Tasca, Fabbri, Lucerni che ottengono larghi riconoscimenti dalla critica e dal pubblico tedeschi.
Dal 16 al 13 Maggio ai giardini pubblici di Nove “I Mostra all’aperto di Ceramiche degli Artisti de Le Nove”; gli autori delle opere sono gli stessi delle due collettive precedenti. Inoltre è presente a varie manifestazioni: a Firenze alla Mostra dell’Artigianato artistico; a Milano all’Angelicum e alla X Triennale Internazionale delle Arti decorative; a Venezia alla XXVII Esposizione Biennale Internazionale d’Arte, nella Sezione delle Arti decorative, col vassoio in maiolica “I Religiosi” e le piastre “Cristo” e “Madonna con Bambino”.
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12-09-1954 – All’annuale Mostra Nazionale della Ceramica riceve il Premio della Camera di Commercio-Industria e Agricoltura di Vicenza

In aprile del 1955 a Milano all’Angelicum espone vari pezzi d’arredamento alla “Mostra d’Arte ceramica per la casa”. In settembre alla Campionaria di Vicenza riceve il I premio alla Mostra-Concorso Nazionale della ceramica con una “Composizione” di dieci piatti in varie forme, in maiolica, smaltati a figurazioni policrome, tenuti assieme da un’originale cornice lignea. Anche quest’anno partecipa con successo alla Mostra dell’Artigianato a Firenze. Dal 17 al 30 dicembre è a Vicenza alla Galleria del Calibano assieme a Parini, Pianezzola, Sartori e Tasca per la Collettiva: “Cinque ceramisti novesi”. Le loro opere rivelano, secondo icritici, “la sensibilità attenta ed intelligente degli Autori nell’affermare i contenuti culturali e i valori stilistici più recenti”, e sono “opere coraggiose che rompono il conformismo anonimo dell’imitazione”.
Per la Casa della Madre e del Bambino di Marostica, all’inzio di Via 4 Martiri, esegue una “Madonna col Gesù” in bassorilievo su un grande pannello.Questa opera, nonostante rovinata dalla intemperie, evidenzia, oltre alla sua intrinseca bellezza, l’ambientazione delle mura e del castello a contorno delle immagini sacre.
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1955 – Il capitello di Via 4 Martiri

In marzo 1956 ottiene una Menzione onorevole dal Preside della Scuola Popolare di Schio in visita con tutti gli allievi al Museo della Scuola d’Arte di Nove allestito dal Petucco stesso, il quale si era molto speso in approfondite ricerche su tutto il territorio bassanese per ricercare esemplari della tradizione da conservarvi. In aprile del 1956 espone all’Angelicum di Milano. A giugno, a Padova, partecipa alla III Mostra dell’Artigianato Veneto, (sarà presente anche alla IV rassegna). In settembre-ottobre espone a Vicenza alla Mostra Nazionale della Ceramica, e, per l’ultima volta, a Venezia, alla Biennale Internazionale d’Arte. A dicembre riceve un diploma ed una medaglia di bronzo alla Mostra dell’Artigianato di Cittadella.
Nel 1956 il Petucco completa il paliotto d’altare per la Cappellina votiva di S. Antonio, in Via Roma a Nove, raffigurante il Santo che distribuisce il pane ai poveri (vedi sotto). E’ un bassorilievo in materiale refrattario maiolicato, 60×79 cm. Le intemperie e le polveri stradali hanno attenuato la bellezza originaria.
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Nel marzo del 1957 partecipa alla mostra “Cinquanta ceramisti italiani” organizzata dalla Associazione Nazionale per la Ceramica nel Palazzo Serbelloni a Milano, e sempre a Milano, per la terza volta, è presente alla XI Triennale Internazionale delle Arti Decorative. In giugno figura tra i più attivi collaboratori della “Fucina degli Angeli”, galleria d’arte che da due anni raccoglie, a Venezia, le più interessanti tendenze dell’arte decorativa. A settembre anche quest’anno viene premiato alla Mostra Nazionale della Ceramica di Vicenza.

Nel 1958 partecipa ad una serie di “Mostre dell’ Arte decorativa veneta” organizzate dal Ministero del Commercio con l’Estero e dal Ministero degli Affari Esteri in “alcune fra le più insigni e storiche città della Germania Occidentale”, tra le quali Kassel, Koln, Dortmund, Frankfurt a Main, Wurbzburg dove vengono esposti vetri, mosaici, ceramiche, rami smaltati. I ramisti, oltre al Petucco, sono: Gatti, Mitri, Parini, Pianezzola, Sartori e Tasca.

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1958 – A settembre, a Vicenza, al Salone Internazionale della Ceramica ottiene il premio “Andrea Palladio”, il massimo premio italiano per la produzione ceramica.
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1958 (?) Maschere – semirefrattario maiolicato a gran fuoco
da sx a dx dimensioni cm 87×13, cm 45×12, cm 60×7
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1958 (?) – due piatti ovali maiolicati, a sx l’Amazzone e a dx Arlecchino, stesse dimensioni cm 55×25

In aprile del 1959 partecipa ad una eccezionale “Mostra Collettiva” con gli artisti: Assenza, Bertagnin, Burger, Calvelli, Cipolla, De Poli, Fantoni, Fontana, Gambone, Guidotti, Lucerni, Martinotti, Melandri, Meli, Melotti, Nani, Pajella, Pellini, Rui, Zauli alla Galleria Bosisio Arte di Milano. Dal 24 aprile al 15 maggio, è alla XXIII Mostra Mercato Nazionale dell’Artigianato a Firenze. Dal 28 luglio al l0 agosto a Venezia ha Mostra Personale alla Galleria della Bevilacqua La Masa. Presentazione del catalogo del Prof. Guido Perocco. Espone opere di scultura pittura, pezzi in maiolica bianchi o decorati a smalti con una policromia incredibilmente varia. E’ considerato dai Critici uno dei più grandi ceramisti che annoveri l’arte della ceramica, dotato di un’innata capacità tecnica e creativa estrinsecantesi grazie al diuturno logorio di un’esperienza che è vera maestra di vita, ed all’assillo continuo di una ricerca sempre nuova. In ottobre a New York , alle Hammer Galleries, in una collettiva di pittura e scultura viene esposta la sua opera “Vescovo” scultura in maiolica, già appartenente alla Collezione Gladys Lloyd Robinson.

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1959 – A settembre riceve a Vicenza nuovamente il massimo premio italiano per la produzione ceramica il premio “Andrea Palladio” al Salone Internazionale della Ceramica” con duecentocinquanta espositori, di cui cinquanta stranieri provenienti da ventinove Nazioni. Il Petucco espone delle “pentole” pianelle rustiche”, “vasi a smalti opachi”

Il 29 febbraio 1960 muore la madre ottantenne. In luglio fa parte della Giuria alla “Mostra d’Arte Ceramica” di La Spezia in rappresentanza del Ministero della Pubblica Istruzione. Il 10 luglio, in occasione del Centenario della morte dello Scultore novese Giuseppe De Fabris, assieme a Parini, Pianezzola e Sartori cura una Mostra, con opere e disegni del famoso artista, nell’Istituto d’Arte di Nove, che resterà aperta fino, al 22 Agosto. Il 30 Luglio sue opere incontrano largo favore alla IV Mostra della Ceramica di Lerici. In dicembre, partecipa ad una serie di Personali di “Venti Ceramisti d’Arte” a Milano.

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1960 – Giovanni Petucco (foto Bittante)

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1960 – In settembre, al Salone Internazionale della Ceramica di Vicenza ottiene di nuovo il Premio “Andrea Palladio” assegnato alle opere distintesi per “l’estetica, per la fedeltà alla tradizione e per il disegno industriale”.
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1960 – Il pretino – bronzo – cm 55×20

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1960 – Processione del Vescovo – bronzo – cm 65×40
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dettaglio del precedente
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1960 – Dipinto ad olio di Mons. Vincenzo Borsato (Nove, 22-08-1910 — 09-08-1959) completato successivamente dalla cornice in terraglia del prof. Amedeo Fiorese
(da L’illustre bassanese, n° 163, settembre 2016. Editrice Artistica Bassano)

Il 23 aprile 1961 viene inaugurato il Monumento ai Caduti a Nove di cui egli era stato ideatore, suggerendo una inedita e poetica visione scultorea composta dal posizionamento dell’”Addio di Ettore e Andromaca” in bronzo di Giuseppe De Fabris ideato per un contesto diverso, ma con lo stesso significato di distacco, di dolore e di morte insiti in ogni guerra presente e passata. Viene colto da una malattia incurabile. In maggio-giugno, alla Mostra dell’Artigianato artistico veneto al Palazzo Ducale a Venezia sono esposte alcune sue opere in maiolica. Il 14 giugno 1961 muore a Nove, pochi giorni dopo il suo ritorno dall’Ospedale Civile di Padova.

FONTI DOCUMENTALI
GIAMBATTISTA PETUCCO, che ringrazio per la sua grande disponibilità
GIOVANNI PETUCCO PITTORE E SCULTORE. Stringa Nadir (a cura di), Nove 1971
GIOVANNI PETUCCO. Portinari Stefania, Stringa Nadir, Stringa Nico (a cura di), Canova Edizioni, 2012
LE NOVE. LE CERAMICHE E PAESANI. Stecco Matteo (fino al 1925), Tasca Marco Alessio (dal 1925 aò 1985). Edizione Adalgiso – Ruggero, Bassano-Bologna, 1985
NOVE IN BIANCO E NERO. ALBUM FOTOGRAFICO FINO AL 1970. Comacchio Arturo, Zanolli Piergiusppe (a cura di). Grafiche Novesi, Nove. 2009

STRAZZABOSCO LUIGI – Padova 22-02-1895 – 18-02-1985 – UOMO E SCULTORE

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PISTORELLO GINO – Bassano d. G. 29-01-1923 – 02-09-1998 – 01 – LA SUA VITA

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