IL CROCEFISSO DI PRATO di S.CATERINA
di VASCO BORDIGNON
Nel 1631 ci fu a Bassano una grande pestilenza. “ Sul principio del contagio – scrive il Brentari nella sua “Storia di Bassano e del suo territorio” – i cadaveri si seppellivano nei cimiteri del duomo, di San Giovanni e di Santa maria della Misericordia (ora Beata Giovanna); ma crescendo poi i morti un numero sterminato, i soliti cimiteri, colmi di cadaveri, apparvero troppo angusti a contenerne altri “ e fu quindi necessario seppellirne nella zona del Prato di Santa Caterina, zona che di solito veniva allora utilizzata per fiere o per esercitazioni belliche.
Brentari annotava ancora “ … vennero dipinti in quel prato sur una muraglia un crocefisso ed un San Rocco, affinché la gente che di là passava si ricordasse dei morti ivi sepolti, e pregasse per essi. Cessato il contagio quel luogo cominciò ad essere frequentato dai fedeli: e colle offerte di questi il capitello fu ingrandito e migliorato; ed i fratelli della dottrina, che avevano sede in San Giuseppe, lo visitavano ogni festa in processione. Essi impetrarono coll’andar del tempo la licenza di celebrar la messa a quel capitello, che venne in seguito ridotto a chiesetta, dedicata a San Rocco. Sul capitello si leggevano queste parole: Jesu Christe fili Dei vivi Miserre nobis: sante Rocche Ora pro nobis: MDCXXXI” (pag 380, nota 3).
Come si vede oggi!
Sopra la porta d’ingresso si vede il Crocefisso; nella lunetta sovrastante non si vede più nulla.
Prima che diventi anche questo “tesoro” del tutto evanescente urge un profondo restauro. Temo però che non esistano più oggi dei veri mecenati che abbiano a cuore anche le vestigia del passato.
Vedi anche LA CHIESETTA DI SAN ROCCO