Bassano del Grappa : un amore da diffondere
di Vasco Bordignon
Per amarla bisogna conoscerla: conoscere la sua storia, le vicende che ne hanno determinato ora lo sviluppo e la prosperità, ora i conflitti e le guerre con le conseguenti povertà e/o carestie; conoscere le persone che in queste vicende sono state protagoniste siano esse guerrieri, generali, scienziati, letterati, religiosi o semplici cittadini; conoscere il suo essere oggi : il suo tessuto urbano e sociale, le sue istituzioni, le sue ricchezze quali le opere conservate nel prestigioso Museo cittadino, ma anche quelle stupefacenti manifatture del Museo della Ceramica come pure quelle dell’impero tipografico dei Remondini, oppure gli animali del Museo del Mondo Animale ecc, senza dimenticare le sue bellezze architettoniche vestigia di passati gloriosi come i suoi palazzi, le sue ville o le sue realtà naturalistiche come il Giardino Parolini, come le sue colline, come il suo Monte Grappa, come il suo fiume Brenta e con esse il mondo vegetale e animale ad essi collegati.
Per amarla bisogna mantenere vivi i ricordi dei grandi avvenimenti, delle varie mutazioni socio-politiche avvenute nei secoli, delle persone che nei vari settori hanno arricchito chi la scienza, chi la cultura, chi la carità, chi l’imprenditoria cittadina per mantenere ancor oggi l’anelito a costruire tutti i giorni ciò che nelle precedenti esperienze si è evidenziato come idea vincente, come valore condiviso, come scelta preziosa sia nei confronti della società civile sia nei confronti delle istituzioni. Ricordare vuol dire anche commemorare quanti sono caduti per l’ideale di libertà e di giustizia senza le quali non c’è società, ma solo fazioni. Ricordare vuol dire rinnovare dentro di noi la forza dello spirito, della mente, dell’intelletto a volte troppo assopito dalla soddisfazione della pancia o del piacere materiale. Ricordare che Bassano è Medaglia d’oro al Valore Militare; ricordare i martiri degli Eccidi nazi-fascisti, ricordare quanti hanno scelto un’altra nazione con la speranza di una vita più dignitosa, come l’epopea della emigrazione, per ricordare più recentemente gli eventi tragici del ventesimo secolo quali le due grandi guerre, ecc. Ricordare è imparare: la saggezza o la stoltezza dell’uomo è sempre la stessa! Per amarla bisogna rispettarla sia nella realtà umana, sia in quella amministrativa.
Rispettare la città vuol dire non sporcarla, non rovinarla, non degenerarla; vuol dire anche pagare i tributi che si richiede per sostenere l’armonico sviluppo delle attività cittadine, senza scoraggiarsi nella visione sconsolante che talora i nostri soldi vengono usati male o buttati al vento o peggio ancora trasformati in azioni delittuose.
Rispettare la città significa consentire uno sviluppo armonico complessivo senza cedere alle tentazioni del denaro-potere o del denaro-corruzione. Rispettare la città è consentire ai vari quartiere spazi di incontro,di cultura, e anche di svago.
Rispettare la città è un giusto equilibrio tra edifici e spazi aperti, tra cemento e verde; rispettare la città è un corretto piano di viabilità, è un corretto piano di parcheggi non vessatori, rispettare la città è favorire le piste ciclabili che non devono essere gli attuali marciapiedi o gli attuali viali alberati come sperimento personalmente quasi ogni giorno nel mio camminare; rispettare la città è il rispetto reciproco tra ogni cittadino e le sue autorità sia civili che militari.
Per amarla bisogna viverla tra le sue strade, tra i suoi vicoli, tra le sue botteghe, tra i suoi cittadini. Viverla all’interno dei grandi spazi museali già ricordati. Vuol dire sentire il frusciare del vento tra i parapetti lignei del Ponte degli Alpini, sentire gli echi delle fronde scosse dal vento tra le piante maestose del Giardino Parolini, o sentire il vociare dei tanti bambini o adolescenti o giovani adulti dei vari istituti scolastici quando sciamano alla fine delle lezioni; sentire i suoi suoni e il suo vociare nei giorni del mercato quando più stretto è il contatto quasi fisico tra la gente che va e viene, che passa o si arresta, che saluta o confabula; sentire le passioni della politica senza cedere alla tentazione di considerare l’avversario politico un nemico da abbattere, da denigrare, da distruggere.
Bassano è una città da amare perchè in sè è unica, come unica è ogni persona. E’ unica per la sua posizione posta a ridosso di monti da cui si schiude la pianura, quando dalla vallata stretta tra i contrafforti del massiccio del Grappa si distende a vista d’occho la terra come un grande ventaglio aperto sulle sue prospere province venete; è unica per il suo fiume Brenta che per secoli ha dato occasioni di commercio, di fruttuose amicizie o di grandi battaglie ; è unica per la sua vicinanza al Monte Grappa intriso di un immane tragedia di vite umane, unica per il ponte ora degli Alpini ove un idea del Palladio è divenutea una realtà simbolo, unica per tutte le sue genialità dai Remondini, dai Da Ponte al Parolini, al Gaidon, al Gamba, ecc.
Per amarla bisogna anche sognarla, progettarla nel suo futuro. E’ vero che la storia è quanto ci ha lasciato chi ci ha preceduto, ma è pur vero che la storia la facciamo tutti noi, ogni giorno, perchè quello che facciamo oggi per la città è la storia di domani. Per questo amare vuol dire anche sognare, progettare, costruire le basi per il domani con il coraggio e la forza delle idee, della cultura, della sensibilità.
Ecco io vorrei con le mie pagine su Bassano del Grappa e sul territorio limitrofo far amare questa città a chi non la conosce, a chi la vive con disinteresse, a chi vi passa ma non si ferma a gustare il sapore di questa aria, a chi non sa udire gli echi del suo passato, e a chi non sa più sognare forse già stanco di un presente assai complesso e talora inquietante. Sono un sognatore? Sì, lo sono. Ma talora i sogni si avverano.