REBESCO FRANCESCO
UN GRANDE SCULTORE
di Vasco Bordignon
autoritratto
29 maggio 1897. Francesco Rebesco nacque a San Zenone degli Ezzelini. E’ figlio di Antonio, un modesto artigiano, e di Maria Perizzolo, dai quali ricevette una profonda educazione cristiana. Frequentando la scuola elementare fu il suo maestro Giovanni Battista Boaro a segnalare al padre la grande capacità nel disegno del figlio.
Dopo alcuni anni Francesco iniziò a frequentare a Bassano la scuola di disegno e di scultura tenuta dai professori Lorenzoni (pittore di un certo talento) e Fabris (modellatore di preziose ceramiche). Qui conobbe altri alunni tra i quali Fausto Scudo di Crespano (poi noto architetto) e il rossanese Luigi Bizzotto (noto affrescatore e autore di vetrate artistiche, specie d’arte sacra). Non solo, nella adolescenza di Francesco ebbe un grande rilievo la figura del noto pittore Noè Bordignon che aveva la sua residenza a poca distanza dai Rebesco. Nello studio del grande pittore, Francesco conobbe altri noti pittori come Luigi Nono e Alessandro Milesi, come pure iniziò una grande amicizia umana e artistica col pittore Teodoro Wolf Ferrari.
1912, data importante perché Francesco conobbe lo scultore padovano Ramazzotti che nei mesi estivi si trasferiva a San Zenone: nel suo laboratorio imparò i segreti dell’arte scultorea e a sentire per questa arte una profonda attrazione, tanto che già a 16 anni si cimentava nella realizzazione dei busti dei genitori.
1916, prima guerra mondiale: Francesco venne chiamato alle armi. Destinato a Busto Arsizio adibito a costruire strutture per aerei da combattimento, ben presto prese un’altra decisione quella di diventare pilota della nascente aviazione seguendo i corsi a Passignano sul Trasimeno.
L’Italia alla fine del1917 subì il tracollo del fronte orientale. Francesco dopo la disfatta di Caporetto venne destinato al campo di aviazione di Gazzo Padovano e prenderà parte a numerose ardite operazioni aeree essendo vicino il fronte tra il Grappa e il Piave.
Verso la fine del conflitto venne a far parte della nota “squadriglia degli assi” di Francesco Baracca. Finita la guerra prestò servizio ancora in aeronautica a Muggia, presso Trieste.
Ma la vita da militare non lo soddisfaceva, per cui ottenne il congedo e rientrò a San Zenone, dove l’arciprete don Carlo Bernardi lo spinse a fare la scuola media inferiore per poter accedere all’Accademia delle Belle Arti.
Nel 1922 a Milano frequentò l’Accademia di arte sacra “Beato Angelico”. Verso quest’arte Rebesco continuava a sentire una particolare e intensa attrazione.
Nel 1925 tornò a San Zenone per intraprendere la professione di scultore e raggiunta una discreta tranquillità economica nel 1932 sposò Elisabetta Stona di Montebelluna già dal 1923 in corrispondenza affettuosa, dalla quale avrà sette figli, tra i quali mi piace ricordare Piergiorgio, che verso il 1960 inizierà a collaborare e poi a proseguire l’arte del padre.
Il volto della moglie Elisabetta ispirerà numerose sue opere femminili.
Verso la fine degli anni ’30 riapparve lo spettro della guerra e Francesco venne chiamato alle armi di nuovo, ma non svolgerà il servizio per una legge che concedeva il congedo a chi fosse padre di quattro figli.
Nonostante l’intenso lavoro scultoreo, Rebesco sentì il dovere di impegnarsi civilmente ed entrò come assessore nell’amministrazione del Comune di San Zenone dal 1946 al 1960, diventando un punto di riferimento della comunità.
Nel 1961 venne colpito da leggera paralisi che gli permetterà tuttavia di proseguire comunque la sua attività fino ai 70 anni circa.
Il 24 dicembre 1985 alle sei del mattino di Natale Francesco Rebesco muore, attorniato dai suoi famigliari, lasciandoci tantissimi lavori, molti di grande bellezza.
Numerosissime sono le sue opere sparse in tutto il Veneto, sia nell’arte sacra, sia in quella funeraria e in quella commemorativa.
Dalla Monografia del 1997, dal Catalogo cito le opere principali situate nel nostro territorio
BASSANO DEL GRAPPA
– Caserma Monte Grappa ex Scuola Allievi Ufficiali : VITTORIA ALATA, 1935, bronzo cm260x90x160
– Giardini pubblici Parolini: CARLO PAROLINI, 1932, busto in marmo
– Cimitero di Santa Croce: PIETA’, marmo bassorilievo, cm80x196, lunetta, tomba
– Cimitero di Santa Croce : DEPOSIZIONE, 1961, perlato di Sicilia, bassorilievo, lastra cappella Fam. Balestra
– Cimitero di Santa Croce: CROCIFISSO, 1961, gesso patinato, cappella Fam. Balestra
– Cimitero di Santa Croce: RESURREZIONE DI LAZZARO, travertino altorilievo, cm180x87, toma Fam. Chiuppani
– Cimitero di Santa Croce: DEPOSIZIONE, marmo bassorilievo, tomba Fam. Rizzolo
– Istituto Scalabrini: SAN CARLO BORROMEO, pietra di Custoza, cm 250, sopra facciata dell’Istituto
– Istituto Scalabrini: MONS. SCALABRINI, pietra di Custoza, cm.250, sopra facciata dell’Istituto
– Vicolo San Sebastiano: SAN SEBASTIANO 1949, marmo bassorilievo, cm 100×56, capitello
MAROSTICA
– Cimitero: PIETA’ marmo, cappella Fam. Puppi
MUSSOLENTE
– Santuario Madonna dell’Acqua: CICLO DELLA PREGHIERA, ANGELO DELLA PACE, SAN MICHELE ARCANGELO: marmo rilievo, dieci formelle, ognuno cm 40×25. Altare della Madonna (vedi)
– CASONI: BATTESIMO DI GESU’ , marmo cm150x75x20, Chiesa parrocchiale
– CASONI: MADONNA DI FATIMA, marmo bassorilievo e tutto tondo, Chiesetta di Villa Palma
ROMANO D’EZZELLINO
– Chiesa Parrocchiale: IMMACOLATA
– FELLETTE: MADONNA IMMACOLATA marmo di Carrara, lato destro altare maggiore, Chiesa Parrocchiale
– FELLETTE: S.ANTONIO DA PADOVA marmo di Carrara, lato sinistro altare maggiore, Chiesa Parrocchiale
ROSA’
– cimitero : PIETA’, marmo, tomba fam. Amabilia
ROSSANO VENETO
– Cimitero: NATIVITA’ – RESURREZIONE DI LAZZARO . CRISTO NELL’ORTO DEGLI ULIVI, FLAGELLAZIONE – DEPOSIZIONE – LE PIE DONNE SUL SEPOLCRO – INCREDULITA’ DI TOMMASO – ASCENSIONE: travertino, rilievo, otto lastre arcuate, cm 86×36 ognuna, facciata della Cappella Fam. Cecchele, progetto arch. Francesco Bonfanti
– Cimitero: TESTA DI CRISTO, marmo rilievo, diam. Cm 46, tomba Fam. Venzo
Fonte documentale
Francesco Rebesco 1897-1985, Edizioni Acelum, 1997
San Zenone Terra di Artisti, a cura del Comune di San Zenone degli Ezzelini, 2011 ( in occasione della Mostra a Villa Marini Rubelli, 18 settembre 2011 – 8 gennaio 2012)