PIERGIORGIO REBESCO
SCULTORE E PITTORE
note biografiche e artistiche
a cura di Vasco Bordignon
Piergiorgio Rebesco nasce a San Zenone degli Ezzelini il 24 novembre 1936 in una famiglia di sette figli legata ai profondi valori di questa terra. Il padre Francesco scultore affermato particolarmente nell’ambito dell’arte sacra gli trasmette la passione per la scultura. Fin dalle scuole elementari dimostra particolari attitudini al disegno e alle materie plastiche e già nella prima giovinezza collabora con il padre nella realizzazione di alcune opere come a Verona e a Pietrasanta in provincia di Lucca e nel frattempo frequenta la scuola di nudo all’Accademia di Venezia. A 21 anni viene chiamato al servizio militare e ben presto viene apprezzato il suo talento tanto che gli vengono ordinati vari lavori non semplici come gli scacchi in legno di bosso e una statua di San Maurizio patrono degli Alpini. Terminato il servizio militare, con l’esecuzione brillante e singolare del monumento ai caduti di Ariano Polesine (1960) Piergiorgio evidenzia già una propria individualità artistica differenziandosi da quella del padre. Inizia un percorso ricco di grandi opere come “Abele sull’ara del sacrificio” del 1963 per una tomba di Milano, come il bassorilievo “Andate e predicate“ in marmo di Trani del 1966 per il Seminario Vescovile di Pordenone, e altre sculture nelle quali imprime una particolare energia che quasi smaterializza lo stesso materiale utilizzato. Nel mese di giugno del 1969 si unisce in matrimonio con Elsa Fracasso, che era stata sua modella quando aveva solo 21 anni. Il matrimonio sarà allietato dalla nascita di Marco (1971), di Silvia (1972) e di Marta (1974). Durante il viaggio di nozze in Sicilia, a Caltagirone, Piergiorgio viene a conoscere un sacerdote responsabile della parrocchia “La Sacra Famiglia”. Il sacerdote che conosceva la produzione artistica dello scultore, gli affida la realizzazione di un’opera dedicata alla Sacra Famiglia. Dopo vari progetti la commissione parrocchiale sceglierà la proposta “La Sacra famiglia al lavoro”, che rappresenta il giovane Gesù intento nella costruzione di una grande ruota coadiuvato dal padre putativo Giuseppe e dalla madre Maria. Questo altorilievo è ultimato nel 1970. Per l’artista, alla felicità di un così bel nucleo familiare, si aggiunge la preoccupazione di crescere in modo decoroso i tre figli in tempi ben diversi da quelli della sua infanzia e giovinezza. Anche per questo continua senza tregua la produzione artistica alternando lavori creati dalla sua esigenza di uomo e d’artista, con opere commissionate da privati e da enti, che Piergiorgio non ritiene di minore livello, come qualcuno vorrebbe far credere. É il tema ad essere proposto ma lo svolgimento e l’interpretazione sono sempre il risultato della creatività dell’artista. Nella sua produzione artistica si servì di molte modelle, mai cercate tra le professioniste, troppo artefatte, ma tra le persone semplici scoperte nel territorio, soggetti reali che gli ispiravano emozioni tali da superare la stessa fisicità. Alcune modelle hanno posato in tempi diversi ad intervalli di anni e questo per esprimere l’identità e la diversità nello scorrere del tempo. Piergiorgio tuttavia non resta sempre chiuso nel suo “laboratorio” di scultura, sente anche il bisogno di conoscere, di “sentire” ciò che lo circonda: i declivi del Monte Grappa, i prati fioriti, gli alberi scossi dal vento, ecc. e li dipinge imprimendo nelle numerose tele la forza dei colori e delle sue ’emozioni. Nel frattempo realizza molte altre opere scultoree e bronzee nelle quali si ha un totale viraggio compositivo: dalle prime esili, fredde figure femminili create soprattutto da una certa moda fittizia, costruisce dalla pietra o dal bronzo figure formose, abbondanti ma che trasmettono una grande serenità e una grande voglia di vivere, che sono gli stessi valori fondamentali dell’artista e di tutto ciò che lo circonda, la famiglia con i grandi affetti circolari e la natura con la sua luce e la bellezza dei suoi colori.
Ho tratto queste righe dalle seguenti pubblicazioni:
L’opera di Piergiorgio Rebesco. Edizioni Acelum, 2005
Piergiorgio Rebesco di Lorenzo Bonfiglio in San Zenone terra di Artisti, Comune di San Zenone degli Ezzelini, 2011
A questi cenni biografici e artistici faranno seguito
– una carrellata delle opere più importanti in bronzo
– una relativa alle opere in marmo
– una terza delle opere pittoriche
Durante questo allestimento ho compreso come Piergiorgio Rebesco in ogni sua espressione artistica non mette solo la sua tecnica ma soprattutto le sue emozioni. Piergiorgio nelle sue realizzazioni soffia nella materia utilizzata (bronzo, marmo, colori) qualcosa di immateriale. Infatti in ogni bronzo, in ogni quadro ad olio e soprattutto in ogni marmo, osservando bene, vi è espressa una luminosità che non è reale, perché ha una intensità ed un coinvolgimento senza confini. (VB)
Piergiorgio Rebesco ci ha lasciato il 28 agosto 2020, dopo lunga malattia.