BASSANO DEL GRAPPA – REMONDINIA GIORGIO TASSOTTI E I REMONDINI

GIORGIO TASSOTTI E  I REMONDINI


di Vasco Bordignon

(Remondinia – nome già dato ad una mostra di stampe popolari  – evoca nella mia mente il variegato mondo del fenomeno Remondini. Con questo lavoro intendo iniziare un percorso culturale dei vari aspetti di questo fenomeno. E chi se non Giorgio Tassotti può essere l’iniziatore di questo viaggio culturale? Vi offro le prove!)


Giorgio Tassotti nasce  il 4 maggio del 1934. Prima del 1957 è giornalista presso la redazione del Gazzettino, attività iniziata già anni prima per mantenersi gli studi all’allora Istituto tecnico commerciale “ G. Vaccari”. Ma il lavoro di cronista non lo stimola abbastanza, si sente molto più attratto dall’ambiente della stampa e della pubblicità. Così nel 1957 decide di avviare una propria  impresa a ciclo completo nel settore della stampa e della grafica sopra il negozio dell’allora radio Zuccato, poi diventato libreria Scrimin e poi attuale negozio di abbigliamento.
All’inizio – mi racconta – si trattava di stampati pubblicitari per i negozi, volantini… e parlando di questa attività mi fa entrare nella grande sala della stamperia di Via SS. Lazzaro e Fortunato e si ferma e sfiora come una carezza quella che è stata la sua prima macchina da stampa un vecchio ciclostile  Gestetner. E ricorda ancora il primo lavoro: una serie di strisce riempite di messaggi pubblicitari disperse dall’alto di un palazzo in Piazza Libertà durante una sfilata di carri mascherati  a Carnevale. Successivamente, installata la prima macchina da stampa offeset, inizia a stampare anche per le aziende importanti di quel periodo  ad es. Elba, Calbros, Gasparotto, Pupa, Vimar, ecc.

Un altro fattore che in quegli anni viene a stimolarlo è stata l’attività del C.AB. il Circolo Artistico Bassanese (sorto il 6 giugno 1951) che  raccoglieva al Pick Bar della Luisa Giubilato gli artisti più impegnati di Bassano  Danilo Andreose, Gino Pistorello,  Ennio Verenini , Vito Pavan,   Federico Bonaldi,  Sergio Schirato,  Renata Bonfanti, Andreino Remonato, Natalino Andolfatto per citare i più famosi…  Infatti viene contagiato proprio da alcuni di questi artisti specie quelli che interpretavano ciò che oggi viene definita “arte popolare”: il contagio viene dalle ceramiche di Federico Bonaldi, dagli intarsi di Andreino Remonato, dai giochi cromatici delle scenografie di Sergio Schirato, da una cuccagna umana realizzata da Giuseppe Lucietti posta sul mobile più importante dell’ufficio progettato da Sergio Schirato.

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Frontespizio del catalogo della mostra dei Remondini calcografi stampatori bassanesi del 1958 composto con il piombo originale remondiniano

 Nel 1958, ancora al Gazzettino, viene incaricato di seguire la mostra dei Remondini organizzata da Gino Barioli  al Museo Civico.  La visita più volte, si sofferma sulle stampe popolari, sulla carta da parati, sui legni per la stampa a più colori … Rimane affascinato da questa mostra e per ore ed ore sosta davanti a queste tavole perché sentiva di dover ascoltare, sentiva che da loro uscivano dei messaggi ben precisi. In particolare la stampa “Paese di Cuccagna” lo  “strega” e la studia a lungo, legge tutto quello che è scritto su di essa e sui paesi di “Cuccagna” in generale.

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Il paese di cuccagna

Nel 1979 riesce ad acquistare un originale di quella stampa in perfette condizioni con la colorazione dell’epoca, dalla quale trae copie anastatiche poi colorate a mano.  Il risultato è eccezionale. Da allora in poi è una ricerca continua di tutta la produzione della stamperia Remondini, e comincia a girare, a visitare  vari musei alla ricerca del passato e delle opere dei Remondini e soprattutto a capire il perché di quel grande successo imprenditoriale.

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Achille Bertarelli (da www.bertarelli.org)

Resta affascinato soprattutto dal Museo di stampe popolari o di arte povera a Milano intitolato ad Achille  Bertarelli grande cultore e raccoglitore instancabile di tutte le espressioni  dell’arte povera.  Nel 1893 il Bertarelli aveva comprato dai cartolai Menegazzi “3 quintali di stampe remondiniane per lire 350”. Numerose di queste stampe si trovano ora nella raccolta “Bertarelli” in Castello Sforzesco a Milano.
Sempre più convinto della grandezza dei Remondini e della necessità di riproporli affrancandoli dall’oblio culturale, soprattutto italiano, in cui erano caduti, Giorgio  Tassotti inizia ad affiancare alla produzione routinaria per terzi (aziende, artisti, ecc.)  l’attività editoriale delle  più belle e significative stampe e delle carte decorate (di cui parleremo più avanti) dei Remondini e a riproporle nelle varie fiere soprattutto estere (in particolare in Germania e  in Belgio…) riscuotendo un grande interesse.
Parlandomi delle opere a stampa, mi ricorda  come i Remondini siano stati degli intenditori e collezionisti  di opere a stampa dei più grandi autori italiani, francesi e tedeschi (Dürer in primis).  Tale collezione, composta di 8500 fogli,  è stata donata alla “Pubblica Biblioteca” di Bassano  per disposizione del 26 luglio del 1849, poco prima di morire, di Giambattista Remondini “per assecondare anche il desiderio del mio buon genitore”.

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esempio di carta decorativa remondiniana 

Assieme alle stampe, anche  le carte decorate avevano rappresentato un altro grande capitolo delle attività dei Remondini. Che fine avevano fatto i legni originali? Alla chiusura di tutte le attività  i caratteri e i torchi  furono acquistati in parte da Gaetano Longo di Vicenza, e in parte finirono da Sante Pozzato un ex-dipendente che si dedicò alla stampa esclusivamente per conto terzi;  i legni delle carte furono vendute in stock alla stamperia Molina di Varese  la quale utilizzò i vari legni con l’aggiunta di propri particolari  (ad es. il caratteristico giglio fiorentino) dando origine alla stampa della cosiddetta “Carta di Varese” sulla falsariga delle carte remondiniane dal  1888-1889  fino ad almeno il 1930, anche se chiuse definitivamente nel 1980.

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Giorgio Tassotti 

Tassotti anche in questo settore cerca, studia, seleziona e ripropone le carte decorate non solo basandosi su questi legni ma creando anche nuove composizioni utilizzando la tecnica alla “spugna” appositamente modellata e utilizzata dai ceramisti per la decorazione dei piatti popolari.
In questo grande e fecondo periodo delle attività della propria impresa, Giorgio Tassotti  inizia a sviluppare e poi a concretizzare l’idea che  i Remondini dovevano avere un loro Museo proprio a Bassano, la città che aveva dato loro l’opportunità di diventare una delle più grandi imprese di sempre.  Doveva smuovere la città, doveva smuovere la cultura bassanese ancora distaccata da questa possibilità, tanto che durante la mostra del 1958 al Museo, gli eredi dei Molina  che avevano preso contatti col direttore Gino Barioli, avevano offerto i legni remondiniani delle carte da parati… che però per vari motivi restarono nel porticato, ricoperti da una telo forse di plastica per le intemperie, per anni. 
Poi nel 1966 arrivò a Bassano il nuovo direttore del Museo:  Bruno Passamani di origine trentina, che già conosceva, per via dei Tesini venditori ambulanti, il fenomeno editoriale dei Remondini, e  così nel 1971 realizzando a Palazzo Sturm  la mostra espositiva “Stampe per via” cerca di  dare nuovo interesse a questo fenomeno imprenditoriale.

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la prima pubblicazione sui Remondini

Nel 1980 lo stesso Tassotti in collaborazione della Libreria Scrimin pubblica la prima ricerca  “scientifica” sulla stamperia Remondini: si trattava della tesi di laurea di Mario Infelise.
Passano altri dieci anni prima di trovare un altro significativo intervento culturale sui Remondini: la mostra a Bassano del Grappa “Remondini. Un editore del Settecento” dal 26 maggio al 20 settembre 1990, con un catalogo della mostra pubblicato da Electa assai corposo e approfondito in tutti i vari aspetti di questa stupefacente impresa bassanese.

Giorgio Tassotti non  sta a guardare e rilancia con una nuova iniziativa: nell’aprile del 1992 fonda l’Associazione  Scuola di Grafica “A. Remondini”: mette insieme vari artisti per corsi di grafica aperti a tutti per stimolare le persone e indirettamente anche i maggiorenti della Città perché  prendano coscienza del fenomeno Remondini.

La scuola oltre che corsi formativi di incisione organizza per oltre dieci la mostra mercato “Remondinia” ospitata nel chiosco del Museo, l’unica rassegna in Italia dedicata alle stampe popolari.

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la sede della Carteria Tassotti 

Non solo, nel 1992 apre in via Ferracina n.16/18 la prima Carteria Tassotti,  il negozio dove si può apprezzare quanto realizzato prima dai Remondini e ora da Tassotti. Ampio spazio è dedicato all’esposizione di parte della raccolta personale del Tassotti di originali remondiniani. Accennerò più avanti alle varie proposte commerciali presenti.

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frontespizio degli atti del 2001 di Bassano

Nel 2000 riesce a portare a Berlino l’allora assessore alla cultura prof. Giorgio Pegoraro e il precedente Luciano Fabris al Congresso Europeo di stampe popolari Bild Druck Papier. Li conduce poi a visitare il Museo berlinese della cultura europea. Durante la visita i due autorevoli rappresentanti del Comune  restano attoniti  quando visitano un settore completamente dedicato ai Remondini e con una certa sorpresa  … vi era scritto che i Remondini non erano scomparsi …  ma continuavano  con  Giorgio Tassotti! (I tedeschi avevano già compreso tutto!).  Iniziano così a rendersi conto  che Bassano ha un patrimonio almeno per così dire non sfruttato, e l’anno successivo  Bassano ospita il Congresso Europeo di stampe popolari (Arbeitskreis Bild Druck Papier, Bassano 2001, pubblicato poi nel 2003).

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logo del Museo Remondini 

Nel 2007 finalmente dopo anni di preparazione nasce il Museo Remondini (assolutamente da visitare!).

Chiedo se vi è una intuizione, un’idea in questa straordinaria avventura dei Remondini. Tassotti mi risponde che l’intuizione è stata quella di capire che era giunta l’epoca in cui anche la povera gente voleva conoscere, magari non sapeva ancora leggere, però restava attratta dalle figure non solo religiose ( santi e madonne) ma anche profane (cani, gatti, mondi alla rovescia, ecc). I Remondini avevano compreso che era iniziata l’epoca della immagine e del suo valore commerciale.
 Mi lascia alla fine raccontandomi una interessante analogia numerica da parte di uno storico particolare quale Lucio Saffaro (Trieste 1929 – Bologna 1998), che  ha fatto questa analogia tra Remondini e Tassotti:
1634 nasce Antonio Remondini il fondatore della stamperia , nel 1934 nasce  Giorgio Tassotti
1657 inizia l’avventura dei Remondini; nel 1957 inizia quella di Tassotti!
Casualità dei numeri!


Fonte documentale principale: Colloquio-intervista con il signor Giorgio Tassotti. Lo  ringrazio per la sua cortesia e disponibilità 

ed inoltre per alcuni dettagli o date: 
Infelise Mario. I Remondini di Bassano. Stampa ed Industria nel veneto del settecento. Tassotti Editore con la collaborazione della Libreria Scrimin, Bassano 1980.
I Remondini. Mostra dei Remondini Calcografi Stampatori  Bassanesi. Vicenzi, Bassano, 1958
L’Illustre bassanese , n.23 maggio 1993. “I Remondini. E se non avessero chiuso bottega”  di Giorgio Tassotti. Editrice Artistica Bassano, 1993.
L’Illustre bassanese. Numero speciale in ccasione della mostra del Circolo Artistico Bassanese, 12/91. Editrice Artistica Bassano, 1991.
Magagnato Licisco (a cura di). Stampe popolari venete dal secolo XVII al Secolo XIX. Neri Pozza Editore, Vicenza, 1959.
Minchio Andrea (a cura di). Fra Pedemonte e Valbrenta. Pagine di storia, cultura e natura selezionate tra i servizi più belli di Bassano News (Annate editoriali 1994-2011)
Museo Remondini, Guida. Bassano del Grappa, 2007

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