Tutto nasce in sostanza il 22 agosto 1962 quando il Vescovo di Padova Mons. Girolamo Bortignon nomina un Vicario Cooperatore a Fellette (di Romano d’Ezzelino) per la zona del Sacro Cuore. Tale zona allora, per chi veniva dai centri vicini, sembrava in capo al mondo: campi, tanti, filari di viti, tanti, numerosi alberi e poche case.
A dimostrazione l’immagine della via principale di questa zona.
Il 5 settembre arriva questo vicario nella persona di don Ottaviano Menato, che non si perde d’animo, anzi è pieno di entusiasmo e di capacità umane e religiose.
Il 17 febbraio 1963 un’assemblea della popolazione decide la costruzione di una chiesa.
il 26 ottobre 1963 viene approvato il disegno dell’Ing. Arch. Michele Caretta.
17 novembre 1963 giovani e uomini tutti, eccetto gli anziani, raggiungono il Brenta e caricano di sassi sei camion. I sassi servono per le fondamenta della chiesa che furono scavate il 14 e il 15 dicembre 1963 sotto una bufera di neve.
Il 13-18 gennaio 1964 si gettano le fondamenta della chiesa: vi partecipano almeno cento uomini.
Il 30 giugno 1964 riprendono alacremente i lavori e così il 15 luglio si benedice e si posa la prima pietra.
la benedizione della prima pietrai lavori procedono alacremente
anche l’interno prende forma
La chiesa è terminata
Negli undici mesi successivi vengono alzati i muri mattone dopo mattone (164.000 mattoni) con una ammirevole unità tra tutta la popolazione che conta 463 abitanti.
Il 27 giugno Il vescovo benedice la nuova chiesa, promettendo di erigere una nuova Parrocchia autonoma da Fellette.
Il 24 giugno 1965 il vescovo firma il decreto di erezione della Zona Sacro Cuore a Parrocchia con titolo “Parrocchia di S. Cuore di Romano”.
L’11 settembre don Ottaviano è il primo parroco.
don Ottaviano Menato
Don Ottaviano Menato, il «prete poeta», noto per il suo impegno pastorale, era nato a Casale di Scodosia il 18 maggio 1927. Venne ordinato sacerdote nel 1952 e dopo le prime esperienze pastorali a Conselve, Pontelongo e Montegrotto, nel 1962 giunse a Fellette di Romano d’Ezzelino. Specializzatosi in psicologia alla Lateranense di Roma, giornalista, ha scritto svariati articoli e lo splendido volume «Civiltà veneta, radici contadine». Nel 1992, nominato parroco della Guizza, vi è rimasto fino al 2002. Ritiratosi alla Mandria, è stato seguito con grande affetto dai suoi famigliari fino alla sua morte, avvenuta il 30 marzo 2010. Don Ottaviano Menato è conosciuto anche come poeta, tutto immagini, ricordi e sentimenti. Ha vinto diversi premi nazionali e nel 1986 quello internazionale Garcia Lorca di Roma.
Nel 1966 la chiesa viene unita alla Casa-Canonica e nel piazzale della canonica viene inaugurano un Monumento per i caduti delle grandi guerre.
Nel 1967 iniziano i lavori per la Scuola Materna, che sarà benedetta nel novembre del 1968.
Nel 1970 nell’occasione di avere un nuovo sacerdote di questa zona, la comunità si mette in moto per abbellire la chiesa che era rimasta allo stato rustico. Si decide pertanto di iniziare i lavori dal Presbiterio, che vengono ultimati per la consacrazione di un nuovo sacerdote locale.
Questo presbiterio contiene delle opere dell’artista padovano prof. Luigi Strazzabosco quali il Crocefisso in legno, il tabernacolo sporgente da una mandorla, in rame, e anche il paliotto con l’ultima Cena in marmo per l’altare non visibile nella foto, ma che sarà posizionato successivamente.
il presbiterio del 1970
Anni 1973 – 1975 sono gli anni del completamento interno ed esterno della chiesa. Oltre alla sistemazione della struttura (capriate, soffittatura) la chiesa viene abbellita con una pavimentazione di cotto fiorentino “fanniti”, con un rivestimento in legno ”noce Daniela” delle pareti, con vetrate istoriate del presbiterio e delle navate, e con altre opere artistiche religiose quali la via crucis, l’ambone, statue della Madonna e del Sacro Cuore (vedi oltre). Anche l’esterno viene abbellito col rivestimento in cotto fiorentino Impruneta con fasce in pietra di Custoza, all’entrata un grande pannello del “ Discorso della Montagna”, soffitto in legno del soffitto all’ingresso della Chiesa e altri nelle strutture adiacenti (gradinate, perimetro, ecc.)
Il 3 maggio 1975 la Chiesa viene consacrata.
Negli anni successivi la Chiesa si arricchirà di altre opere quali l’acquasantiera all’ingresso e quelle laterali e infine del fonte battesimale arricchito di altre realizzazioni scultoree.
LA CHIESA OGGI
L’ESTERNO
lato sud-est
lato nord-est
la facciata d’ingresso (lato est)
lo sdoppiamento della facciata anteriore
La chiesa è posizionata sull’asse ovest-est. La facciata anteriore è suddivisa in due parti: la parte inferiore con la porta d’ingresso “monumentale”, e la parte superiore con il grande pannello di Gesù e del suo “discorso sulla montagna o delle beatitudini”. (vedi oltre). Le pareti sud e nord sono interrotte da due piccole appendici murarie che permettono all’interno della chiesa la presenza di due nicchie ove sono posizionate statue votive e uno spazio per la cantoria. Le due facciate laterali arricchite da lunghe fasce decorative terminano in alto con una sequenza di finestrelle colorate che danno una discreta luminosità interna.
Come detto la facciata est o anteriore è suddivisa in due parti. Rivedendola più volte mi ha dato una vaga idea che tale struttura evochi in un certo senso la struttura di alcune vecchie case contadine nelle quali la parte inferiore, più bassa, rapprentava lo spazio vitale della famiglia, di solito numerosa, e al di sopra si apriva uno spazio più ampio che di norma era il fienile o lo spazio di raccolta e mantenimento di vari prodotti della terra.
Il grande pannello della facciata anteriore, rappresentante Gesù sulla montagna delle beatitudini. L’opera, del 1973, misura 760x350x18 cm; i materiali utilizzati sono refrattario o gres ingobbiato con smalti colorati e oro. L’autore è Amedeo Fiorese (vedi biografia).
LE BEATITUDINI DELLA MONTAGNA
“Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: ”Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.”
L’INTERNO
L’interno della chiesa è assai semplice, costituito da un’unica navata che si apre sia a dx che a sx in piccoli spazi ove sono state posizionate la statua del Sacro Cuore di Gesù ed una spazio per la cantoria a dx, e a sx la statua di San Giuseppe e della Madonna con Gesù, spazi già menzionati nella descrizione esterna.
Appena entrati dalla porta principale, incontriamo subito un’acquasantiera, in refrattario ingobbiato con smalti e oro, opera di Amedeo Fiorese del 1977. Dimensioni: 100x 44 cm. L’opera che ci accoglie rappresenta il battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano mentre Giovanni il Battista vestito di pelli sparge l’acqua sul capo di Gesù. Nelle pareti laterali vi è l’acqua che sgorga, segno dell’abbondanza delle grazie di Dio.
dettaglio del battesimo
Proseguendo verso il presbiterio, alla nostra dx troviamo la statua del Sacro Cuore, mentre a sx la statua di San Giuseppe e della Madonna.
A dx al posto di una seconda statua vi è uno spazio per la cantoria.
LA STATUA DEL SACRO CUORE DI GESU’
Questa statua del 1975 è di Piergiorgio Rebesco. E’ in marmo, con le seguenti dimensioni 180x45x35 cm.
Rebesco fa uscire dal cuore di Gesù un flusso di sangue, segno del suo amore totale per noi.
Da segnalare l’infinita dolcezza di Gesù e la straordinaria tecnica di esecuzione.
LA STATUA DI SAN GIUDEPPE
Statua di San Giuseppe, opera di Amedeo Fiorese del 1981. Il Santo benedicente tiene con la mano destra un’asse segno del suo lavoro di falegname. Il suo sguardo rivela grande dignità nell’essere strumento della volontà di Dio. E’ in refrattario, smalti e ori. Misura 181x85x40 cm.
LA STATUA DELLA MADONNA CON BAMBINO
Madonna con Bambino. Dimensioni 185x50x30.
L’opera rappresenta la Madonna con Gesù su una poppa di una nave: la madonna è colta nell’atto di offrire suo figlio ai fedeli.Viene attribuita allo studio Berger di Milano.
la VIA CRUCIS
Lungo le pareti si snodano le formelle della Via Crucis, opere di Amedeo Fiorese del 1973. Ogni stazione misura 50×30 cm, è in refrattario ingobbiato e smalti. L’autore con grande spirito innovativo riesce a trasmetterci profonde emozioni nel dipanare pannello dopo pannello la via dolorosa che porta Gesù al Golgota.
PRIMA STAZIONE : Gesù è condannato a morte
SECONDA STAZIONE : Gesù è caricato della Croce
TERZA STAZIONE : Gesù cade per la prima volta
QUARTA STAZIONE : Gesù incontra sua MadreQUINTA STAZIONE : Simone di Cirene porta la croce di Gesù
SESTA STAZIONE: Veronica asciuga il volto di GesùSETTIMA STAZIONE : Gesù cade per la seconda volta
OTTAVA STAZIONE : Gesù incontra le donne di GerusalemmeNONA STAZIONE : Gesù cade per la terza volta
DECIMA STAZIONE : Gesù è spogliato delle vestiUNDICESIMA STAZIONE : Gesù è inchiodato sulla croce
DODICESIMA STAZIONE : Gesù muore sulla croceQUATTORDICESIMA STAZIONE : Gesù è deposto dalla croce
QUINDICESIMA STAZIONE : Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro
IL PRESBITERIO
Il presbiterio è il luogo più importante della chiesa. In esso vi troviamo varie strutture ognuna delle quali con un preciso significato religioso.
Alla nostra sx vi è l’ambone: da esso la parola di Dio viene trasmessa a tutti i fedeli. L’ambone è arricchito nel lato verso il pubblico da un pannello ceramico, opera di Amedeo Fiorese del 1973. Misura 90×78.
Nelle due immagini sottostanti evidenziano alla nostra dx l’ampia zona dove è situato al centro il fonte battesimale, che è circondato da tre opere che richiamano alla fede partendo a sx dall’albero del bene e del male, in mezzo vi è il dono dello Spirito Santo e alla dx la presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme.
immagine d’insieme della zona battesimale (vista di fronte)
immagine d’insieme della zona battesimale (vista da lato sud)
L’ALBERO DEL BENE E DEL MALE
L”albero del bene e del male ricorda il peccato di Adamo ed Eva. L’autore (Amedeo Fiorese) simboleggia il male con l’immagine del serpente e poi simboleggia la vittoria del bene a mano a mano che si sale nel percorso di purificazione (materializzato dall’ascesa verso l’alto) con squilli di tromba.
Quest’opera è datata 1981, e misura 200×50 cm, ed è realizzata in refrattario, smalti e oro.
LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO
Attraverso il dono dello Spirito Santo (che scende dalla montagna) si ha la forza di realizzare le beatitudini mediante le quali ogni cristiano realizza il regno dei cieli. Nella figura centrale Gesù dà l’esempio abbracciando i più deboli, i bambini. L’opera di Amedeo Fiorese è del 1981, misura 100x150x18 cm. E’ realizzata in refrattario, smalti e oro.
LA PRESENTAZIONE DI GESU’ AL TEMPIO
Maria e Giuseppe seguendo la legge portano Gesù al tempio dove vi è l’incontro con il vecchio sacerdote Simeone e con la profetessa Anna, significando come sia necessario per ogni cristiano adempiere alle norme della Chiesa. E’ opera di Amedeo Fiorese del 1981, misura 120x100x7 cm; è realizzata in refrattario, smalti e oro.
IL FONTE BATTESIMALE
lato est, con la dicitura “Chi crede in me avrà la vita”
lato ovest, la strada che porta alla redenzione attraverso la Crocifissione e morte, qui evidenziata dalle tre croci presenti sul Golgota, è stretta
lato nord con la Resurrezione di Gesù: Gesù vince la morte e circondato dagli Angeli abbandona il sepolcro, mentre le guardie dormono
lato sud, con l’immagine del sepolcro vuoto e le pie donne in angoscia, non sanno ancora che Gesù è risorto
L’ALTARE
Al centro del presbiterio vi è l’altare sacramentale che sembra congiungersi materialmente con il Tabernacolo e con la grande Croce di Cristo Crocefisso.
Il crocefisso è opera di Luigi Strazzabosco del 1969, ed è in legno. Le misure non sono note, anche se – come si vede – sono notevoli.
Il paliotto dell’altare ci offre l’atmosfera dell’ultima cena dove Gesù si offre a tutti noi nel pane e nel vino, che nella santa Messa diventeranno vera carne e vero sangue di Gesù.
L’autore, Luigi Strazzabosco, coglie l’attimo dello spezzare del pane attorniato dai suoi discepoli. L’ opera marmorea misura 80x110x65 ed è datata 1969.
Per la biografia di Amedeo Fiorese vedi la sezione Bassano del Grappa alla voce Persone – FIORESE AMEDEO
Per la biografia di Luigi Strazzabosco vedi la Sezione Personaggi, Biografie e altro alla voce STRAZZABOSCO LUIGI
Fonti documentali
Catalogo generale delle opere di Amedeo Fiorese. Primo volume. Testi di Paolo Levi. Editoriale Giorgio Mondadori, 2007.
Sacro Cuore di Romano d’Ezzelino. Una comunità in cammino. Le tappe 1965 -1990. A cura di Ottaviano Menato. Edizioni Il Nuovo Ezzelino, Romano d’Ezzelino, 1990.
Luigi Strazzabosco. Sculture dal 1923 – 1980. Comune di Padova. Assessorato ai Beni Culturali. Palazzo della Ragione 18 maggio – 13 luglio 1980.
Vari articoli in Internet.
Ringrazio per la collaborazione il Prof. Gabriele Farronato.