NOTE STORICHE SUL DUOMO DI ROSSANO VENETO
a cura di Vasco Bordignon
La prima vera menzione della chiesa di Rossano Veneto è del 1297, quando viene citata nei registri della decima papale come ecclesia de Roxano. Altri richiami a questa chiesa sono del 1395, del 1431, del 1476 quando la suddetta versava alla chiesa madre (la Pieve di Santa Maria di Bassano) un “tributo” a lei spettante e tale pratica era ancora in essere anche alla fine del Settecento.
Da un documento dell’Archivio diocesano di Vicenza relativo alla visita pastorale del 3 giugno 1537, risulta che la chiesa di Rossano era già da tempo parrocchia, dedicata alla natività della Beata Vergine Maria.
La vecchia chiesa di Rossano fu distrutta da un incendio la notte del 10 agosto del 1719 che ne lasciò in piedi solo le mura perimetrali. Ne riportiamo l’avvenimento descritto dal bassanese Zerbino Lugo: “Adì 10 agosto 1719 in giovedì festa di San Lorenzo nella villa di Rossano, territorio bassanese, doppo esser venuto il focco (fuoco) per aria, et haver incendiato molti casoni, finalmente nella serra (sera) del giorno suddetto ad hora due in circa di notte, per quanto vien detto, entrato detto focco nella chiesa ed impizato (preso fuoco) l’altar maggiore, ha questo tutto incendiato et reduto quasi che in cenere, anco il tabernacolo, qual era di pietra, cioè tutto infrantò; a questo lume accorsevi alcuni, che non dormivano, et avisati li religiosi, quali intrati in chiesa hanno osservato che detto focco si è patito (diviso), cioè alcune faccele (fiammelle?) era andate nelle travature della chiesa et quelle impizzate ha reduto il tutto in cenere, di modo che tutti li altari e banchi hanno perito, restati in piedi li muri, tutti daneggiati.” Il campanile non fu danneggiato e continuò a funzionare come prima: si trovò però – rispetto alla nuova chiesa – a nord della medesima, mentre prima si trovava a sud.
la facciata della primitiva chiesa come si può vedere oggi, anche se in parte occultata
Data l’immane distruzione, si scartò subito l’idea di ricostruirla nello stesso luogo e ben presto vennero delimitate le fondamenta della nuova chiesa qualche metro più a sud. La nuova chiesa, dato l’aumento della popolazione, venne progettata più grande della precedente ed rimase dedicata alla natività della Beata Vergine Maria. In quel tempo la popolazione era di circa 2250 anime.
Purtroppo la documentazione relativa a questa chiesa, cioè l’architetto, le maestranze, i materiali, le attribuzioni delle opere di abbellimento o di devozione, i costi, i tempi di realizzazione, ecc. è stata distrutta con la perdita dell’archivio comunale del 1946, nel quale vi era la succitata documentazione perché in quell’epoca la chiesa era proprietà comunale. Comunque per gli esperti il progetto viene attribuito all’architetto veneto Giorgio Massari (Venezia 13-10-1687 – 20-12-1766).
Nella ricostruzione partecipò a vario titolo tutta la popolazione tanto che il 15 dicembre del 1722 venne benedetta, anche se non del tutto completata internamente, da don Lelio Contesino vicario vescovile di Vicenza, perché in quel tempo Rossano faceva parte della diocesi di Vicenza.
Successivamente i lavori soprattutto interni della chiesa andarono un po’ per le lunghe, anche per un certo raffreddamento del fervore popolare precedentemente espresso. Nel 1746 venne ultimata e il 16 ottobre dello stesso anno venne consacrata dal vescovo Antonio Marino Priuli (Venezia 17-08-1700 – Treville di Castelfranco Veneto 26-10-1772) donando all’altare maggiore le reliquie dei santi martiri Vittrice, Ventura e Modestino.
la facciata della primitiva chiesa settecentesca
Venne insignita del titolo arcipretale nel 1761. La chiesa è rispetto alle altre del territorio assai peculiare: ha un’unica grande navata rettangolare con i quattro angoli arrotondati e la volta a vela dall’ampia incurvatura con numerosi stucchi di abbellimento, oltre agli altari, confessionali, dipinti, le due piccole navate a lato del l’interessante presbiterio arricchito da un pregevole altare e da un interessante cupola.
Nel 1818 con la bolla “De salute Dominici gregis” del 1° maggio Pio VII la staccò dalla diocesi di Vicenza e la incorporò a quella di Padova.
Nel 1908 per l’aumento del numero di fedeli la chiesa venne allungata e per far questo fu demolita la vecchia facciata settecentesca in stile barocco. La nuova ne ha ricuperato alcuni elementi architettonici tra cui i quattro evangelisti che si trovavano in alto sopra la facciata ed ora si trovano al centro dentro quattro nicchie.
la chiesa dopo i lavori di adeguamento del 1908
All’interno sopra la porta centrale si installò il nuovo organo con cantoria su perfetta imitazione della precedente che si trovava sopra la porta sud , dove non si può non vedere il grande paramento con re David che suona l’arpa (immagine sottostante).
Il battistero che si trovava sulla mensa dell’altare di san Giovanni venne rimosso e spostato in fondo alla chiesa sul lato sinistro sotto la cantoria.
Dalla navata si diede accesso alle due sacrestie aprendo un varco, creando così due nuovi ambienti laterali per i fedeli e aprendoli anche verso il presbiterio con una serie di arcate. I due altari che erano collocati contro le pareti curve, dove si sono aperti i varchi, furono trasferiti a fine navata l’uno difronte all’altro. Come vedremo nel prossimo lavoro, attualmente la chiesa presenta tre altari per lato, così disposti: nel presbiterio l’altare maggiore con ciborio in marmo e pala della natività della Beata Vergine Maria, e entrando, sul lato destro partendo dall’altare maggiore, altare del Sacro Cuore, di san Giuseppe e poi san Francesco d’Assisi, sul lato sinistro altare dell’Immacolata, di san Giovanni e poi san Antonio di Padova. Le nuove sacrestie furono costruite dietro l’abside con accesso dalle due navate laterali ricavate.
Nel 1923/1924 si rinnovarono alcuni altari con delle nuove statue e precisamente quello del Sacro Cuore, san Francesco e san Antonio da Padova che prima erano dedicati ad altri santi.
Durante le due guerre del 1915-1918 e del 1945 la chiesa non subì alcun danno.
Nel 1975 venne eseguito il primo restauro, e il 2 febbraio del 1981 venne elevata a dignità di Duomo. Il campanile è alto circa 37 metri ed è dotato di tre campane, la più grande pesa 1726 kg ed è del 1929. Una lapide esterna ricorda l’ultimo restauro del 1994. Anche la facciata ebbe un restauro nel 2005.
Fonti documentali
www.parrocchiarossano.it/s.d.html
La Diocesi di Padova nel 1972 – Tipografia Antoniana, Padova.
Lunardon Marin Clelia – Rossano Veneto – Scampoli di storia e di vita. Editore Moro, 1990 (da questo libro sono state tratte le tre immagini in b/n)
Tonietto Stefano – Commune et homines villae Rossani, Vol. I, Rossano Veneto dalle origini al 1815. Biblos Edizioni, 2006
pubblicato 13.12.2018