IL DUOMO OGGI
di Vasco Bordignon
L’ESTERNO
Iniziamo con le immagini esterne della chiesa e del campanile.
la chiesa è disposta in asse est-ovest: questa è la facciata che possiamo vedere dal piazzale sottostante, spazio dedicato al mercato
la fascia centrale è rappresentata da 4 nicchie all’interno delle quali troviamo le statue dei quattro evangelisti (da sx a dx : Matteo, Marco, Luca e Giovanni) con i loro simboli, in parte rovinati dall’età e dalle intemperie.
lato nord della chiesa e del campanile lato sud ed ovest della chiesa il campanile visto da est e da ovest
Come già scritto nel lavoro precedente, Il campanile è alto circa 37 metri ed è dotato di tre campane, la più grande pesa 1726 kg ed è del 1929.
L’INTERNO
La chiesa è del tutto particolare: ha un’unica grande navata rettangolare con i quattro angoli arrotondati e la volta ad ampia curvatura, ribassata e lunettata, con numerosi stucchi di abbellimento, oltre agli altari, confessionali, dipinti, le due piccole navate a lato del l’interessante presbiterio arricchito da un pregevole altare e da un interessante cupola.
Interno della chiesa: visione dall’ingresso verso il presbiterioInterno della chiesa: visione dal presbiterio verso l’uscita, sopra la quale si trova l’organo e la cantoria
LA NAVATA
Le due pareti nord (a dx ) e a sud (a sx) e lo spazio curvilineo della volta separato da un cornicione perimetrale dalle sottostanti pareti murarie sono tra loro combacianti, in quanto la struttura che si vede a nord corrisponde ad un’altra simile struttura a sud: ad esempio vetrata con vetrata, affresco con affresco, dipinto con dipinto, altare con altare, confessionale con confessionale, ecc. Pertanto metteremo i vari elementi di dx assieme a quelli di sx , a mano a mano che ci avviciniamo al presbiterio partendo dall’ingresso della chiesa illustrando gli elementi che maggiormente mi hanno colpito.
Superato il portone d’ingresso, prima di entrare in chiesa attraverso una pregevole bussola in legno di noce opera recente di Sebastiano Zilio, troviamo sulla sx il fonte battesimale, in marmo bianco, dal quale spicca, alla sua sommità, la statua di San Giovanni Battista, che appare sproporzionata rispetto alla struttura marmorea inferiore .
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Appena superata la porta d’ingresso sia a dx che a sx troviamo inferiormente delle iscrizioni lapidee in latino (assai scolorite e quindi poco leggibili) dove, a nord, documentano la consacrazione di questa chiesa in onore della Natività della Vergine Maria, chiesa che era stata distrutta da un incendio nel 1719, e a sud documentano l’allungamento della chiesa nel 1908, il restauro del tetto e delle pitture, e alla costruzione delle attuali sacrestie del 1922.
Più sopra , sia a dx che a sx , vi sono due dipinti.
A nord-ovest CRISTO CROCIFISSO TRA LA VERGINE E SAN GIOVANNI EVANGELISTA, 220×110 cm. Viene considerato una copia dal Perugino con varie differenze: nel Perugino accanto alla croce vi è San Gerolamo con accanto il leone e non San Giovanni; nel Perugino la Madonna è vestita tutta di nero mentre nel nostro la veste della Madonna è rosso-violaceo e il mantello scuro; nel Perugino le figure della Madonna e di San Gerolamo sono slanciate, alte mentre in questo sono abbassate, quasi compresse verso il basso.
A nord-est LA MADONNA DELLE ARPIE, 220×110 cm. L’autore non è conosciuto. Viene considerato copia da Andrea del Sarto, anche se le differenze sono evidenti: in quella originale ai piedi del trono della Vergine vi è San Giovanni Evangelista e San Francesco, mentre in questo dipinto vi è solo la Madonna con aggrappato a lei Gesù Bambino e due angioletti ai suoi piedi anch’essi aggrappati alla veste della Madonna. Viene chiamata Madonna delle Arpie per gli esseri dipinti sul basamento del trono, recentemente interpretati come cavallette che vengono proprio richiamate nell’Apocalisse di San Giovanni Evangelista a tormentare gli uomini senza il sigillo di Dio.
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Procedendo dall’alto al basso troviamo sia a nord che a sud un affresco sopra il cornicione perimetrale, più sotto una vetrata a colori prevalentemente celesti, e più sotto un dipinto.
a nord Gesù tentato dal diavolo e a sud Gesù con Pietro pescatore e la sua barcaQueste vetrate quadrangolari (di dx e di sx), come anche le altre di tipo ovoidale che incontreremo sono state disegnate da Luigi Bizzotto per la vetreria Marconi di Bassano del Grappa nel 1934.
Sotto le vetrate troviamo due dipinti che sono stati aggiunti quando nel 1908 la chiesa è stata allungata di 12 metri. Gli autori non sono conosciuti.a nord : San Biagio che guarisce una bambina dal mal di gola (olio su tela, 140×140 cm) – a sud San Gregorio Barbarigo attorniato da adolescenti sul cui capo posa la sua mano in segno di benedizione e di protezione (olio su tela, 140×140 cm).
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Andiamo ancora avanti e troviamo a nord e a sud sopra il cornicione perimetrale una vetrata ovoidale con al centro simboli religiosi, e sotto al cornicione perimetrale troviamo a nord l’altare di San Francesco e a sud l’altare di Sant’Antonio da Padova.
la prima vetrata ovoidale a nord e la prima vetrata ovoidale a sud dall’ingresso
Questi due altari si trovano prima della attuale collocazione datata 1923 proprio al di sopra dei gradini che ora consentono l’accesso alle due navatelle o piccole navate. L’allora arciprete don Gaspare Marangon fece costruire due nuove sacrestie più ampie e fece aprire le due piccole navate a fianco del presbiterio. Per realizzare questo spostarono in fondo alla chiesa i due altari suddetti. Le due statue lignee di San Francesco e di Sant’Antonio sono state poste rispettivamente nel 1923 e nel 1924.
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A seguire sia a nord che a sud, dall’alto al basso, riscontriamo sopra il cornicione perimetrale altri affreschi , quindi una nuova vetrata quadrangolare (a dx opacata, mentre a sx lumisosa), e a seguire un dipinto posto al di sopra di un “monumentale” confessionale ligneo.a nord l’angelo con il calice della Passione di Gesù e a sud l’orazione di Gesù nell’orto degli ulivi mentre i discepoli dormono.
(sopra) A nord sopra il primo confessionale dall’ingresso vi è questo dipinto dove Panacea de’ Muzzi è presentata nel momento in cui viene martirizzata dalla matrigna. Non può essere Santa Germana Cousin in quanto storpia di un braccio fin dalla nascita non poteva certamente filare la lana, come indicato dalla presenza del dipinto di vari strumenti di quel lavoro. Il dipinto misura 140×140, olio su tela. Viene attribuito recentemente al pittore Pasqualotto Costantino (1681-1755)
(sotto) A sud sopra il primo confessionale dall’ingresso, vi è un altro dipinto: Santa Margherita di Antiochia di Pisidia che cerca di resistere alle intimidazioni del Governatore che si era invaghito della fanciulla. Il dipinto misura 140×140 cm, olio su tela. Viene attribuito recentemente al pittore Pasqualotto Costantino (1681-1755)
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Procediamo oltre. Al di sopra del cornicione perimetrale una seconda vetrata ovoidale con altri simboli religiosi al centro sia a nord che a sud e al di sotto del succitato cornicione sia a nord che a sud un secondo altare.
la seconda vetrata ovoidale a nord e la seconda vetrata ovoidale a sud dall’ingresso
A nord ALTARE DI SAN GIUSEPPE MORENTE e la rispettiva pala, 220x120cm circa, olio su tela, attribuito recentemente a Pasqualotto Costantino (1681-1755), a sud il BATTESIMO DI GESU’ e la rispettiva pala, 220×120 cm, olio su tela, attribuito recentemente a Pasqualotto Costantino (1681-1755)
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Più avanti sia a nord che a sud sopra il cornicione perimetrale un altro affresco, mentre sotto il succitato cornicione a nord troviamo un pulpito con parapetti decorati e con baldacchino, mentre a sud la stessa struttura è amplificata e arricchita da un grande dipinto raffigurante Re David che suona l’arpa.
a nord L’INGRESSO DI GESU’ A GERUSALEMME, a sud la fuga in EGITTO.
a nord il pulpito con baldacchino di piacevole fattura.dettaglio del baldacchinoa sud , dirimpetto al pulpito, dove una volta vi era l’organo, vi è un grande dipinto rappresentante Re David che suona l’arpa.
lo stesso con maggior ingrandimento. Questo stesso dipinto l’ho riscontrato in altre realtà, come nell’Oratorio dei Carmini a Marostica. Interessante la spiegazione al riguardo del prof. Albano Berton di Marostica: “Si tratta di un telo copri-organo ispirato al motivo di Re David che suona l’arpa, dipinto a olio su tela verso la fine del XIX secolo. Tale singolare drappo aveva la funzione di proteggere le canne di facciata dell’organo della chiesa di Sant’Antonio Abate … durante la Quaresima e in particolare nel periodo compreso fra la domenica di Passione e la notte del Sabato Santo: una prescrizione adottata in segno di lutto e penitenza per onorare la passione e la morte di Gesù Cristo”.
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Più avanti, sia a nord che a sud, sopra il cornicione perimetrale vi è un’altra vetrata ovoidale con altri simboli religiosi al centro e sotto il succitato cornicione gli ultimi altari della navata.
la terza vetrata ovoidale a nord e la terza vetrata ovoidale a sud dall’ingresso
A nord l’altare del Sacro Cuore e a sud l’altare della Madonna del Rosario e Immacolata Concezione.
La statua in legno di pregevole fattura dedicata al Sacro Cuore di Gesù è del 1923 ed è opera della famiglia Mussner di Ortisei .
La nicchia della Madonna è attorniata da medaglioni ovali dipinti che raccontano i misteri del Santo Rosario: a sinistra si snodano dal basso verso l’alto i misteri gaudiosi, al centro, sopra la nicchia i misteri gloriosi da sinistra a destra, e a destra dall’alto verso il basso i misteri dolorosi. Si sottolinea che l’ordine dei misteri gloriosi non è conforme a quello attuale (come vedremo). I medaglioni sono legati tra loro da un nastro di stucco dorato che circonda ogni singolo componente e che li unisce con un fiocco dorato. Non tutti i medaglioni sono indenni dall’usura del tempo o da altri fattori. Comunque li presento tutti e quindici. All’interno della nicchia vi è la statua della Madonna Immacolata Concezione con una corona di dodici stelle.
I MISTERI DEL SANTO ROSARIO
I MISTERI GAUDIOSI, come detto, si trovano a sinistra della nicchia della Madonna e si snodano dal basso verso l’alto.1. L’annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine2.La visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta3.La nascita di Gesù
4.La presentazione di Gesù al Tempio 5.Il ritrovamento di Gesù nel Tempio
I MISTERI DOLOROSI si trovano a destra della nicchia della Madonna e si snodano dall’alto verso il basso.
1.Gesù nell’orto del Getsemani2.La flagellazione di Gesù3.L’incoronazione di spine di Gesù 4. La salita di Gesù sul Calvario carico della Croce5.La crocifissione e morte di Gesù
I MISTERI GLORIOSI si trovano al di sopra della nicchia della Madonna e si snodano da sinistra a destra.
1. La resurrezione di Gesù2.La discesa della Spirito Santo su Maria Vergine e sugli Apostoli3.L’assunzione di Maria Vergine in Cielo 4.L’incoronazione di Maria Vergine Regina del cielo e della terra5.L’ascensione al cielo di Gesù
[Oggi l’ordine attuale dei misteri gloriosi si snoda così in questo ordine 1°, 5°, 2°, 3°, 4°]
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Siamo giunti alla fine della parete nord e della parete sud e siamo a ridosso del presbiterio e degli imbocchi della navatelle. Sopra il cornicione perimetrale un nuovo affresco che continua a raccontare episodi del nuovo testamento, al di sotto del succitato cornicione una nuova finestra quadrangolare , quindi un dipinto posizionato proprio al di sopra del secondo confessionale “monumentale”.
a nord GESU’ INCONTRA LA SAMARITANA PRESSO IL POZZO DI SICAR e a sud GESU’ RISORTO APPARE ALLA SAMARITANA
la vetrata quadrangolare sia a dx che a sx
(sopra) a nord, sopra il secondo confessionale dall’ingresso vi è questo dipinto: SAN BOVO CON UN CONTADINO CON I DONI DELLA TERRA, olio su tela, 140×140 cm, attribuito recentemente a Pasqualotto Costantino (1681.1755) e (sotto) a sud sopra il secondo confessionale dall’ingresso vi è un altro quadro dove ISIDORO INCONTRA GESU’ IN VESTE DI PELLEGRINO, olio su tela, 140×140 cm, attribuito recentemente a Pasqualotto Costantino (1681-1755).
LA VIA CRUCIS
Lungo le pareti nord e sud si intervallano le 14 stazioni della Via Crucis. Anche se non perfettamente conservate esprimono tuttavia una tensione emotiva oltre che religiosa. I disegni originali sono di Luigi Sabatelli (Firenze 1772 – Milano 1850) databili verso il 1795 e incisi nel corso del 1880. Una caratteristica di questi quadri è la presenza di una tenue colorazione specie delle vesti di alcuni protagonisti della scena. Le varie scene della passione e morte di Gesù sono circondate da un passe-partout a tratti sbiadito, a tratti con segni di umidità e inseriti all’interno di cornici lignee intagliate databili inizio 1800.
dodicesima stazione: Gesù muore sulla croce. Esempio fra i più belli delle 14 stazioni.
prima stazione: Gesù è condannato a morteseconda stazione: Gesù è caricato della Croceterza stazione: Gesù cade per la prima voltaquarta stazione: Gesù incontra sua Madrequinta stazione Simone di Cirene porta la croce di Gesùsesta stazione: Veronica asciuga il volto di Gesùsettima stazione: Gesù cade per la seconda voltaottava stazione: Gesù incontra le donne di Gerusalemmenona stazione: Gesù cade per la terza voltadecima stazione: Gesù è spogliato delle vestiundicesima stazione: Gesù viene inchiodato sulla crocedodicesima stazione: Gesù muore sulla crocetredicesima stazione: Gesù è deposto dalla Crocequattordicesima stazione: Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro
IL SOFFITTO
Prima di parlare del presbisterio e delle navatelle, diamo uno sguardo al soffitto della navata, caratterizzata da due grandi affreschi, contornati da cornici ottogonali di stucco con grande effetto decorativo. Rappresentano quello che incontriamo per primo dopo l’ingresso la “Dormizione e assunzione della Madonna” e subito dopo “L’incoronazione della Madonna”.
DORMIZIONE E ASSUNZIONE DELLA MADONNA
Il primo affresco (visto da est-ovest), datato 1921, e firmato A.L. (Angelo Ludovico) è opera di Turri Angelo Ludovico (1884-1930)ed ha un’area di 31,64 mq. In basso, nella parte più scura la dormizione e verso l’alto la zona luminosa, l’assunzione della Vergine Maria. Vediamo i due aspettI: Vediamo in questa zona dell’affresco la parte drammatica della morte della Madonna attorniata dagli Apostoli angosciati e disperati per la perdita della madre di Gesù; in quest’altra zona dell’affresco vediamo in alto la Vergine che sale al cielo sospinta dalla forza vorticosa degli angeli che suonano e cantano di gioia.
L’INCORONAZIONE DELLA VERGINE MARIA
Il secondo affresco (visto da est-ovest) , L’INCORONAZIONE DELLA VERGINE viene attribuito al pittore Pasqualotto Costantino (1681-1755). Ha un’area di 31,63 mq. L’insieme dell’affresco è pieno di luce e di grande gioia in particolare dagli svolazzi degli angeli.
L’incoronazione della Madonna con a lato Gesù e il Padre e al centro lo Spirito Santo sotto forma di colomba. Attorno alla scena dell’incoronazione uno stuolo di angeli che cantano e suonano vari strumenti a lode e gloria dell’evento.
IL PRESBITERIO E LE DUE NAVATELLE
Sopra le aperture delle due piccole navate che conducono alle sacrestie e delimitano la zona centrale presbiteriale, riscontriamo sia a nord che a sud due grandi dipinti che combaciano con i primi due descritti dopo essere entrati in chiesa.
A nord si evidenzia in alto a destra la VERGINE DEL CARMELO (la Madonna tiene in braccio il bambin Gesù che tiene tra le mani un piccolo scapolare) e in basso in centro il MARTIRIO DI SANT’EUROSIA (la giovane con le mani legate è in attesa della scimitarra che un saraceno sta brandendo dietro di lei e che staccherà di netto le mani stesse). Il dipinto contiene altre presenze: in alto, poco al di sotto del bambino Gesù vi è Sant’Agata di Siracusa che tiene in mano la palma del martirio e con l’altra mano porge un piatto su cui sono poste le mammelle che le furono tagliate; al di sotto di Sant’Agata vi è un’altra santa Sant’Apollonia di Alessandria d’Egitto che tiene in mano la palma del martirio e nell’altra il simbolo del suo martirio, cioè una tenaglia con quale le cavarono tutti si suoi denti. Questo dipinto viene attribuito recentemente al pittore Costantino Pasqualotto (1681-1755), olio su tela, 240×170 cm.
A sud abbiamo il dipinto IL PRESEPE DI SAN GIUSEPPE, copia di quello di Jacopo dal Ponte (che si trova nel Museo di Bassano del Grappa). Come di vede nella parte alta del dipinto alcuni angeli “giocosi” sono impegnati nel rischiarare di luce la zona sottostante che trova il suo centro nella Madonna con il neonato Gesù, riscaldati da altre presenze, a destra alcuni pastori con dei doni e a sx in primo piano San Giuseppe che appare vecchio e addormentato e sopra di lui due figure giovanili quelle di San Vittore e Santa Corona martiri di origine siriana. Viene attribuito recentemente a Giovanni Battista Volpato (1633-1706), olio su tela, 240×170 cm.
Le piccole navate di dx e di sx evidenziano alcune opere degne di segnalare.
NAVATELLA DI DESTRA
Il soffitto ci fa ammirare un affresco di Luigi Bizzotto “PRESENTAZIONE DI MARIA BAMBINA AL TEMPIO” di mq 5,5 (secondo altre fonti è un dipinto olio su tela, 380×190 cm circa). Bizzotto riesce in un breve spazio a ricreare con grande perizia la grandezza del luogo e dell’avvenimento in corso.
Sopra la porta della sacrestia vi è questo piccolo dipinto, olio su tela, raffigurante San Pancrazio, opera di Luigi Bizzotto. San Pancrazio è stato martirizzato mediante decollazione nel 304 d.C. sotto l’imperatore Diocleziano. Aveva solo 14 anni.
NAVATELLA DI SINISTRA
Nel soffitto un dipinto olio su tela di 5,5 mq “MARIA ASSUNTA IN CIELO. L’autore è sconosciuto. Il dipinto in varie zone è alquanto rovinato Comunque evidenzia la Madonna che sale in cielo scortata da una serie di angioletti che si affannano a farla salire sospingendo in alto la nuvola dove è seduta la Madonna. Nella pare inferiore i discepoli che seguono l’avvenimento.
Sopra l’entrata della sacrestia vi è questo dipinto, olio su tela, 92×122 cm circa, attribuito recentemente a Giovanni Battista Volpato (1633 – 1706). Pr apprezzarla è necessaria una buona fonte luminosa. I protagonisti sono, come sappiamo, l’Arcangelo Gabriele e la Vergine Maria che si abbandona alla volontà di Dio simboleggiata dalla forte luce che si irradia su di lei.
IL PRESBITERIO
IL PRESBITERIO è caratterizzato dalla presenza centrale di un monumentale altare con una pala della NATIVITA’ di MARIA , dalle pareti di destra e di sinistra che, al di sopra delle aperture colonnari inferiori verso le navatelle, nella parte superiore sono occupate da due grandi quadri pittorici, due teleri, e, infine, verso l’alto termina con un soffitto affrescato con la Resurrezione di Cristo.
visione d’insieme del presbiterio con il grandioso altare e con il soffitto con Gesù risorto
un maggior dettaglio dell’altare corredato da quattro alte colonne marmoree di colore blu che si contrastano con i capitelli e con i basamenti di color bianco. Le colonne sostengono un maestoso frontone anch’esso contrastato da colori blu e bianchi e ingrandito nella parte superiore da una grande conchiglia mentre nella parte mediana viene interrotto da un ovale con all’interno una colomba argentata appoggiata ad una raggiera dorata. La testa della colomba è rivolta in basso verso la pala d’altare.
LA PALA D’ALTARE
Qui vediamo la pala d’altare della “NATIVITA’ DI MARIA VERGINE” attribuita al pittore Pietro Antonio Rodari (1707-1762), olio su tela, 400×200 cm circa. I protagonisti della scena sono rappresentati dalla giovane Sant’Anna che tiene sulle ginocchia su un drappo bianco la piccola Maria non ancora vestita. Ai lati due giovani donne, quella di sx tiene una lunga fascia e quella di dx sta versando dell’acqua da una brocca: ogni parto, anche quello della Madonna, richiedeva fino a poco tempo fa lunghe bende per fasciare stretto il neonato e dell’acqua per lavarlo dalle secrezioni amniotiche). In alto degli angeli assistono all’evento.
dettaglio delle figure centrali
I TELERIa destra, “ADORAZIONE DEI MAGI. Questo telero, 275×500 cm, olio su tela, viene attribuito recentemente a Costantino Pasqualotto (1681-1755), mentre altri lo considerano una copia di un quadro di Carlo Ridolfi (1594- 1658). E’ un dipinto di grande rappresentazione e di grande bellezza. Vi è certamente anche una discreta etichetta, dati i personaggi reali presenti. Tuttavia a sx oltre ad un pastore di spalle, abbiamo in sequenza san Giuseppe, la Madonna e Gesù Bambino che appare attratto dal primo Re Magio inginocchiato, quasi fosse suo nonno (come ogni piccolo bambino di oggi) mentre gli altri due re Magi sono in piedi e assistono alla scena con interesse.
a sx “”ADORAZIONE DEI PASTORI”, questo telero, 275×500 cm, olio su tela, viene attribuito recentemente a Costantino Pasqualotto (1681-1755). Secondo altri sarebbe una copia di un altro pittore non identificato. Questo quadro altrettanto bello e suggestivo, suggerisce una diversa atmosfera, meno etichettata, più famigliare: infatti i protagonisti, in specie Maria, Gesù e i pastori sembrano immersi in una conversazione tra pari, tra amici, famigliare, semplice, come semplici sono i pastori con le loro pecore, come si conoscessero da sempre. Infatti più avanti Gesù stesso si definirà buon Pastore!
IL SOFFITTO
Il soffitto ha una sua bellezza compositiva: crea infatti una atmosfera di grande eleganza e leggerezza, costituita da marmorini, stucchi, decorazioni, anche dorati, generanti intrecci, fiori, volute. Al centro di questa “cornice” vi è la tela della “Resurrezione di Cristo”.
LA RESURREZIONE DI CRISTO
Questo dipinto, 380×200 cm, olio su tela, viene recentemente attribuito a Costantino Pasqualotto (1681-1755). Questa resurrezione esprime una grande dinamicità che si trasmette nel corpo del Risorto e nello svolazzare delle vesti, tutti sospinti verso l’alto dal vento della potenza divina, la quale schiaccia, respinge in basso come in una cavità oscura il gruppo delle guardie che si trovano stordite e disorientate.
SPECIFICHE FONTI DOCUMENTALI
I TESORI SCONOSCIUTI DEL DUOMO DI ROSSANO, di Bruna Saretta Bigolin, Estroprint, Rosà (VI), 2017. [consiglio questo testo a tutti i rossanesi per la completezza dell’argomento, per le spiegazioni fornite, per le recenti attribuzioni di tanti dipinti, per alcuni approfondimenti su opere ad es. presenti nelle sacrestie, che io non ho cercato avendole trovate chiuse nelle mie numerose visitazioni, come un qualsiasi cristiano]
ROSSANO E LA SUA CHIESA- Una ricerca storico-artistica sulla base delle visite pastorali dal ‘700 al primo ‘900. Da scritti, appunti e conferenze di Aldo Bordignon. Attiliofraccaroeditore, 2018. [testo ricco di tante notizie collegate come nel titolo alle numerose visite dei vescovi succedutesi nei secoli. Forse poteva essere utile selezionare tali relazioni perché a volte non hanno contenuti degni di essere … storici. Comunque leggerlo con attenzione arricchisce le nostre conoscenze sugli aspetti religiosi e non di persone, regole e disposizioni che , forse, non sono più attuali…]
ROSSANO VENETO. Scampoli di storia e di vita, di Clelia Lunardon Marin, Editore Moro, Cassola, 1990. [ è il testo su Rossano che ho letto per primo e che mi ha aperto il “forziere” delle bellezze di questa cittadina…]
NB. tutte le immagini sono del sottoscritto.
pubblicato 17-01-2019