RUPOLO DOMENICO – UN GRANDE ARCHITETTO – Caneva di Sacile 21-11-1861 – 12-10-1945

RUPOLO DOMENICO

note biografiche e artistiche

a cura di Vasco Bordignon

Nasce a Caneva di Sacile il 21 novembre 1861 in una modesta famiglia di artigiani. Dopo due sole classi di scuola elementare, viene iniziato al mestiere di calzolaio, e pochi mesi dopo impiegato come garzone apprendista nella locale cava di pietra, dove lavorerà fino a quindici anni. Qui viene notato da uno scalpellino ornatista di Vittorio Veneto, che lo fa lavorare come apprendista presso la sua bottega, dove rimane per cinque anni, perfezionandosi nella scultura e frequentando le scuole locali di disegno ed ornato.

Nel 1882 si trasferisce a Venezia, iscrivendosi all’Accademia di belle arti, grazie al sussidio ottenuto dal comune di Caneva. Contemporaneamente, esercita attività secondarie – lezioni private, pitture di insegne commerciali, incisioni per lavori tipografici – per mantenersi agli studi ed è impiegato stabilmente per tre anni come disegnatore presso l’ufficio del catasto, con dispensa dalla frequentazione delle lezioni.

Nel 1890 ottiene il diploma di professore di disegno architettonico. Nei suoi scritti riecheggiano interessi storicisti derivanti dagli insegnamenti di Pietro Selvatico e di Camillo Boito. Fra questi, l’interesse dimostrato nella relazione tra spirito religioso e architettura medievale. Successivamente per un anno è impiegato come assistente presso l’ufficio tecnico di Belluno e poi un breve periodo di attività a Cividale del Friuli.

Nell’aprile del 1892 viene nominato assistente nell’ufficio regionale per la Conservazione dei monumenti del Veneto, sotto la direzione di Federico Berchet.

Si stabilisce definitivamente a Venezia, continuando a svolgere l’attività pubblica di restauratore, con carica di ispettore dal 1902. In parallelo ha pure una fortunata carriera di libero professionista.

La sua opera spazia nel campo del restauro, nell’edilizia pubblica e privata e come progettista di chiese nell’intero territorio delle Tre Venezie. Interessante la sua presenza a Trieste (all’epoca austriaca) e in Romania. Molto limitata è stata la sua attività di scultore.

Ha conosciuto committenti importanti ed influenti dell’ambiente veneziano, come Mariano Fortuny e la baronessa de la Baume, proprietaria di Ca’ Dario, il conte Alvise Zorzi e Pietro Bortoluzzi, la principessa di Polignac, il barone Giorgio Franchetti, il pittore Edmondo de Purry e l’architetto Camillo Boito.

E’ stato in contatto con lo scultore rumeno Giorgio Vasilesco, che lo introdusse a Mogosoaia, dove, tra il 1913 e ben oltre il 1930, operò per la famiglia del principe Bibesco e venne nominato ufficiale e commendatore della Corona rumena.

Numerose sono state le onorificenze: nel 1899 cavaliere della Corona d’Italia e accademico d’onore all’Accademia di belle arti; nel 1921 socio effettivo dell’Ateneo veneto con la carica di membro della Commissione dei signori della società per l’arte pubblica.

Di grande interesse è stato il progetto neo-medievalista della nuova pescheria di Rialto (1900-1908), realizzato insieme al pittore Cesare Laurenti. Numerosissimi sono stati gli interventi di restauro progettati e diretti da Rupolo a Venezia: lo scoprimento delle absidi e dell’originale decorazione muraria interna della chiesa di S. Maria Gloriosa dei Frari (1894-1898), il restauro di Ca’ Dario (1896-1897) e di Ca’ Barbaro sul Canal Grande, la demolizione e ricomposizione del portico esterno della chiesa di S. Fosca a Torcello (1908-1915) e l’intervento sulla quattrocentesca casa-studio del pittore de Purry (1895).

Di particolare rilievo per il Friuli sono: il restauro del Tempietto longobardo di S. Maria in Valle (1894-1902) e il progetto (non realizzato) di sistemazione del municipio di Cividale (1893.

Numerosi sono gli edifici sacri realizzati o ampliati sia in Veneto che in Friuli. Tra questi ricordiamo la chiesa di S. Giovanni a Casarsa (1895/1908), la chiesa arcipretale di Fossalta di Portogruaro (1896/1913), il santuario di S. Maria delle Grazie a Pordenone (1899/1921), la ristrutturazione della chiesa parrocchiale di Caerano San Marco (1906 circa), la chiesa di Rorai Grande (1909), il campanile di Tiezzo (1909/1924), l’ampliamento della chiesa di S. Giovanni a Polcenigo (1908/1911), la chiesa arcipretale e campanile a Noventa di Piave (1920/1923) la chiesa parrocchiale di Bovolone (1913/1935-1945), il campanile di Caneva (1921), il campanile di Azzano Decimo (1921), la chiesa parrocchiale di Pescincanna (1921/1922), la chiesa parrocchiale di Fellette di Romano d’Ezzelino (1923/1925-1931) la ristrutturazione della chiesa di Moruzzo (1925/1932) e di S. Antonio a Gemona (1927/1936), la chiesa parrocchiale di Faedis (1925/1934), la chiesa arcipretale di San Cassiano di Livenza (1925/1966) la chiesa parrocchiale di Collato (1927/1935) la cappella di villa Varda di Brugnera (1924), la chiesa di Rorai Piccolo e il santuario della Madonna dell’isola di Barbana a Grado (1934), e altre…

A Trieste Rupolo effettua due interventi di restauro stilistico nel palazzo della baronessa De Seppi e in quello del barone Treves Bonfilli (1900).

Ha contribuito alla realizzazione di alcune opere di edilizia civile: è autore delle Scuole normali di Sacile (1914), del collegio don Bosco (1925/1929) e del Seminario di Pordenone (1925/1937), del Seminario di Vittorio Veneto (1923/1925)…

Suo è stato anche il tema della residenza progettando diverse ville al Lido di Venezia, a Pordenone, Sacile, Trieste, Treviso, Ponte nelle Alpi, Vittorio Veneto e nella sua Caneva.

Rupolo colpisce soprattutto per un atteggiamento costantemente fedele ai suoi principi ispiratori, sembrando indifferente alla complessa evoluzione che si compie nei linguaggi figurativi fra la fine dell’Ottocento e il secondo conflitto mondiale, rimanendo infatti ancorato in modo permanente al suo interesse storicista, legato all’architettura “in stile” in voga nel periodo della sua formazione accademica. Questo atteggiamento “conservatore”, se da un lato rappresenta il limite oggettivo della sua vasta attività professionale, dall’altro è motivo di interesse scientifico per la padronanza e la competenza raggiunte nei diversi linguaggi architettonici adottati.

Domenico Rupolo si è spento a Caneva di Sacile il 12 ottobre 1945, subito dopo aver ultimato la decorazione della chiesa del paese, l’ultima delle sue numerosissime opere.

Fonti documentali

Domenico Rupolo Architetto, di Raffaela Portieri, Edizioni Concordia Sette, 2001, da cui ho tratto il ritratto dell’architetto.

www.dizionariobiograficodeifriulani.it/rupolo-domenico/

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