LA CHIESA E IL CAMPANILE
DI SANTA CROCE
OGGI
di Vasco Bordignon
la chiesa di Santa Croce e il suo campanile della vecchia ex-chiesetta
La chiesa di Santa Croce sorta negli anni del secondo conflitto mondiale conserva nella sua semplicità una sua bellezza, in particolare nella sua facciata e nel suo lato meridionale, dove il pallore della pietra di Vicenza, detta anche di San Gottardo, contrasta con il rosso dei mattoni.
IL CAMPANILE E LA EX-CHIESA
DI SANTA CROCE
Il campanile – come detto nel precedente lavoro – è quello della vecchia chiesa che nei secoli ha avuto almeno tre ingrandimenti ben visibili anche oggi. Anche se è evidente il contrasto architettonico, questo non stona più di tanto consentendo un costante legame con la fede delle passate generazioni e anche uno stile romanico-gotico che ricorda – in un certo senso – altre grandi realizzazioni religiose europee.
lato sud della vecchia chiesetta con campanile
lato nord della vecchia chiesetta con campanile, che si eleva per 32 metri.
In queste immagini ben evidenti sono gli interventi eseguiti nel tempo a seguito dell’aumento della popolazione. Da sottolineare la diversità dei primi rispetto all’ultimo del 1910.
In quest’ultima immagine (lato nord e facciata) si nota chiaramente la stretta comunione strutturale tra la chiesa e il campanile. Si noti anche le trifore presenti sia nord che a sud e, come vedremo meglio, anche nella facciata assieme a bifore .
La chiesetta attualmente non sacramentale è adibita a magazzino e a “commercio” solidale per i più bisognosi: abiti, calzature, arredi, ecc. Vi sono entrato recentemente e ho costatato che le varie pareti e superfici proprie non sono più tali a causa del materiale ovunque presente.
Il campanile è tutt’uno con la facciata della chiesetta ed entrambe, come detto, hanno uno stile romanico-gotico liberamente interpretato sia nel campanile che nella facciata.
in successione le varie diverse strutture architettoniche fino alla guglia terminale
Cinque sono le campane: una dedicata alla Esaltazione della Croce, la seconda a San Bassiano, la terza a Nostra Signora del Sacro Cuore, la quarta a Cristo risorto e la quinta alla Carità. L’ultimo restauro è stato iniziato in settembre del 1985. Le campane poi sono state elettrificate.
Facciata della vecchia chiesetta con guglie, trifora e bifore, orologio centrale , la scultura della Invenzione della S. Croce, e con strutture verticali che “lanciano” verso l’alto la stessa costruzione.
l’opera statuaria nel suo insieme
Sopra la porta d’ingresso vi è questa scultura della “Invenzione della S. Croce” del prof. Napoleone Guizzon del 1923. La scultura è in pietra di Vicenza . (meriterebbe un restauro!)
(Napoleone Guizzon – Vicenza 24-08-1865 – 22-12-1951. Vedi sua biografia nella categoria PERSONAGGI)
la parte centrale dove Sant’Elena imperatrice abbraccia la santa Croce
gruppo di sinistra, dall’esterno all’interno, la Beata Vergine Addolorata con San Giuseppe d’Arimatea
gruppo di destra, dall’esterno all’interno, San Prosdocimo (o San Bassiano?) con Santa Giustina Martire
L’ATTUALE CHIESA
DI SANTA CROCE
L’ESTERNO DELLA CHIESA
La bella facciata della chiesa, alta dal piano stradale 26 metri, è caratterizzata ai lati esterni da pilastri costituiti da pietre bugnate del Grappa, cui fanno seguito altre superfici colonnari di pietra tenera di Vicenza o di San Gottardo separate da mattoni, e infine altre superfici colonnari tutte di mattoni, rappresentando una piacevole alternanza pittorica (vedi sotto).
In basso, al centro una breve scalinata e un protiro conduce all’ingresso della chiesa, mentre salendo di altezza troviamo una cornice ad arco che racchiude una vetrata separata da cinque colonnine, e più sopra il timpano è costituito da una serie di leggere colonnine che lasciano trasparire il colore dei mattoni. Più in alto la facciata termina con una croce in cemento, come già riferito nella storia.
la scalinata e il protiro aggraziato dalle 4 colonne con capitello
la parte superiore della facciata, anch’essa alternata da forme e colori.
la croce sopra il timpano
Il lato sud della chiesa mantiene la caratteristica della sovrapposizione di pietre di S. Gottardo, intervallate da linee di mattoni rossi. Si vedono poi in alto le finestre a trifora, e quelle alte e strette in basso. La superficie viene interrotta dallo spazio occupato dalle due cappelle per lato. A ridosso, a destra, la vecchia canonica.
La superficie absidale a est e il lato nord della chiesa, come si vede, sono rimaste allo stato grezzo, verosimilmente per carenza economica, considerato il periodo bellico in corso. Comunque si notano le quattro trifore, le due superfici aggettanti delle cappelle, e la presenza dell’abside.
L’INTERNO DELLA CHIESA
Superato l’ingresso, ci si presenta una singola lunga navata, con due cappelle laterali sia a dx che a sx, che continua dopo una breve scalinata nel presbiterio e nell’abside dove spicca la grandiosa, semplice Croce lignea.
La lunghezza della chiesa dalla porta d’ingresso all’abside è di 42 metri. Le cappelle laterali sono profonde e metri circa e larghe 4 metri e trenta.
parete sud
parete nord
visione dalla porta d’ingresso
visione dal presbiterio
Da queste immagini le pareti nord e sud sono divise in due zone: una superiore caratterizzata dalla presenza di trifore, tre per ogni lato, ed una inferiore più alta, caratterizzata dalle cappelle, due per lato , dalla presenza di finestre alte e strette (monofore) dove centralmente sono inseriti degli stemmi, tre per lato.
La divisione in queste due zone è determinata da una fascia di stucchi che corre lungo tutto il perimetro della chiesa, prolungandosi poi anche al presbiterio.
Una serie ritmata di lesene cadenzano le varie superfici partendo dal pavimento e salgono fino al soffitto a cassettoni innestandosi con la fascia di stucchi. Determinano così vari spazi creando, assieme alla cappelle, un certo movimento delle stesse superfici murarie
LE CAPPELLE
Dopo l’ingresso, troviamo a destra troviamo la cappella del Crocefisso e a sx la cappella della Addolorata; mentre prima del presbiterio a destra troviamo la cappella di Nostra Signora del Sacro Cuore, e a sx la cappella del Sacro Cuore.
LA CAPPELLA DEL CROCEFISSO
La cappella del Crocefisso è semplice nella sua essenzialità del Cristo in croce, che pare venga confortato dagli angioletti presenti nel paliotto d’altare e nelle facce laterali del tabernacolo in marmo policromo. E’ verosimile che sia stato un altare della vecchia chiesetta.
LA CAPPELLA DELLA ADDOLORATA
L’altare dell’Addolorata proviene dalla ex-chiesa della Madonna del Patrocinio e viene attribuito al grande scultore Bernardo Tabacco. (Venezia 1656 – Bassano 1729). Da sottolineare il paliotto con un appassionato volto della Madonna, l’interessante porticina del tabernacolo e il grandioso complesso del timpano dentato e aperto. Intensa l’espressione del volto della statua della Madonna.
LA CAPPELLA DI NOSTRA SIGNORA
DEL SACRO CUORE
La devozione a Nostra Signora del Sacro Cuore, la cui origine è documentata da un file dedicato a parte, nasce in Francia e come si sia diffusa in Santa Croce non è conosciuto. Certamente l’intercessione di una Madre verso suo Figlio non lascia mai senza risultato. La mamma è sempre la mamma, ed è una sola!
LA CAPPELLA DEL SACRO CUORE DI GESÙ
Credo che non poteva essere che questa sacra immagine associata a quella di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù. Sono due espressioni devozionali interdipendenti, oltre al lato strettamente umano. La Madre e il Figlio.
LE NICCHIE DI SAN PIO DA PIETRELCINA E DI SANT’ANTONIO DA PADOVA
A destra vi è questa statua, in vetroresina, acquistata a San Giovanni Rotondo da un devoto parrocchiano, che l’ha poi donata alla chiesa.
A sx vi è la statua lignea di Sant’Antonio da Padova. Si sottolinea attraverso i dettagli l’accurata realizzazione di Vincenzo Moroder del 1946.
(Vincenzo Moroder, Ortisei 30/04/1889 – 12/09/1980. Vedi sua biografia nella categoria PERSONAGGI)
LE PARETI INTERNE DELLA CHIESA
LA PARETE OVEST
E’ caratterizzata nella parte superiore da una grande vetrata (pentafora) raffigurante la Resurrezione di Gesù, opera di Luigi Bizzotto di Rossano Veneto.
Al di sotto della vetrata vi è una copia di un dipinto attribuito a scuola veneta dei primi decenni del seicento che illustra le sette opere di misericordia corporali in base alle quali saremo giudicati da Cristo alla fine dei tempi.
LA PARETE SUD
E’ caratterizzata nella parte inferiore da tre vetrate alte e strette che racchiudono al loro centro i seguenti stemmi partendo dall’entrata
tondo commemorativo del rifacimento delle vetrate
stemma dei Conti Bianchini d’Alberigo
stemma del vescovo Ferdinando Rodolfi
Nelle trifore risalendo la chiesa verso il presbiterio, troviamo i simboli dell’alfa e dell’omega, quindi della barca tra le onde del mare e poi una corona su una M.
Nella parete sud, a metà della lunghezza, vi è una porta d’ingresso sopra la quale è stato posizionato non molti anni fa un dipinto che raffigura le due fondatrici delle suore di carità o di Maria bambina, a sinistra suor Capitanio e a dx suor Gerosa Il dipinto è firmato e datato (Lina Rosso, 1952)
(Caterina (detta “Lina”) Rosso, Venezia 3-5-1888 – 10-12-1975 – Vedi sua biografia nella categoria PERSONAGGI)
LA PARETE NORD
Ha le stesse caratteristiche della parete sud, differenziandosi da questa per la presenza sopra la porta d’ingresso della lapide commemorativa della consacrazione della chiesa illustrato nel precedente lavoro di cronologia storica.
stemma del vescovo Carlo Zinato
stemma dei Conti Giusti del Giardino
stemma papale di Pio XII
All’interno delle trifore troviamo un cuore circondato da spine, una colomba e un pesce, indicanti simbolicamente Gesù .
L’AMBONE E IL FONTE BATTESIMALE
All’area assembleare segue un area rettangolare larga circa 2 metri e mezzo dove a sx è posto l’ambone e alla dx il fonte battesimale.
L’AMBONE
In questa scultura di Danilo Andreose è stata scolpita la frase “Questa la parola di Dio”. Infatti dall’ambone vengono proclamate le Sacre Scritture.
La parte superiore ha la forma di un leggio, dove si posano i testi delle Sacre Scritture. La superficie rivolta verso i fedeli evidenzia chiaramente i simboli dei 4 evangelisti: il bue per l’evangelista Luca, l’angelo per Matteo, l’aquila per Giovanni e il leone per Marco.
IL FONTE BATTESIMALE
Su un piedistallo circolare di circa 40 cm si appoggia il fonte battesimale circolare del diametro di circa 120 cm e alto 60 cm. Il bordo marmoreo della vasca battesimale è di 8.5 cm. Dal fondo poi sorge una colonnina marmorea al cui apice si stagliano due figure che rappresentano il battesimo di Gesù per opera di Giovanni il Battista.
Particolare del bronzetto
L’esterno della vasca battesimale illustra una serie di personaggi e di eventi da dirimere. La sequenza delle immagini va da sx a dx.
Sia l’ambone che il fonte battesimale sono in marmo rosso Valbella eseguiti dallo scultore Danilo Andreose.
PRESBITERIO ABSIDATO
Dopo questa fascia seguono tre scalini che si aprono sul presbiterio con la presenza dell’altare conciliare con la celebrazione rivolta verso i fedeli a cui fa seguito il vecchio altare sacramentale, cioè con la presenza di un tabernacolo che racchiude le pissidi con le ostie consacrate.
L’altare conciliare oltre il quale si vede il tabernacolo dell’altare sacramentale. Interessante il paliotto che racconta il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, opera di Danilo Andreose.
dettaglio
l’altare sacramentale
Questa zona viene illuminata da due trifore con al centro il simbolo dell’agnello a sx e quello del pellicano a sx.
Questa zona viene illuminata da due trifore con al centro il simbolo dell’agnello a sx e quello del pellicano a dx, immagine rispettivamente sopra e sotto.
In continuità con il presbiterio si apre la semiabside illuminata da monofora alta e stretta con simboli religiosi (un calice circondato da grappoli d’uva a sx e un calice con spighe di frumento a dx).
Quest’area posta dietro l’altare sacramentale viene occupata dal coro parrocchiale che con i canti polifonici dà una particolare importanza e atmosfera alle feste più importanti del calendario religioso. Tra terra e cielo della curvatura absidate si staglia, come sospesa nel vuoto, una grande croce che domina tutta l’area. Mi piace finire con questa immagine: la grande croce drappeggiata di bianco cioè dello splendore della Resurrezione e quindi della vittoria sul male, sulla morte…
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Le fonti documentali sono quelle del primo lavoro.